Il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’UE eletta direttamente dai cittadini europei ed è l’organo che contribuisce a garantire la legittimità democratica del diritto europeo.
I suoi membri sono eletti a suffragio universale dai cittadini dell’Unione Europea e gli eurodeputati siedono in Parlamento per un mandato legislativo di cinque anni.
Il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’UE eletta direttamente dai cittadini, garantisce la legittimità democratica dell’Unione e possiede una serie di funzioni decisive come l’adozione o il rifiuto di proposte di direttiva.
Prima dell’elezione diretta dell’Europarlamento, avvenuta per la prima volta nel 1979, i membri dell’Assemblea erano nominati dai parlamenti nazionali degli Stati membri. Il predecessore del Parlamento UE, l’Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), aveva solo un ruolo di supervisione. Personalità come l’ex primo ministro belga Paul-Henri Spaak, gli ex presidenti del Consiglio italiano Alcide De Gasperi e Giuseppe Pella e il tedesco Hans Furler presiedettero l’Assemblea tra il 1952 e il 1958.
La Plenaria dell’Eurocamera ha celebrato il suo 70° anniversario lo scorso 22 novembre. In effetti, la prima sessione dell’allora Assemblea Parlamentare Ceca (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) si svolse nel 1952. All’epoca era composto da 78 rappresentanti, tutti nominati all’interno dei parlamenti nazionali di quelli che erano i sei Stati membri. Il ruolo degli eurodeputati è quello di garantire il funzionamento democratico delle istituzioni europee e di rappresentare gli interessi dei cittadini nel processo legislativo europeo. Tutti i cittadini dell’UE hanno il diritto di votare e di candidarsi alle elezioni nello Stato membro in cui risiedono.
Il Parlamento europeo ha tre funzioni principali: condivide il potere legislativo con il Consiglio dell’Unione; esercita un controllo democratico su tutte le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’UE e in particolare sulla Commissione, in quanto ha il potere di approvare e respingere la nomina dei Commissari europei e di censurare collettivamente la Commissione; condivide con il Consiglio dell’Unione il potere di bilancio dell’UE e può quindi modificare le spese dell’UE.
Il Parlamento europeo è attualmente composto da 705 eurodeputati e rappresenta un totale di circa 450 milioni di persone.
Per quanto riguarda la questione del numero di eurodeputati, recentemente sono state avanzate proposte per aumentare il numero di eurodeputati in modo che la società sia adeguatamente rappresentata in parlamento a seguito dei cambiamenti demografici che si sono verificati a partire dal 2019.
In particolare, lo scorso giugno 2023, quindi a un anno dalle prossime elezioni che decideranno il nuovo assetto parlamentare, gli eurodeputati in carica hanno avanzato la proposta di aumentare i seggi per nove dei ventisette paesi dell’Unione Europea.
Secondo questa proposta, l’intenzione sarebbe quella di procedere con l’aumento del numero totale dei deputati al Parlamento europeo dagli attuali 705 a un totale di 716.
La proposta dovrà essere esaminata anche dal Consiglio dell’Unione Europea, l’organo a cui spetta la decisione finale sulla proposta e attraverso il quale sarà possibile realizzarla.
Inoltre, affinché la proposta diventi realtà, sarà necessario il voto unanime di tutti gli Stati membri.
Procediamo ad analizzare la proposta avanzata dagli eurodeputati, fornendo anche alcune informazioni utili per comprendere il contesto in cui è stata sviluppata.
Innanzitutto, va ricordato che i trattati dell’Unione Europea stabiliscono un numero massimo di europarlamentari. Questo numero è fissato a 750, a cui va aggiunto il presidente. Per quanto riguarda il numero di seggi a cui ogni paese ha diritto, questo viene deciso prima di ogni elezione europea.
Attualmente il Parlamento Europeo ha 705 seggi e non più 751 (cioè quelli presenti fino all’uscita del Regno Unito dall’UE il 31 gennaio 2020).
La distribuzione dei seggi tiene conto sia delle dimensioni della popolazione degli Stati membri sia della necessità di garantire un adeguato livello di rappresentanza ai cittadini europei dei paesi più piccoli. Questo principio, noto come “proporzionalità degressiva”, è sancito dal Trattato sull’Unione Europea. In base a questo principio, i paesi più piccoli hanno un numero di eurodeputati inferiore a quello dei paesi più grandi, ma gli eurodeputati dei paesi più grandi rappresenteranno più persone dei loro colleghi dei paesi più piccoli.
