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Il Vertice di pace in Svizzera sull’Ucraina: Dialogo internazionale e assenze significative

Il 16 giugno la Svizzera ha ospitato un vertice di pace di alto livello per affrontare il conflitto in Ucraina. L’incontro, tenutosi all’Hotel Bürgenstock, ha riunito i rappresentanti di circa 100 paesi e organizzazioni internazionali, la maggior parte dei quali alleati di Kiev, con una minoranza di Stati non allineati. Nonostante il notevole sforzo della Svizzera per promuovere il dialogo, l’assenza della Russia solleva seri dubbi sulla fattibilità di qualsiasi accordo di pace raggiunto in questo forum.

La Svizzera, nota per la sua storica neutralità, si trova ad affrontare una sfida significativa nel tentativo di mediare questo conflitto. L’adozione di sanzioni contro la Russia ha portato Mosca a mettere in dubbio l’imparzialità di Berna, etichettandola come schierata con la “minoranza occidentale”. Tuttavia, il Ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis ha difeso la posizione del suo Paese definendola “neutrale ma non indifferente”, sottolineando la volontà della Svizzera di facilitare il dialogo al più alto livello politico.

Il governo svizzero ha individuato tre obiettivi principali per il summit: fornire una piattaforma di dialogo per una pace completa, giusta e duratura; promuovere un’intesa comune per raggiungere questo obiettivo; definire una tabella di marcia per coinvolgere entrambe le parti in un futuro processo di pace. Tuttavia, l’assenza della Russia al vertice rende difficile il raggiungimento di questi obiettivi. Il rifiuto di Mosca di partecipare ha inferto un duro colpo alle aspirazioni della conferenza. Secondo Brian Orend, professore di filosofia presso l’Università di Waterloo, il vertice è più uno sforzo internazionale per sostenere l’Ucraina che un vero e proprio negoziato di pace. Ciò riflette la difficoltà di portare la Russia al tavolo dei negoziati senza compromettere i principi fondamentali sostenuti da Kiev e dai suoi alleati.

Sebbene siano state invitate più di 160 delegazioni, poco più della metà ha confermato la propria presenza. L’assenza di Russia e Cina, due attori chiave sulla scena internazionale, è particolarmente degna di nota. La Cina ha ripetutamente sottolineato l’importanza di un’equa partecipazione di tutte le parti ai colloqui di pace. Senza la presenza di Mosca, Pechino ha deciso di non partecipare, cosa che l’Ucraina ha interpretato come un tentativo di boicottare la conferenza. Altri paesi come il Pakistan e il Brasile hanno messo in dubbio l’utilità della loro presenza al vertice, mentre l’India ha scelto di inviare solo un rappresentante simbolico. Anche il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden non ha partecipato personalmente, delegando il compito al Vicepresidente Kamala Harris e al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan.

Il conflitto in Ucraina ha raggiunto una situazione di stallo, con entrambe le parti incapaci di fare progressi significativi sul fronte. La controffensiva estiva dell’Ucraina non ha raggiunto i suoi obiettivi e gli attacchi russi a Kharkiv hanno solo rafforzato il sostegno occidentale a Kyiv. Questa situazione di stallo rafforza la percezione che né la Russia né l’Ucraina siano disposte a negoziare fino a quando non otterranno un vantaggio decisivo. La posizione della Russia, che insiste sul riconoscimento delle “nuove realtà territoriali” in seguito all’annessione di diverse regioni ucraine, è inaccettabile per Kyiv. Nel frattempo, l’Ucraina chiede il ritiro totale delle forze russe dai territori occupati, compresa la Crimea, come condizione non negoziabile per qualsiasi accordo di pace.

Anche se il vertice di pace in Svizzera non risolverà il conflitto, la dichiarazione finale servirà come barometro dell’opinione internazionale sulla guerra in Ucraina. La comunità internazionale, in particolare i paesi del Sud globale, osserverà i segnali di unità o disunione tra gli alleati dell’Ucraina. Senza la partecipazione della Russia e una chiara volontà di dialogo da entrambe le parti, la prospettiva di una pace duratura sembra lontana.