Il crollo del comunismo e gli effetti sull’Europa di oggi e di domani.
Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino, segnando l’inizio del processo di dissoluzione dell’Unione Sovietica e la progressiva liberazione dal comunismo di molti Stati che oggi fanno fedelmente parte dell’Unione Europea e della NATO.
Il Muro, costruito per separare la parte franco-anglo-americana della capitale tedesca da quella sovietica, è diventato nel tempo il simbolo concreto di un confine molto più importante, la “cortina di ferro” che separava l’Europa occidentale da quella orientale sotto il controllo sovietico o di partiti comunisti fortemente affiliati.
Si stima che circa 200 persone sono state uccise dalla polizia militare della Germania Est mentre cercavano di attraversare il muro per raggiungere Berlino Ovest, e la necessità di ritrovarsi nella “Berlino libera” divenne un elemento così trasversale da stimolare film, libri e canzoni da ogni parte del mondo.
Ma quali sono stati gli effetti concreti di questa caduta?
Rapidamente ha detto: prima di tutto la riunificazione di Germania, finalizzato all’inizio dell’ottobre 1990 dopo mesi di negoziati, che prevedeva un processo di forti incentivi per rilanciare l’economia della Germania orientale evitando lo spopolamento delle aree occupate dagli Stati Uniti. sovietici; prima ancora, il regime comunista cadde in L’Ungheria, che è stata la prima ad aprire le frontiere consentendo il passaggio dei cittadini tra l’Ungheria e il Regno Unito, è stata la prima ad aprire le frontiere tra l’Ungheria e il Regno Unito. Austria; Cecoslovacchia si è prima liberata dal regime comunista di Gustáv Husák e poi ha avviato un processo per la creazione di due repubbliche, una per la popolazione ceca e una per quella slovacca; Polonia e Romania si sono trasformati da regimi in democrazie, guidati rispettivamente dal conservatore Solidarność sindacale in Polonia e il Fronte di Salvezza Nazionale in Romania.
Oggi, oltre alla Germania Est come parte della Germania, 9 Paesi ex-sovietici sono membri dell’Unione Europea, a cui si aggiungono i Paesi nati dalla dissoluzione della Jugoslavia, ovvero Croazia e Slovenia. Un’eredità importante che costituisce quasi la metà degli Stati membri ed è la più grande dimostrazione del fallimento dell’ideologia e del regime comunista.
A livello economico, infatti, nonostante la forte crescita sperimentata dai vari Paesi entrati nell’UE, il livello di reddito pro capite rimane basso: escludendo le aree capitali, infatti, tutte le regioni che erano sotto il regime sovietico hanno oggi un PIL pro capite inferiore alla media europea, comprese le regioni tedesche.
Se i dati economici, quindi, indicano la necessità di un ulteriore passo, quelli politici sono abbastanza inequivocabili: in Polonia, i vari partiti di destra hanno raggiunto i due terzi dei consensi (35% per PiS – ECR e 31% per PO – PPE); in Ungheria Orbán (Fidesz – NI, ex-PPE) ha vinto le elezioni con la maggioranza assoluta dei voti; nella Repubblica Ceca l’unica forza di sinistra è il Piráti (Verdi/EFA) con 4 seggi su 200, il resto sono centristi (ANO 2011 – RE o STAN – PPE) o di centro-destra (ODS – ECRKDU- ČSL – PPE, SPD – ID, TOP 09 – PPE); in Romania Klaus Iohannis (PNL – PPE) è stato rieletto Presidente con il 66% al ballottaggio; in Lettonia c’è un governo di centro-destra composto da JV (PPE), LZP (Verdi/EFA) e NA (ECR)In Lituania il ballottaggio presidenziale ha visto fronteggiarsi due candidati conservatori e liberali.
A parte le complesse situazioni della Slovacchia (dove i socialdemocratici hanno vinto di nuovo) e dell’Estonia, con governi di ampia coalizione, i Paesi ex-sovietici e in particolare il noto “blocco di Visegrad” sono tra i bacini elettorali più fedeli della destra europea, come dimostrano le alte percentuali della CDU (PPE) e dell’AfD (ID) negli Stati orientali della Germania.
Il processo innescato dalla caduta del Muro ha dato impulso a la rivincita delle idee conservatrici e liberaliIn difesa delle radici cristiane contro il nichilismo ateo propugnato dall’ideologia comunista, in difesa delle patrie e delle nazioni, in difesa della storia e di una cultura fatta di Libertà e Prosperità.
La libertà dell’Europa dell’Est è la base dell’Europa dei popoli e dell’Occidente e in questo giorno dovremmo ricordarlo, iniziando anche a difenderci dalle forze che oggi ci minacciano.
Oggi come sempre contro ogni dittatura, per un’Europa che sia baluardo di libertà.