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Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici del 2024

Cultura - Luglio 28, 2024

La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici 2024 a Parigi ha raggiunto l’apice del cattivo gusto, della bruttezza e della mancanza di rispetto per le convinzioni religiose e i sentimenti di milioni di cattolici e cristiani in generale.
È stata la più assoluta esplosione di violenza.
La rappresentazione più dignitosa di una società in perfetta decomposizione dove la dignità della persona è degradata al massimo, con immagini demoniache, riferimenti apocalittici, uso di minori e derisione della figura di Gesù Cristo.
La filosofia ha sempre riconosciuto che Verità, Bene e Bellezza sono inestricabilmente legati.
Un’azione o una condotta intrinsecamente buona è di per sé bella.
Al contrario, una condotta immorale o cattiva è solitamente priva di bellezza, equilibrio e ordine.
Allo stesso modo, la menzogna ci appare come qualcosa di brutto e di cattivo.
Alcuni arrivano a dire che non c’è estetica senza etica e viceversa, perché ogni bella condotta umana nasconde già dietro di sé un’espressione di bene e verità.
La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi è stata, esplicitamente, l’opposto.
Bruttezza e distorsione.
Una passerella di esseri mostruosi, richiami alla ghigliottina o cenni alla pedofilia.
L’apoteosi anticattolica è stata il culmine.
Nasconde questa cerimonia e l’ideologia woke che l’ha illuminata, un culto della bruttezza, dell’orrore, del male e dell’impostura.
Gli esseri umani sono esseri corporei, sociali, culturali e spirituali.
In quanto esseri corporei – e non solo spirituali – l’esterno non è indipendente dall’interno, né autonomo; pertanto, tutte le espressioni corporee non sono né innocue né neutre.
Spesso si dice – per giustificare qualsiasi follia estetica o etica – che le apparenze ingannano, ma questo è di per sé un inganno.
L’apparenza, ciò che appare, ciò che viene fatto apparire, non inganna, a meno che il soggetto in questione non voglia consapevolmente e volontariamente apparire qualcosa di diverso da ciò che è realmente; ma questa non è più apparenza, bensì inganno o simulazione.
Se vedo un uomo in uniforme con una pistola per strada, deduco dal suo aspetto che è un militare.
Se vedo una persona a terra che chiede l’elemosina, circondata da cianfrusaglie, magari sporca e sola, deduco che si tratta di un povero che ha bisogno del mio aiuto o della mia collaborazione.
Se vedo una persona vestita da Gesù Cristo, circondata da una dozzina di persone, l’aspetto mi dice che stanno ricreando l’Ultima Cena, e se sono tutti vestiti in modo trasandato, ripetono certi gesti e si posizionano in un certo modo, l’aspetto è chiaro: vogliono prendere in giro l’Ist.

scena orfica che anticipa la morte in croce di Nostro Signore Gesù Cristo, il momento più decisivo della storia dell’Occidente.
Ortega y Gasset diceva che è sbagliato dire che “gli alberi non ci fanno vedere la foresta”, poiché la presenza di una moltitudine di alberi di solito preannuncia l’esistenza di una foresta.
Sono la stessa foresta.
Allo stesso modo, l’immagine oscena, il gesto pacchiano, la proliferazione di uomini vestiti da donna o viceversa, gli insulti estetici ed etici alla religione cristiana, sono l’aspetto perfetto di uno spettacolo circense inammissibile.
La Francia di Macron, la Francia ultra-liberale, la Francia progressista, la Francia sveglia ha mostrato al mondo la sua sconfitta, la sua decadenza e il suo marciume; priva di bellezza e piena di odio anticattolico.
Probabilmente lo spettacolo non sarebbe stato molto diverso se le Olimpiadi si fossero svolte nel Regno Unito, in Germania, in Svezia, in Belgio o in Spagna.
Anche se non ho dubbi che la Francia si aggiudichi la torta.
Non per il martirio.
Il premio per l’immoralità e la bruttezza.
L’evento di ieri è stato così grottesco che, ne sono convinto, deve avere l’effetto opposto a quello desiderato dai suoi promotori e ideatori.
Il mondo dei woke ha dimostrato che:
1) che il bene e la bellezza sono inestricabilmente legati;
2) che il mondo occidentale è davvero, parafrasando Evola, in rovina;
3) che i promotori di questa ideologia non sono in grado di creare nulla, ma solo di distruggere, il che dimostra la loro netta sconfitta;
4) che hanno comunque già demolito molto e la civiltà occidentale è ora solo un tizzone di cenere;
5) che, infine, vincerà chi deciderà di non arrendersi, di non fare patti, di non scendere a compromessi con tutte queste persone.
Ecco perché scrivo su The Conservative.