fbpx

Il superamento della Brexit passerà dagli accordi sulla mobilità dei giovani?

Commercio ed Economia - Settembre 4, 2024

Chi pensava che con l’arrivo al numero 10 di Downing Street di Keir Starmer si sarebbe rimessa in discussione la Brexit ha di certo sbagliato l’analisi. È stato infatti lo stesso Premier britannico, poco dopo il suo insediamento, a sostenere che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea non sarebbe stata rimessa in discussione se non dalla prossima generazione di politici britannici. Dovranno, quindi, passare alcuni decenni prima che il clima politico d’oltremanica sia pronto a rivedere il suo allontanamento da Bruxelles, ma intanto qualche piccola apertura sembra comunque possibile.
IL VERTICE
Così come potranno essere i prossimi politici britannici a rivedere la Brexit, Starmer ha sottolineato come al momento ci sia comunque l’opportunità, “che capita una volta ogni generazione”, di rimettere in piedi i rapporti con l’Unione Europea. Sono state queste le parole del Premier britannico alla vigilia dell’incontro del 28 agosto a Berlino con il cancelliere Olaf Scholz. L’obiettivo del vertice, oltre alla negoziazione di un nuovo trattato di cooperazione fra i due Paesi, è sicuramente quello di riavviare le relazioni con l’Unione Europea. Tanto che, subito dopo, lo stesso Starmer è volato a Parigi per l’inaugurazione dei Giochi Paralimpici e per incontrare Emmanuel Macron. Sono innegabili, infatti, le ripercussioni dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea a seguito del referendum del 2016. Una situazione che traspare anche dalla conferenza stampa a seguito del vertice di Berlino, dalla quale si evince che la strada è ancora lunga. Naturalmente, per Starmer si tratta di un percorso in salita e pieno di ostacoli soprattutto legati all’umore degli elettori britannici. Starmer, insomma, non ha nessuna intenzione di portare avanti discorsi divisivi, nonostante i sondaggi indicherebbero una netta maggioranza che considera un errore l’uscita dall’Unione Europea.
UN DUPLICE OBIETTIVO
Le difficoltà per il Paese sono chiare: oltre alle frizioni con l’Irlanda, le ripercussioni sono soprattutto sul fronte occupazionale. La forza lavoro proveniente dai Paesi dell’Unione Europea, soprattutto quella più giovane, negli scorsi decenni ha spinto moltissimo l’economia britannica. Ora la fase economica non positiva è stata resa ancora più difficile dalla mancanza di queste risorse. Una ricucitura, anche se non proprio l’abbandono della Brexit, era quindi auspicabile ed era stata accennata anche dall’inquilino di Downing Street già dai primi giorni del suo insediamento. Quindi il vertice di Berlino, se ufficialmente serviva a discutere il rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi, naturalmente ha avuto anche lo scopo di porre i primi passi verso il riavvicinamento a Bruxelles.

RIPARTIRE DAI GIOVANI
La strategia di riavvicinamento sembrerebbe passare proprio attraverso la possibilità per i giovani dell’Unione Europea di tornare a partecipare a specifici programmi di scambio. La volontà di non aderire al piano di mobilità per la gioventù europea di Starmer (cioè, a progetti come l’Erasmus o il Leonardo) non ha infatti precluso ogni strada. Il Premier ha dichiarato di vedere la possibilità di aderire a singoli programmi di scambio nel settore universitario: una prospettiva interessante, anche se non legata a quelle offerte dalle Istituzioni europee. Infatti, l’eventuale stipula di questi scambi dovrà avvenire per via bilaterale con i singoli Paesi membri, e non nell’ottica delle politiche e dei programmi europei destinati alla mobilità dei giovani e a quelle legate al mondo accademico.

LA FORZA LAVORO
Naturalmente, se le aperture sul fronte universitario e accademico sono molto interessanti, quelle che realmente avrebbero un impatto importante sull’economia del Regno Unito e sul futuro di tanti giovani dell’Unione Europea sarebbero quelle relative al mondo del lavoro. I cronisti, infatti, non hanno mancato di incalzare Starmer sulla possibilità, un domani, di riaprire alla opportunità di una mobilità giovanile per vivere, lavorare o studiare nel Regno Unito per un periodo limitato di tempo. Il Premier non ha chiuso a questa possibilità, sottolineando che non sarebbe affatto da escludere. Tuttavia, la Gran Bretagna in autunno introdurrà un visto digitale per l’ingresso, assieme ad una tassa per i turisti europei (sistema simile a quello introdotto dall’UE o a quello USA), assieme a nuovi controlli di sicurezza alle frontiere. In ogni caso, in futuro, una qualche forma di mobilità potrebbe riprendere e sembrerebbe proprio questa l’idea che il leader laburista ha in testa. Se, quindi, per rivedere la Brexit si dovrà aspettare la nuova generazione di politici britannici, forse per riaprire alla mobilità dei giovani potrebbe bastare molto meno.