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25 Paesi dell’UE interessati dalla procedura di infrazione

Legale - Aprile 2, 2025

La Commissione europea sta affrontando un problema importante: 25 paesi europei, tra cui la Romania, sono interessati dalla procedura di infrazione. La Commissione europea ha recentemente annunciato l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti di 25 dei 27 Stati membri dell’UE, tra cui la Romania, per il mancato recepimento completo di alcune disposizioni chiave della Direttiva UE/2024/1711 riveduta. Questa direttiva, adottata lo scorso anno, mira a ottimizzare l’organizzazione del mercato dell’elettricità a livello europeo. Di conseguenza, la Commissione ha inviato lettere formali di diffida ai 25 Stati membri, il primo passo procedurale nel processo di sanzione della mancata conformità alle norme UE.

Un problema a livello europeo

Il fatto che 25 Stati membri dell’UE non abbiano rispettato la scadenza per il recepimento delle disposizioni chiave della direttiva rivista UE/2024/171 indica una difficoltà diffusa in tutta l’UE, non solo un problema isolato. L’unica eccezione è la Danimarca, che è riuscita a implementare completamente le disposizioni della direttiva prima della scadenza. La nuova normativa è stata concepita per dare stabilità ai prezzi dell’elettricità e ridurre la loro dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi internazionali dei combustibili fossili. Le misure mirano anche a proteggere i consumatori europei garantendo loro l’accesso a tariffe più eque e prevedibili basate sui costi più bassi delle energie rinnovabili.

Quali sono le fasi della procedura di infrazione?

Per chi non lo sapesse, la procedura di infrazione è uno strumento della Commissione europea volto a garantire l’applicazione del diritto dell’UE negli Stati membri. Questa procedura prevede diverse fasi successive:

La prima procedura consiste nell’individuare la non conformità. La Commissione esamina se la direttiva è stata attuata correttamente nella legislazione nazionale di ciascuno Stato membro. La seconda fase è la notifica formale: lo Stato membro interessato riceve una lettera di costituzione in mora e ha due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie per conformarsi. La terza procedura è un parere motivato. Se la risposta fornita dallo Stato notificato nella seconda fase non è soddisfacente, la Commissione può emettere un parere motivato che richiede un’azione immediata. La penultima procedura è il deferimento alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). In assenza di un’azione adeguata, la Commissione può deferire il caso alla CGUE, nel caso in cui lo Stato membro rischi di incorrere in ingenti sanzioni finanziarie. L’ultima procedura è l’applicazione di sanzioni. Se la non conformità persiste, lo Stato membro interessato può essere obbligato a pagare una multa fissa o sanzioni progressive.

Recepimento incompleto della direttiva

Gli Stati membri dovevano comunicare la piena attuazione della Direttiva UE/2024/1711 entro il 17 gennaio 2025, ad eccezione delle disposizioni sulla scelta del fornitore di energia e sulla condivisione dell’energia, per le quali la scadenza è fissata al 17 luglio 2026. Questa normativa mira a dare ai consumatori un maggiore controllo sulle fonti energetiche che utilizzano e a ridurre la loro esposizione alle fluttuazioni dei prezzi. Tuttavia, gli Stati interessati, tra cui la Romania, non sono riusciti a completare il processo in tempo, spingendo la Commissione Europea a intervenire. I funzionari dell’UE sottolineano che senza le nuove regole in vigore, i consumatori dell’UE non saranno in grado di raccogliere i benefici promessi, come costi più bassi e prezzi dell’elettricità più stabili.

Conseguenze per la Romania e gli altri paesi interessati

L’elenco degli Stati membri soggetti alla procedura comprende: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia. Questi paesi hanno ora due mesi di tempo, secondo le procedure, per rispondere alla notifica della Commissione e attuare le misure di conformità necessarie. Se le autorità rumene non riusciranno a completare il recepimento e a notificare alla Commissione i progressi compiuti, c’è il rischio di ricevere un parere motivato, che rappresenterebbe un passo fondamentale verso eventuali sanzioni finanziarie. Ciò potrebbe avere ripercussioni sia sul bilancio nazionale che sulla reputazione della Romania nell’UE.

Rinvio del piano di eliminazione delle importazioni di energia dalla Federazione Russa

In un’altra decisione importante per la politica energetica dell’UE, la Commissione Europea ha rinviato per la seconda volta l’annuncio del piano di eliminazione graduale delle importazioni di energia dalla Federazione Russa. Originariamente previsto per il 26 marzo, il piano non ha ancora una data di pubblicazione confermata. I funzionari della Commissione non hanno chiarito il nuovo calendario. Il commissario europeo per l’energia Dan Jorgensen aveva precedentemente dichiarato che il piano sarebbe stato presentato entro i suoi primi 100 giorni di mandato, ma le scadenze sono già state ampiamente superate. Il primo annuncio era previsto per febbraio e il nuovo ritardo solleva dubbi sulla capacità dell’UE di ridurre la sua dipendenza energetica dalla Federazione Russa. È noto che l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di eliminare le importazioni di gas russo entro il 2027, ma i progressi non sono uniformi tra gli Stati membri. Alcuni paesi hanno compiuto sforzi limitati per diversificare le fonti di approvvigionamento e i dati mostrano un aumento delle importazioni di gas russo nel 2023.