Facendo una media di tutti i seggi, scopriamo che il numero minimo di seggi per paese è 6 (in particolare, questo numero riguarda Cipro, Estonia, Lussemburgo e Malta) e il numero massimo è 96 (riferito alla Germania).
Negli ultimi anni, tuttavia, si sono verificati dei cambiamenti demografici che dovrebbero essere presi in considerazione anche nella politica europea. Nello specifico, quindi, la proposta prevede un aumento dei seggi per Spagna, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia, proprio per far coincidere la crescita demografica con la rappresentanza politica in parlamento. In particolare, prevede: l’aumento di 2 seggi per la Spagna, che avrebbe così un totale di 61 deputati; l’aggiunta di 2 seggi per i Paesi Bassi, per un totale di 31 seggi in Parlamento; un seggio in più per l’Austria, che guadagnerebbe così 20 seggi; 1 seggio in più anche per la Danimarca, per un totale di 15 deputati; Allo stesso modo, si prevede un eurodeputato in più per la Finlandia, che arriverebbe a 15 deputati; 1 seggio in più anche per la Slovacchia, che avrebbe così 14 rappresentanti; anche la Slovenia vorrebbe un seggio in più, per un totale di 19 seggi; infine, +1 anche per la Lettonia, con un totale di 9 seggi a disposizione a Bruxelles.
La composizione del Parlamento viene valutata prima di ogni elezione, facendo riferimento sia ai principi stabiliti dai Trattati dell’Unione Europea sia alla base dei dati demografici più recenti dei vari Paesi europei.
Secondo il testo proposto, i deputati vogliono mantenere una riserva di 28 seggi per i membri che potrebbero essere eletti in un futuro collegio elettorale transnazionale, in linea con la proposta del Parlamento sulla legge elettorale dell’UE, che è sul tavolo del Consiglio. I deputati avvertono che ogni ulteriore ritardo nei lavori del Consiglio su questa riforma sarebbe contrario al principio di leale cooperazione, poiché la decisione del Consiglio avrebbe un impatto sulle elezioni del Parlamento europeo e proprio sulla sua composizione.
Il Parlamento europeo ha adottato la proposta sulla sua composizione con l’intenzione di aumentare il numero di seggi di 11 unità, per un totale di 716, in vista delle elezioni europee del giugno 2024.
La proposta di decisione del Consiglio europeo è stata adottata con 316 voti favorevoli, 169 contrari e 67 astensioni. La risoluzione che accompagna la proposta è stata adottata con 312 voti a favore, 201 contrari e 44 astensioni.
Su questo tema, il correlatore Loránt VINCZE, membro del gruppo del Partito Popolare Europeo, Democratici Cristiani, ha dichiarato quanto segue: “Tra le numerose proposte di distribuzione dei seggi presentate sia in commissione che in plenaria, oggi il Parlamento ha mantenuto la proposta iniziale che abbiamo presentato insieme al mio collega correlatore. Si tratta di una soluzione equilibrata e meno invasiva dell’equilibrio esistente nella rappresentanza dei cittadini. Aggiunge solo il minimo numero di seggi necessari per rispettare un’interpretazione rigorosa del principio di proporzionalità degressiva dei Trattati e solo quando questi sono oggettivamente giustificati, senza ricorrere a tagli nel caso di alcun paese. Sono fiducioso che abbia un’alta probabilità di ottenere l’approvazione unanime del Consiglio europeo”.
La proposta del Parlamento europeo sembra aver suscitato opinioni contrastanti. In realtà, sebbene vi sia un ampio sostegno alla realizzazione di questa proposta, permangono alcune reticenze da parte di diversi Stati membri che hanno una visione diversa sulla questione della divisione dei seggi.
Per quanto riguarda l’avanzamento della proposta, la decisione spetterà ora al Consiglio Europeo. Il Consiglio dell’UE, in particolare, dovrà adottare una decisione all’unanimità, che richiederà poi anche l’approvazione del Parlamento.
Gli eurodeputati sono disposti a procedere rapidamente in vista delle elezioni che si terranno tra meno di un anno in tutta l’UE. Infatti, sarà necessario muoversi rapidamente affinché tutti gli Stati membri inclusi in questa rivoluzione possano procedere ad apportare le modifiche necessarie in tempo per le elezioni del giugno 2024. Per questo motivo hanno chiesto di essere informati immediatamente se il Consiglio Europeo intende discostarsi dalla proposta presentata.
Per ora non c’è stata una risposta decisiva sulla questione. Vedremo se la prossima tornata elettorale sarà caratterizzata da questi cambiamenti o se il processo voluto dal Parlamento Europeo richiederà più tempo e lavoro per concretizzarsi.
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