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Quello a cui stiamo assistendo all’interno del Parlamento Europeo è uno scenario che solo alcuni anni fa nemmeno gli analisti più illuminati avrebbero saputo prevedere. I conservatori, infatti, continuano a guadagnare terreno – e presenze – a discapito dei socialisti di S&D e dei liberali di Renew. Per fare un paragone, basti pensare che all’inizio della passata legislatura nel Consiglio Europeo (dove siedono i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri) sia Renew che S&D potevano contare su sette Capi di Stato. Nello stesso periodo nel 2019, invece, i popolari del PPE toccavano quota dieci, mentre ECR ne contava soltanto uno – numero che sarebbe poi salito con l’insediamento del Governo Meloni in Italia.
LA CRESCITA DOPO LE ULTIME ELEZIONI EUROPEE
Naturalmente, la crescita ha avuto un punto di svolta nell’ultima tornata elettorale del giugno 2024. In quel momento, gli equilibri del Parlamento dell’Unione Europea hanno iniziato a spostarsi verso destra e verso le forze più conservatrici. C’è anche da analizzare il numero di partiti a livello europeo che aderiscono a ECR. Oggi sono ben diciannove, con gli ultimi sei ingressi che sono stati approvati in concomitanza con il passaggio di consegne sulla presidenza del gruppo tra la Premier italiana, Giorgia Meloni, e il leader polacco, Mateusz Morawiecki. Una presidenza, quella della Meloni, che sicuramente ha giocato un ruolo decisivo nell’avvicinamento di diversi partiti al campo dei conservatori. Si tratta, infatti, di un trend che prosegue da alcuni anni e che in questo mese di febbraio avrà un momento importante anche nella riorganizzazione degli equilibri sugli scranni del Consiglio Europeo, quando alcuni importanti momenti di avvicendamento potranno far pesare maggiormente la presenza dei conservatori e della destra all’interno delle stesse istituzioni europee.
IL NODO DI FEBBRAIO 2025
In particolare, l’attenzione per questo mese di febbraio è tutta concentrata sulla Germania e sul Belgio. I tedeschi sono infatti chiamati alle urne il 25 febbraio prossimo e il risultato deludente della SPD è ormai abbastanza chiaro per tutti gli analisti. Al posto di Olaf Scholz, probabilmente il governo passerà alla CdU (parte del PPE a livello europeo) con Friedrich Merz. In questo modo, il PPE in Consiglio Europeo passerà da undici a dodici scranni. Per il Belgio, invece, con l’accordo raggiunto per il nuovo esecutivo guidato da Bart De Wever, nel Consiglio Europeo entrerà un nuovo esponente di ECR prendendo il posto di un membro di Renew. I liberali in questo modo da cinque leader passeranno a quattro. Il nazionalista fiammingo contribuirà quindi ad aumentare ancora di più la presenza dei conservatori in questa istituzione europea. Per i socialisti, invece, il conto degli scranni scenderà a tre con il maltese Robert Abela, lo spagnolo Pedro Sanchez (che resterà comunque Presidente) e la premier danese Mette Frederiksen. Lo stesso numero di presenze che deterrà ECR con Giorgia Meloni per l’Italia, Peter Fiala per la Repubblica Ceca e, appunto, il belga De Wever.
IL PANORAMA EXTRA-EUROPEO
Il peso dei conservatori europei sarà però importante non soltanto nel vecchio continente. Anche a livello extra-europeo, infatti, il ruolo che queste forze potranno giocare sarà molto interessante. Intanto già tra il 19 e il 22 febbraio saranno circa trenta le forze politiche che invieranno i loro rappresentanti per presenziare alla CPAC (Conservative Political Action Conference) di Washington. Un appuntamento annuale che raccoglie politici e attivisti della famiglia conservatrice da ogni parte del mondo. Inoltre, non si può non rimarcare il ruolo che la leader italiana, ex Presidente di ECR, si è ritagliata come interlocutrice privilegiata del Presidente Trump, unica tra i leader europei presenti all’Inauguration Day assieme ad una delegazione piuttosto nutrita del gruppo ECR. I conservatori potranno certamente influire sensibilmente sui rapporti con gli USA nel prossimo futuro. La richiesta statunitense, infatti, è quella di avere al fianco un’Europa forte e capace di giocare un ruolo importante in un’Alleanza che è messa a dura prova dallo scenario internazionale. Non è tanto la suggestione del MEGA (Make Europe Great Again) lanciata da Musk ad interessare i rapporti con gli USA, quanto la prospettiva di trattare da pari in un rinnovato patto tra Stati Uniti ed Europa.