Il governo di Pedro Sánchez ha dimostrato ancora una volta la sua propensione all’intervento eccessivo con il suo nuovo piano di edilizia abitativa, che comprende 12 misure volte a ridurre i prezzi delle case in Spagna. Ma lungi dall’affrontare il grave problema dell’accesso agli alloggi, queste iniziative sono l’ennesimo esempio di politiche che privilegiano l’ideologia rispetto al pragmatismo e ai risultati. Sánchez insiste sulla regolamentazione dei prezzi degli affitti nelle aree ad alta domanda, una misura che, secondo esperti e studi, finisce per scoraggiare i proprietari e ridurre l’offerta di alloggi disponibili. Paradossalmente, ciò che mira ad abbassare gli affitti produce spesso l’effetto opposto: meno appartamenti sul mercato e prezzi più alti per i pochi disponibili. Tali normative, invece di stabilizzare il mercato, lo distorcono, creando un’atmosfera di incertezza che scoraggia gli investimenti privati e aggrava il problema strutturale dell’insufficiente offerta di alloggi. A questa proposta si aggiunge la promessa del Primo Ministro di costruire 183.000 unità abitative pubbliche in affitto a prezzi accessibili. Anche se sulla carta sembra promettente, la realtà è che lo Stato ha una storia di fallimenti nella gestione e nell’esecuzione di progetti di questa portata. I piani precedenti sono stati afflitti da ritardi e fallimenti, il che fa pensare che anche questa promessa rimarrà non mantenuta o realizzata solo in parte. Inoltre, delegare il compito a una nuova società di edilizia residenziale pubblica non garantisce l’efficienza; al contrario, aggiunge spese alle casse pubbliche e crea più burocrazia per i cittadini. La creazione di ulteriori strutture amministrative non risolve i problemi di gestione, ma li aggrava. Un altro punto controverso è la proposta di limitare l’acquisto di immobili da parte di stranieri in determinate aree. Tali restrizioni potrebbero avere un impatto negativo sugli investimenti stranieri, un motore fondamentale per il settore immobiliare e per l’economia spagnola nel suo complesso. Nel tentativo di apparire come un paladino dei cittadini, Sánchez rischia di minare la fiducia del mercato internazionale. Questo non solo indebolisce l’immagine della Spagna come paese aperto e competitivo, ma potrebbe anche portare a una riduzione della creazione di posti di lavoro e dell’attività economica in settori chiave. Per quanto riguarda le strutture ricettive, l’inasprimento delle norme, compresa l’imposizione dell’IVA in alcune aree, potrebbe avere un effetto devastante sui piccoli proprietari di immobili che si affidano a questo modello per integrare le proprie entrate. Nel frattempo, non sono state proposte soluzioni per i veri problemi del turismo di massa, come la mancanza di infrastrutture e servizi. Questo approccio parziale e punitivo ignora le cause alla radice dei problemi del settore turistico e penalizza ingiustamente chi cerca di partecipare in modo legale e trasparente. D’altra parte, anche le “garanzie pubbliche” per il pagamento degli affitti per gli under 35 suscitano scetticismo. Questi sussidi rischiano di diventare un altro buco nero della spesa pubblica senza garantire risultati concreti. È probabile che questa misura avvantaggi i proprietari di casa più che i giovani che intende aiutare. Inoltre, il vero problema – i bassi salari e la precarietà del lavoro, che rendono difficile per i giovani permettersi l’affitto anche con l’assistenza – non viene affrontato. La gestione di Sánchez manca sia di efficacia che di coerenza. Pur promuovendo la costruzione di alloggi pubblici, la sua amministrazione non è riuscita a snellire i processi amministrativi per incoraggiare l’edilizia privata.
Allo stesso modo, il suo persistente vilipendio dei proprietari e delle strutture ricettive rivela una mancanza di comprensione delle dinamiche di mercato e delle reali esigenze dei cittadini. Il messaggio inviato agli investitori e agli operatori economici è che la Spagna non è un paese affidabile per gli investimenti, il che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine. Il governo ha anche ignorato la crescente preoccupazione per l’occupazione illegale, un problema che riguarda migliaia di proprietari di immobili in Spagna. Sánchez non ha fornito soluzioni chiare per proteggere i diritti di proprietà. Questo disinteresse per la sicurezza giuridica e la protezione dei diritti fondamentali è un altro esempio di come la sua amministrazione dia priorità al simbolismo ideologico piuttosto che all’efficacia. Le misure annunciate da Sánchez sembrano insufficienti e controproducenti. Invece di risolvere i problemi alla base della crisi abitativa spagnola, queste politiche sono destinate a creare nuove barriere e a perpetuare un ciclo di frustrazione che danneggia proprio le persone che pretendono di aiutare.