L’Europa punta sui giovani, guardando al futuro e progettando percorsi che rendano il loro cammino agevole e ricco di opportunità. L’impegno delle istituzioni europee, in questo senso, riguarda il coinvolgimento delle ragazze e delle giovani donne nel mondo della politica, sia negli aspetti sociali che in quelli formativi. In questo caso specifico, qualche settimana fa la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure incentrate sulla possibilità di conseguire un diploma di laurea europeo che aprirebbe la strada “a un nuovo tipo di programma congiunto, basato su un insieme comune di criteri concordati a livello europeo”, come sottolineato in una nota delle istituzioni. La Commissione, quindi, prevede di lanciare, già nel 2025, dei “progetti di percorsi di laurea europei” nell’ambito del programma Erasmus+ (che, per il periodo 2021-2027, può contare su un budget di 27 miliardi di euro).
Le tre iniziative a favore della laurea europea
Per contestualizzare l’intervento, nel settembre 2020 è arrivata la comunicazione della Commissione sulla realizzazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione che stabilisce che, entro il 2025, saranno intraprese azioni per facilitare la realizzazione di programmi di laurea congiunti da parte di alleanze di istruzione superiore. L’anno successivo la comunicazione è stata approvata dal Consiglio.
Il pacchetto presentato alla fine dello scorso marzo era già stato annunciato dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2023 e rientra nel programma di lavoro della Commissione per il 2024.
Il piano per un diploma europeo si basa su sei progetti pilota Erasmus+ che coinvolgono più di 140 istituti di istruzione superiore in tutta l’UE.
Un programma: così l’esecutivo definisce il pacchetto di misure utili per equiparare i titoli di studio. Come spiega la Commissione, si tratta di un espediente definito vantaggioso per gli studenti, ma non solo: in primo luogo, perché faciliterebbe la mobilità tra un paese e l’altro; in secondo luogo, semplificherebbe anche la selezione per i datori di lavoro, dando loro la possibilità di assumere più facilmente il personale. Oltre a ciò, spiega l’esecutivo, in questo modo si rafforzerebbe la competitività dell’Europa, se si fa riferimento alla domanda del mercato del lavoro.
Il pacchetto comprende tre iniziative che analizzano e affrontano con determinazione tutte le barriere giuridiche e amministrative che non permettono di istituire programmi di diploma congiunti competitivi a livello di laurea triennale, magistrale o dottorato. Tuttavia, va sottolineato che le iniziative a cui si fa riferimento sono state proposte per rispettare pienamente l’autonomia delle università, così come la competenza dei paesi dell’UE e delle amministrazioni regionali nel campo dell’istruzione superiore.
Detto questo, l’intento del pacchetto è chiaro: definire una rete che interconnetta senza ostacoli coloro che sono in procinto di conseguire una laurea o che l’hanno già conseguita, evitando che siano vincolati nelle loro decisioni da una burocrazia limitante.
In questo senso, la prima iniziativa del pacchetto riguarda la realizzazione di un piano di diploma europeo che definisca un percorso concreto di cooperazione tra i Paesi dell’UE e il settore dell’istruzione superiore, come chiarisce la Commissione. Considerando la diversità dei sistemi di istruzione superiore europei, si opterà per quello che viene definito un approccio graduale con due possibili punti di accesso:
- Un marchio europeo preparatorio conferito ai programmi congiunti che soddisfino i criteri europei proposti. Insieme al diploma congiunto, gli studenti riceveranno anche un certificato del marchio di diploma europeo.
- Un diploma europeo: dunque, un nuovo tipo di qualifica sancito dalla legislazione nazionale, rilasciato congiuntamente da più università o da un soggetto giuridico comune da esse istituito, e riconosciuto automaticamente.
Per quanto riguarda invece le altre due misure, queste necessitano di rifiniture, ma in generale una è volta a migliorare i processi di garanzia della qualità e il riconoscimento automatico delle qualifiche dell’istruzione superiore, e l’altra è volta a rendere la carriera accademica più allettante e sostenibile.
