Difendere la natura con l’uomo al suo interno, quindi difendere l’agricoltura tradizionale e la biodiversità abbracciando l’innovazione da una prospettiva conservatrice. Questo è il riassunto del manifesto emerso dalla conferenza di tre giorni del partito irlandese ECR che si è svolta tra Dublino e la splendida cornice di Kilkenny nell’ambito del Weekend della Cultura dal 3 al 5 novembre. La conferenza era intitolata in modo molto appropriato “Tradizioni e innovazione: Un futuro conservatore per gli agricoltori europei”.
Quando descrive la visione antropocentrica dell’ambientalismo conservatore, il presidente dell’ECR Giorgia Meloni ama spesso ricordare le parole di Roger Scruton: “L’ecologia è la quintessenza della causa conservatrice perché è l’esempio di quell’alleanza che difendiamo tra i morti, i vivi e i non nati”. Il filosofo conservatore ha posto al centro del suo pensiero verde il concetto di oikophilia, ovvero l’amore per la propria casa, in senso più ampio, l’amore per l’ambiente come casa in cui tutti noi viviamo. Un’idea che contrasta con la visione fortemente ideologica della sinistra “verde” e dei movimenti per il cambiamento climatico, che vedono l’ambiente come qualcosa che l’umanità deve espellere perché pericoloso per la propria sopravvivenza.
A Kilkenny, dove si è svolta la tavola rotonda dell’ECR, il conservatorismo verde ha posto alcuni grandi interrogativi sul futuro dell’agricoltura in Europa.
Da una prospettiva conservatrice, la tesi fortemente ideologica secondo cui l’agricoltura è una delle attività con il maggiore impatto sull’ambiente è semplicemente paradossale. Dalle discussioni è emerso chiaramente che l’agricoltore è la prima “sentinella” ambientale sul territorio, soprattutto perché è nel suo interesse di imprenditore garantire il benessere del mondo naturale che lo circonda.
La missione è quella di abbracciare l’innovazione e sviluppare la green economy, ma con un’ottica di difesa della tradizione, del pragmatismo e del buon senso, come è stato chiarito in una delle più importanti conservazioni tra il Ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, e il Commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Coniugare il benessere ambientale ed economico con la tutela della biodiversità e delle specificità nazionali tradizionali sono i punti chiave su cui sviluppare un’agenda conservatrice verde, anche in vista delle prossime elezioni europee.
Allo stesso modo, è stata sottolineata l’importanza della lotta agli alimenti sintetici, come quella di un’economia verde che offra maggiore convenienza al consumatore ma anche prosperità alle imprese europee, la difesa di agricoltori, allevatori e pescatori che rischiano di pagare un prezzo molto alto per le politiche attualmente incluse nel Green Deal europeo. Inoltre, è stato concordato che non deve esistere un’etichettatura Nutriscore che non rispetti la diversità, la tradizione e i prodotti tipici nazionali.
Infine, i conservatori intendono sostenere con forza i prodotti naturali e la capacità produttiva europea, perché la mancanza di crescita non è mai felice e significherebbe solo un aumento delle importazioni. A loro volta, aumenterebbero la nostra dipendenza da Paesi stranieri che seguono protocolli produttivi e ambientali completamente diversi. Un motivo in più per ricordare, come ha fatto il Commissario Wojciechowski, che “la carne sintetica non è carne, il latte sintetico non è latte”, per cui il modello europeo non può essere quello del cibo sintetico, prodotto in grandi fabbriche all’estero, mentre i nostri agricoltori sono costretti a chiudere le loro aziende a causa di sciocche scelte ideologiche.
Il modello agricolo conservatore europeo è in netto contrasto con la maggior parte delle politiche adottate finora nell’UE su questo tema, con un approccio eccessivamente burocratico radicato nelle ideologie dell’estrema sinistra. Sarà assolutamente necessario uno sforzo da parte di tutta la famiglia ECR, in occasione delle prossime elezioni europee, per cambiare i rapporti di forza nel Parlamento europeo e nelle altre istituzioni interessate, affinché in Europa sia finalmente possibile un nuovo modello di sviluppo che rispetti l’ambiente, ma anche l’uomo e le sue attività.