Le sfide per la sicurezza energetica dell’UE

L’Unione Europea deve gestire un delicato equilibrio tra la garanzia della sicurezza energetica e il mantenimento di prezzi competitivi per la popolazione. Gli alti costi dell’energia in Europa stanno mettendo sotto pressione le sue industrie, soprattutto rispetto ai rivali economici di Cina e Stati Uniti, dove i prezzi dell’energia sono significativamente più bassi. La Commissione Europea sta per annunciare l’estensione degli obiettivi di stoccaggio del gas, ma i critici avvertono che questo potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi, danneggiando l’economia europea. La flessibilità e l’adattabilità delle politiche energetiche saranno fondamentali per garantire la stabilità a lungo termine. Il ritardo nel recepimento della direttiva UE/2024/1711 e il rinvio dell’annuncio sull’eliminazione delle importazioni di energia dalla Russia sono due questioni che mettono sotto pressione i paesi dell’UE. Sebbene siano stati compiuti passi concreti verso la riforma energetica, le sfide rimangono. Gli Stati membri devono accelerare i loro sforzi verso la conformità e la diversificazione energetica, garantendo così un futuro più stabile e sostenibile per l’intera Unione Europea.

L’Unione Europea ha parzialmente bloccato i fondi NRRP per la Romania

La Commissione Europea ha deciso di sospendere parzialmente i pagamenti per la seconda tranche del National Recovery and Resilience Plan (NRRP) della Romania. L’importo bloccato è di 2 miliardi di euro. Il motivo principale di questa decisione è la mancata attuazione di riforme chiave, tra cui quella delle pensioni speciali.

Oltre al motivo principale della sospensione dei pagamenti delle pensioni speciali, ci sono altre ragioni per l’interruzione dei finanziamenti attraverso il PNR. L’esecutivo europeo ha attivato il meccanismo di sospensione del finanziamento per una parte dei fondi richiesti dalla seconda richiesta di pagamento, notando che sei delle 74 tappe previste dal piano non sono state completate dallo Stato rumeno. Tra queste c’è la riforma della spesa pensionistica speciale, coperta dalla tappa 215. Altre riforme in sospeso riguardano la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie, l’estensione delle reti metropolitane nella capitale della Romania, a Bucarest e a Cluj-Napoca, il miglioramento della gestione basata sulle prestazioni nel settore dei trasporti e l’ottimizzazione della governance aziendale per le società energetiche di proprietà statale. La Romania riceverà solo una parte dei fondi. In linea con il regolamento sul meccanismo di ripresa e resilienza, Bruxelles ha attivato la procedura di blocco parziale. Pertanto, dei 2 miliardi di euro totali della seconda tranche, solo una parte sarà trasferita al Tesoro dello Stato rumeno, mentre il resto sarà temporaneamente trattenuto fino a quando non saranno corrette le carenze individuate. La Romania ha 30 giorni di tempo per commentare la valutazione sfavorevole della milestone 215 e correggere le carenze. Parallelamente, il Comitato economico e finanziario dell’Unione Europea esaminerà la situazione per quattro settimane prima che la Commissione prenda una decisione finale. Se non si pone rimedio alla situazione, i fondi relativi alle tappe in sospeso rimarranno bloccati e la Romania avrà sei mesi di tempo per attuare le misure necessarie. Al termine di questo periodo, la Commissione valuterà nuovamente i progressi compiuti e, in caso di conformità soddisfacente, sbloccherà gli importi in sospeso.

La maggior parte delle tappe è stata raggiunta. Sebbene alcuni fondi rimangano sospesi, la Commissione Europea ha dato una valutazione positiva per 68 delle 74 tappe incluse nella richiesta di pagamento. Tra le riforme e gli investimenti approvati dalla Commissione ci sono le modifiche al regime fiscale per le microimprese per semplificare il sistema fiscale ed eliminare gradualmente le agevolazioni esistenti; la riforma del mercato dell’elettricità, compreso un nuovo quadro legislativo per l’efficienza energetica e l’introduzione di strumenti finanziari verdi; i progetti di ristrutturazione degli edifici pubblici e residenziali per migliorare l’efficienza energetica. La Romania beneficia di un budget totale di 28,5 miliardi di euro attraverso il PNR, composto da 13,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 14,9 miliardi di euro in prestiti. L’accesso a questi fondi è subordinato all’attuazione di riforme strutturali e di investimenti strategici con un forte impatto sull’economia rumena.