All’interno della seconda edizione dello European Congress on Family, nella cornice del Culture Weekend di ECR Party che si terrà a Dubrovnik in Croazia dal 18 al 20 ottobre, l’apertura dei lavori sarà affidata ad un panel molto interessante che guarderà al futuro della famiglia nel contesto dei valori e del territorio europeo. Il titolo dell’incontro, assolutamente centrale nel dibattito che si terrà all’interno del Congresso, è “Generations in Balance: effects of ageing demographic trends on the European economy”.
UNA POPOLAZIONE CHE INVECCHIA
Naturalmente, gli effetti che l’invecchiamento della popolazione ha sull’economia – soprattutto a fronte dei dati che parlano di un’Unione Europea sempre più anziana – non possono essere sottovalutati nell’ottica di programmare lo sviluppo economico e sociale delle economie dei Paesi membri, soprattutto in relazione alle sfide che il panorama internazionale pone sullo scacchiere per i prossimi decenni. Secondo i dati forniti da Eurostat, il 1° gennaio 2023 la popolazione dell’Unione Europea era stimata in circa 448,8 milioni di individui e, tra questi, più di un quinto (il 21,3% circa) aveva un’età pari o superiore ai 65 anni. I bambini di età compresa tra 0 e 14 anni nel 2023 rappresentavano il 14,9 % della popolazione dell’Unione Europea, mentre le persone in età lavorativa (tra i 15 e i 64 anni) erano il 63,8%. Partendo da questi dati si rileva come l’età media della popolazione dell’Unione sia più di 44,5 anni. Sono sempre i dati di Eurostat a fornire un quadro storico di questa situazione, sottolineando come tra il 2013 e il 2023 l’età media sia aumentata in tutti i Paesi membri, con le sole eccezioni di Malta e Svezia – dove è diminuita (-0,4 e -0,1 anni) – e della Germania, dove è rimasta sostanzialmente invariata.
I DATI SULLA NATALITÀ IN EUROPA
Naturalmente, a fronte di una popolazione che invecchia sempre di più, diminuiscono sostanzialmente gli strati più giovani e attivi, oltre alle nascite (in costante calo). Nel marzo del 2023 i dati forniti da Eurostat proprio sulla natalità in Europa preoccupano non poco, se si guarda al futuro demografico, sociale ed economico dell’Unione. Riferendosi al 2021, la media europea si attestava a 1,53 nascite per donna, con un totale di 4,09 milioni di nati in quell’anno. Potrebbe sembrare un miglioramento rispetto al 2020, quando i nuovi nati erano stati solamente 4,07 milioni; purtroppo, però, se si guardano le serie annuali, la tendenza generale a partire dal 2008 resta comunque in calo, considerando che in quell’anno erano stati 4,68 milioni i bambini nati. Uno degli esempi cui si può guardare è il caso italiano, dove il tasso di natalità oggi è ai minimi storici. Si parla di 1,25 nascite per donna, un dato superato soltanto dalla Spagna, che si attesta a 1,19 e da Malta, all’1,13. I primi posti nell’analisi di Eurostat sono invece per la Francia, con 1,84 bambini nati per ogni donna, seguita dalla Repubblica Ceca (1,83), dalla Romania (1,81) e dall’Irlanda (1,78).
E LA FAMIGLIA?
È proprio partendo da questi dati sulla natalità e sull’età media della popolazione europea che si devono portare avanti le analisi sulla famiglia e sul ruolo che questa può avere all’interno dell’economia europea. Il calo delle nascite porta, nel corso di alcuni decenni, ad una normale flessione della forza lavoro disponibile, che si tramuta immediatamente in un minore gettito e quindi in una diminuzione sostanziale dei fondi a disposizione del welfare e del sistema pensionistico.
Allo stesso tempo, una popolazione dell’Unione Europea sempre più vecchia rispecchia una maggiore necessità di assistenza, sia a livello familiare sia su quello sanitario, oltre ad un maggiore costo per le casse statali sotto il profilo pensionistico. Con l’innalzamento dell’aspettativa di vita questi conti aumentano vertiginosamente, fino a rendere necessari degli aggiustamenti che possono risultare impopolari. Naturalmente, la soluzione a questi fenomeni non passa e non dove passare per l’ingerenza sulle vite delle persone anziane o per il prelievo fiscale con più tasse per i lavoratori, ma da politiche (anche a livello europeo) che favoriscano la natalità, così da immettere sempre più forza lavoro nel mercato e abbassare finalmente l’età media dei cittadini dell’UE. Una posizione che sicuramente sarà facile ritrovare anche all’interno del panel del prossimo European Congress on Family a Dubrovnik.