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I conservatori non devono lasciare l’ambiente agli attivisti del clima

Ambiente - Febbraio 6, 2025

Nascosta dietro i problemi quotidiani di criminalità, migrazione ed economia, c’è una potenziale catastrofe in agguato in Europa: si tratta delle sue riserve idriche. Meno del 40% dei laghi, dei fiumi e delle acque costiere dell’UE sono in buone condizioni ecologiche, mentre appena il 26% non è considerato chimicamente inquinato. Quest’ultimo dato è sceso di sette punti dal 2015, indicando un preoccupante declino della qualità dell’acqua in un breve periodo di tempo. Tutto questo secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione Europea all’inizio di febbraio, che ha esaminato le risorse idriche del continente.

In un mondo politicamente polarizzato è facile dimenticare la centralità delle questioni ecologiche e ambientali e il loro impatto sulla nostra società, soprattutto perché il dibattito sullo stato della natura che ci circonda tende ad essere sbilanciato a favore di programmi climatici di vasta portata. I conservatori non devono trascurare di comprendere l’importanza di un’acqua sana per la sostenibilità delle coltivazioni e per far sì che le future generazioni dei nostri popoli possano passeggiare nelle stesse foreste e prati rigogliosi di oggi.

L’indebita negligenza nei confronti dei temi ambientali, purtroppo comune nella destra, è stata dimostrata con l’annuncio della stessa commissaria che ha presentato il rapporto sulla disastrosa situazione idrica dell’UE. Jessika Roswall è la rappresentante svedese del secondo “gabinetto” di Ursula von der Leyen, e la sua responsabilità in quanto Commissario europeo per l’ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva è ben lontano dal prestigio del precedente commissario svedese, (la famigerata) Ylva Johansson come commissario per gli affari interni. Negli ambienti di destra la retrocessione del paese in quella che viene considerata una posizione poco brillante è stata ridicolizzata come una sconfitta. Forse è l’ennesima forma in cui si manifesta la banalizzazione delle questioni ambientali.

In concreto, secondo il rapporto, è l’inquinamento da nutrienti prodotto dalle attività agricole a contribuire al peggioramento dello stato delle risorse idriche europee. Il rapporto sottolinea anche il deterioramento della salute degli ecosistemi marini. Conosciamo bene le controverse misure dell’UE in questi settori, che sono state criticate per aver preso di mira gli agricoltori e la pesca. Le conseguenze di ciò che viene visto come un’inimicizia nei confronti di questi settori da parte dell’élite dell’UE è ciò che sta portando gli agricoltori a protestare in diversi paesi europei.

Questo mette i movimenti conservatori ed euroscettici in una situazione difficile, costretti a scegliere tra affrontare i gravi problemi dell’inquinamento e della pesca eccessiva e difendere gli agricoltori e i pescatori. I conservatori potrebbero dover affinare le loro formulazioni politiche su questi temi, per evitare di mettere a repentaglio il futuro delle riserve idriche europee, ma assicurandosi di non perdere il loro tradizionale sostegno nel settore agricolo. I centralisti dell’UE e gli attivisti per il clima potrebbero altrimenti stabilire un monopolio nell’affrontare questi problemi, che porterebbe solo a un’ulteriore penalizzazione sproporzionata dell’agricoltura e della pesca. Questo è un aspetto da tenere a mente mentre l’UE sta formulando una “Strategia di resilienza idrica”, che pretende di porre rimedio ai problemi.

Un altro argomento che non ha ancora ricevuto ampia copertura, nonostante le sue gravi implicazioni per la salute e la longevità della società europea, è la prevalenza di inquinanti PFAS e di altre “sostanze chimiche per sempre” nell’acqua. I PFAS sono composti sintetici utilizzati per rendere i prodotti, in particolare i tessuti, resistenti al calore, all’acqua e alle macchie. Vengono rilasciati in natura con la rottura di questi prodotti e lo smaltimento improprio. Anche questo aspetto è stato oggetto di piani d’azione da parte della nuova Commissione Europea, che fin da subito ha espresso l’ambizione di affrontare l’inquinamento da PFAS, che influisce sulla salute e sulla fertilità a lungo termine di uomini, animali e piante.

In Francia, secondo quanto riportato da Le Monde, ogni persona è vulnerabile all’eccessiva assunzione di PFAS attraverso l’acqua potabile. A Parigi, alcune aree presentano un livello di contaminazione da PFAS incredibilmente alto, fino a 60 volte i limiti raccomandati. Anche in Svezia si sono verificati degli scandali: in intere cittadine è stato riscontrato un contenuto di PFAS pericolosamente elevato nella rete idrica locale.

Su questo tema è più facile per i conservatori prendere l’iniziativa, rispetto alla questione dell’inquinamento di origine agricola. Le richieste di vietare i composti PFAS nell’UE sono già in aumento e l’unico rischio associato al loro sostegno è quello di incrociare gli interessi dell’industria che potrebbe avvelenare l’Europa per tutto il futuro.