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La legge dell’UE protegge i lupi dalle pecore

Legale - Luglio 20, 2024

L’11 luglio 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU) ha stabilito che l’attuale divieto di caccia al lupo in Austria è valido, in base alla cosiddetta Direttiva Habitat.

Nel giugno e luglio del 2022, un lupo ha ucciso 20 pecore in Tirolo. Il governo regionale ha autorizzato l’esclusione temporanea dalla protezione e la sua rimozione, in quanto rappresentava un pericolo imminente e significativo per le mandrie e le colture.

Cinque ONG animaliste e ambientaliste, tra cui il WWF, hanno impugnato la decisione del Tirolo in Austria, sulla base del citato strumento giuridico dell’UE.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Tirolo aveva dei dubbi sul diritto dell’UE applicabile all’Austria e ha quindi chiesto alla CGUE di pronunciarsi in via pregiudiziale.

La Corte di Lussemburgo ha ricordato che non solo la Direttiva Habitat, ma anche la Convenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, firmata il 19 settembre 1979 a Berna (Svizzera), di cui l’Unione Europea è parte, classifica il lupo nell’elenco delle specie sottoposte a rigorosa protezione.

Ha inoltre ricordato che l’articolo 12, paragrafo 1, della Direttiva Habitat, che prevede il divieto di uccidere i lupi, non lo consente se la popolazione di lupi raggiunge uno stato di conservazione favorevole.

L’articolo 16, paragrafo 1, della stessa direttiva consente l’abbattimento se non esistono alternative soddisfacenti, se la deroga non mette a rischio la popolazione di lupi, se si può dimostrare l’interesse a proteggere la diversità biologica e se è necessaria per prevenire gravi danni. Tuttavia, la Corte tirolese dubitava che la popolazione dovesse essere valutata a livello locale e nazionale, o anche oltre.

Il relatore, il giudice bulgaro Alexander Arabadjiev, e i suoi colleghi sostengono innanzitutto che l’eccezione consentita dall’articolo 16, paragrafo 1, deve essere interpretata in modo restrittivo e tenendo conto della conservazione a lungo termine della popolazione di lupi.

In seguito, insieme alla Commissione, affermano che una prima fase di valutazione deve essere effettuata a livello locale e nazionale, per poi procedere a una seconda valutazione a livello transfrontaliero.

Inoltre, la Corte tirolese ha sollevato l’ambiguità del concetto di “danno grave”, in particolare se esso copre i futuri danni indiretti, come dovrebbe, a nostro avviso, al fine di proteggere il settore primario. Ad esempio, che dire dell’abbandono delle aziende agricole e della conseguente riduzione del numero totale di mandrie?

Seguendo ancora una volta la Commissione Europea, la CGUE risponde negativamente; il pericolo deve essere “almeno in gran parte attribuibile” al lupo e deve essere accreditato un nesso causale, o almeno, un nesso di alta probabilità tra il divieto di abbattimento del lupo e il danno grave.

Al contrario, Arabadjiev et al. non accettano eventuali sviluppi macroeconomici a lungo termine, che considerano simili a un rischio astratto o a un danno causato da cause diverse e multiple.

Infine, il giudice del rinvio in Tirolo ha chiesto se un’eventuale alternativa soddisfacente all’abbattimento del lupo significhi un’alternativa tecnicamente soddisfacente e/o un’alternativa economicamente soddisfacente. A nostro avviso, per proteggere il settore primario, è necessario includere la considerazione economica. Ad esempio, le misure di protezione dei pascoli e delle greggi, come recinzioni, cani da pastore o pastori, comportano costi molto rilevanti.

Per la terza volta, la Corte segue la Commissione Europea nel preferire misure come “mezzi preventivi non letali”, adattando, ove possibile, le pratiche umane per promuovere una “cultura della coesistenza tra la popolazione di lupi, le mandrie e gli allevatori”. Questo suona piuttosto ingenuo o ideologico, come se l’istinto naturale degli animali (in questo caso i lupi) non determinasse la loro condotta.

Secondo la CGUE, i costi economici possono essere presi in considerazione, ma non “in modo decisivo”. Gli agricoltori potrebbero dover sostenere “costi particolarmente elevati” prima di ricorrere all’uccisione di un lupo per salvare le loro pecore. I fondi dell’UE sono a disposizione degli Stati membri per l’attuazione di tali misure. A nostro avviso, ciò equivale a dare priorità alla disponibilità di denaro dei contribuenti a favore dell’ideologia dell’UE.

Fonte dell’immagine: Euractiv