Un brutale attacco politico ha colpito la Spagna. Alejo Vidal-Quadras, che tra i tanti ruoli ricoperti nella sua carriera politica è stato anche fondatore nel 2014 di Vox, vicepresidente del Parlamento europeo per 15 anni ed ex presidente del Partito Popolare della Catalogna, è stato colpito al volto in via Núnez de Balboa, a Madrid, dove è solito parcheggiare la sua auto.
La distanza da cui è stato sparato il proiettile era di soli due metri e ha colpito Vidal-Quadras nella zona mandibolare con una ferita di entrata e di uscita. Le modalità sembrano essere quelle tipiche degli assassini.
Poche ore dopo Santiago Abascal, attuale leader di Vox, ha spiegato: “Grazie a Dio Alejo Vidal-Quadras è fuori pericolo di vita”. Pochi minuti prima dell’attentato, il fondatore di Vox aveva pubblicato su X queste parole: “L’infame patto tra Sánchez e Puigdemont che schiaccia lo Stato di diritto in Spagna e pone fine alla separazione dei poteri è già stato concordato. La nostra nazione cesserà così di essere una democrazia liberale e diventerà una tirannia totalitaria. Noi spagnoli non lo permetteremo”.
Immediata la solidarietà di tutto il Gruppo Ecr. In particolare, l’europarlamentare e capo delegazione di FDI Carlo Fidanza, sui media nazionali, ha spiegato che dal suo punto di vista l’obiettivo era quello di colpire. nei giorni di massima tensione sulla questione catalana, “un simbolo della battaglia per l’unità nazionale”. In realtà, l’ex presidente del Partito Popolare è catalano ma è un irriducibile oppositore di coloro che vorrebbero la Spagna divisa. Tuttavia, potrebbe non essere l’unica spiegazione. Nell’ultimo quarto di secolo l’uomo è sempre stato molto vicino alla resistenza iraniana alla libertà e profondamente contrario al regime degli ayatollah. Senza dimenticare la sua chiara posizione sul conflitto tra Israele e Hamas. Anche Fidanza, alla luce delle sue chiare posizioni contro Hamas e il regime che controlla la Repubblica Islamica dell’Iran, ha il timore che ci possa essere dietro il fondamentalismo islamico. Il Ministero degli Esteri iraniano aveva inserito l’uomo nella lista nera di coloro che “sostengono il terrorismo e la promozione di gruppi terroristici”.
Questo anche per la sua nota vicinanza alla lotta per la libertà del popolo iraniano. La presidente eletta del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana, Maryam Rajavi, ha immediatamente espresso la sua solidarietà all’uomo sottolineando il ruolo importante e la vicinanza di quest’ultimo alla loro causa. Per ora, l’unica cosa possibile è aspettare che la polizia spagnola indaghi e trovi i colpevoli, in modo da scoprire chi c’è dietro e quali sono le vere cause che hanno portato a tanta brutalità. È stata trovata bruciata una moto molto simile a quella con cui i due terroristi hanno cercato di uccidere Vidal-Quadras. Non resta che fare giustizia. L’Europa deve capirlo per prima. In un contesto internazionale così intricato, complesso e violento, è necessario che il Vecchio Continente sappia chi sta dalla sua parte e chi no.