Per quanto riguarda la qualità e il riconoscimento automatico, la Commissione, attraverso la sua proposta di raccomandazione, invita gli Stati membri e gli istituti di istruzione superiore a semplificare e migliorare i processi e le pratiche di garanzia della qualità. Si tratta in particolare delle condizioni necessarie per garantire la responsabilità e la fiducia e per migliorare le prestazioni delle università stesse. La raccomandazione, spiega ancora la Commissione in una nota ufficiale, sosterrebbe le offerte pedagogiche innovative e consentirebbe agli istituti di istruzione superiore di creare programmi transnazionali di qualità certificata e automaticamente riconosciuti in tutta l’UE.
La raccomandazione – proposta dal Consiglio – su carriere più attraenti e sostenibili nell’istruzione superiore mira a garantire che il personale impegnato in attività didattiche transfrontaliere – utilizzando metodi di insegnamento innovativi – riceva il riconoscimento e la ricompensa che merita. In breve, l’obiettivo è quello di garantire che tutti i sistemi nazionali di istruzione superiore affrontino le questioni critiche di riconoscimento diseguale inerenti ai diversi ruoli che il personale può assumere. Si intende altresì favorire e incoraggiare la promozione di attività di istruzione transnazionale.
Il supporto della Commissione e le parole di Schinas: una grande opportunità per i giovani
La Commissione europea sosterrà attivamente il lavoro dei paesi dell’UE per il corretto confezionamento di un diploma di laurea europeo. Tra le azioni previste c’è un laboratorio politico sul diploma europeo, da istituire nel 2025 e sostenuto dal programma Erasmus+, che mira a coinvolgere gli Stati membri e la comunità dell’istruzione superiore nello sviluppo di linee guida per un diploma europeo.
Il programma è stato accolto con favore anche dall’Associazione delle Università Europee che ha espresso un parere positivo, ma ha anche chiarito che il successo dell’iniziativa “dipende innanzitutto dall’attuazione, in tutta Europa, degli strumenti e dei mezzi relativi ai programmi congiunti già esistenti”.
In effetti, durante la conferenza stampa del 27 marzo, la stampa ha indagato più volte sulla fattibilità dell’iniziativa, ponendo domande specifiche a Schinas, Vicepresidente della Commissione europea per la promozione dello stile di vita europeo, e a Iliana Ivanova, Commissario per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani. Sono state sollevate alcune preoccupazioni, ad esempio sulla possibilità che il programma diventi elitario, anche perché per ottenere una laurea gli studenti dovrebbero studiare presso università registrate in almeno due diversi Stati membri, ma non sarebbero previsti finanziamenti aggiuntivi per sostenere questa attività.
Il canale televisivo Euronews ha approfondito la questione chiedendo se il modo in cui è strutturato l’intervento escluda gli studenti provenienti da contesti socio-economici meno abbienti. “Contrariamente all’idea elitaria, il programma è onnicomprensivo e aperto a chiunque, a qualsiasi università, di qualsiasi stato membro”, ha risposto Ivanova.
Dovrebbe quindi trattarsi di un impegno inclusivo che ha lo scopo di unire e non di evidenziare le discrepanze sociali e culturali. C’è anche da considerare l’accesso al fondo Erasmus+, grazie al quale, secondo Schinas, studentesse e studenti avranno accesso a questa opportunità. Una possibilità che deve essere affrontata con analisi e dati alla mano: i giovani devono essere educati proprio perché possano percepire appieno le possibilità che questo nuovo approccio potrebbe offrire.
I prossimi passi dell’iniziativa
Nei prossimi mesi, quindi entro la fine dell’anno, il pacchetto passerà al vaglio del Consiglio dell’Unione Europea e sarà discusso in sinergia con i principali stakeholder del settore dell’istruzione superiore. Tuttavia, prima che la burocrazia faccia il suo corso, la Commissione, promotrice della proposta, si lancia in un accorato invito – rivolto al Consiglio, agli Stati membri, alle università, agli studenti, alle parti economiche e sociali – a riflettere su come il diploma europeo possa creare nuove connessioni e possa facilitare gli spostamenti e le scelte di vita.