La scorsa settimana, la Presidenza belga del Consiglio dell’UE e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, un’ambiziosa proposta legislativa che la Commissione europea ha presentato nel novembre 2022 per invertire la tendenza alla crescente produzione di rifiuti di imballaggio.
A questo proposito, la proposta di regolamento stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita degli imballaggi per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e l’etichettatura. Il presente regolamento intende inoltre contribuire al funzionamento efficiente del mercato interno armonizzando le misure nazionali in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio al fine di evitare ostacoli al commercio, distorsioni e restrizioni della concorrenza all’interno dell’UE, prevenendo o riducendo al contempo gli impatti negativi degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio sull’ambiente e sulla salute umana, sulla base di un elevato livello di protezione ambientale.
Per quanto riguarda il contesto, il Parlamento europeo ha approvato il dossier legislativo in prima lettura nel novembre 2023, mentre il Consiglio dell’UE ha adottato il suo orientamento generale nel dicembre 2023, il che ha consentito ai colegislatori di avviare i negoziati interistituzionali, i cosiddetti “triloghi”. Dopo due triloghi politici, il5 febbraio e il4 marzo, e numerosi triloghi tecnici intermedi, i colegislatori hanno finalmente raggiunto un accordo provvisorio dopo il trilogo politico del4 marzo.
Entrando nel dettaglio di quanto concordato, alcune delle disposizioni più rilevanti del testo concordato sono le seguenti. Per quanto riguarda i requisiti relativi alle sostanze presenti negli imballaggi, il testo concordato li rafforza introducendo una restrizione alla commercializzazione di imballaggi a contatto con gli alimenti contenenti sostanze alchil perfluorurate e polifluorurate alchiliche (PFAS) oltre determinati livelli. L’accordo limita inoltre la somma dei livelli di concentrazione di piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente derivanti da sostanze presenti negli imballaggi o nelle confezioni.
La legislazione stabilisce anche obiettivi di riduzione dei rifiuti di imballaggio che dovrebbero raggiungere il 15% entro il 2040, mentre alcuni formati di imballaggi monouso in plastica saranno completamente vietati a partire dal 2030.
Inoltre, il testo concordato stabilisce un obiettivo di riciclabilità obbligatoria degli imballaggi entro il 2030, obiettivi minimi di contenuto riciclato per qualsiasi parte in plastica degli imballaggi, obiettivi minimi di riciclaggio in base al peso dei rifiuti di imballaggio generati e maggiori requisiti di riciclabilità, nonché obiettivi obbligatori di riutilizzo entro il 2030 e obiettivi orientativi per il 2040 che riguardano imballaggi e settori diversi, come le bevande alcoliche e non alcoliche, gli imballaggi per il trasporto e la vendita e gli imballaggi raggruppati.
La normativa introduce anche importanti disposizioni per favorire la transizione verso un’economia circolare, come l’obbligo per gli Stati membri di garantire, entro il 2029, la raccolta differenziata di almeno il 90% delle bottiglie di plastica monouso e degli imballaggi metallici per bevande ogni anno e di istituire sistemi di restituzione dei depositi (DRS) per raggiungere tali obiettivi. Gli Stati membri devono inoltre adottare obiettivi di raccolta obbligatori e adottare le misure necessarie per garantire la raccolta di vari materiali, tra cui plastica, alluminio, vetro, carta e cartone.
È importante sottolineare, tuttavia, che il fascicolo legislativo non è ancora stato adottato e il testo concordato è solo il risultato di negoziati interistituzionali informali tra i colegislatori, che ora dovrà essere formalmente ratificato sia dal Consiglio dell’UE che dal Parlamento europeo. In primo luogo, a nome del Consiglio, il testo di compromesso concordato nei triloghi deve essere prima approvato dal COREPER I, per poi essere formalmente approvato dal Consiglio dell’UE (probabilmente nel Consiglio dei Ministri dell’Ambiente del25 marzo). Per quanto riguarda il Parlamento, poi, la Commissione ENVI deve prima approvare il testo, che sarà poi votato dalla Plenaria del Parlamento (probabilmente in aprile).
Inoltre, il testo concordato è ancora in attesa del via libera della Commissione europea. Sebbene l’esecutivo dell’UE agisca come intermediario neutrale durante i triloghi, la Commissione informa i colegislatori se è d’accordo con gli emendamenti apportati alle sue proposte. Ciò ha una conseguenza politica, perché se la Commissione non è in grado di accettare gli emendamenti apportati alla sua proposta, il Consiglio è costretto ad adottare un fascicolo legislativo all’unanimità, anziché a maggioranza qualificata. Sebbene la Commissione non sia d’accordo con alcuni degli emendamenti apportati dal Parlamento e dal Consiglio, essa dovrà decidere se partecipare per garantire l’approvazione della legislazione o se rischierà di far fallire questo dossier.