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La mostra di Roma su Tolkien mostra le sue radici conservatrici

Cultura - Novembre 17, 2023

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Mezzo secolo fa usciva nelle librerie italiane la prima edizione italiana de Lo Hobbit. Ancora cinquant’anni fa quel brillante uomo di nome John Ronald Reuel Tolkien lasciava la vita terrena. Per rendere omaggio all’uomo che tanto ha dato all’umanità attraverso la creazione dei suoi mondi fantastici, l’epopea dei suoi personaggi e il sistema di valori ben impresso in ognuno di essi, il governo italiano ha realizzato una mostra dal titolo “Tolkien. Uomo, professore, autore”. Questo è stato voluto in particolare dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Si tiene presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. I lettori e gli amanti della trilogia del Signore degli Anelli potranno visitarlo dal 16 novembre all’11 febbraio 2024. Una collezione completa come mai prima d’ora. Centinaia di foto, documenti, video, manifesti e persino lettere di editori italiani. Dettagli sull’uomo, il padre e l’amico, nonché sull’autore e le sue opere. Ovviamente ci sono anche i cimeli degli adattamenti cinematografici.

Emerge anche il forte legame che Tolkien ha con l’Italia, paese che visitò nel 1955 viaggiando da Venezia ad Assisi, e il suo rammarico di non essere in grado di parlare la lingua italiana. “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento piuttosto perso senza la possibilità di provare a parlarlo”, scrive in una lettera del suo diario intitolata Giornale d’Italia.

Inoltre, si pone fine alla disputa che da quando Giorgia Meloni è arrivata al governo della nazione sembra essere particolarmente appassionata del mondo culturale e intellettuale italiano. John R. R. Tolkien è un conservatore e la sinistra italiana lo ha sempre guardato con ripugnanza. A sinistra si è sempre detto che nel 1968 il Signore degli Anelli era la “Bibbia degli Hippy”. Non è un errore, ma come argomentazione appare piuttosto frettolosa e riduttiva di fronte a un raffinato linguista e studioso di popoli antichi come Tolkien. Lui, in una Gran Bretagna anglicana modernista, in compagnia di C. S. Lewis e G. K. Chesterton si è sempre dichiarato ferocemente cattolico e conservatore. È anche la ferrea opposizione al materialismo che rende possibile la creazione di mondi fantastici. Inoltre, tra i vari documenti resi pubblici in occasione della straordinaria mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, è possibile leggere le lettere con cui gli editori di sinistra stroncavano le opere di Tolkien. Infatti, la prima casa editrice in Italia che decise di pubblicare l’intera opera fu Rusconi. Questo accadeva negli anni ’70 quando era considerato vicino al mondo della destra. Qual è stata, invece, sempre in Italia la casa editrice che ha pubblicato per prima Lo Hobbit? Era il 1973 e a decidere di farlo fu Adelphi, anch’essa ostracizzata a sinistra perché non conforme al pensiero unico che, soprattutto, in quel periodo si voleva imporre.

Sarà proprio in quei libri che, da quel periodo storico a oggi, la destra giovanile italiana potrà trovare un nuovo mondo a cui attingere. L’esempio metapolitico più importante fu quello dei Campi Hobbit, quei luoghi dove tutto ebbe inizio. È anche grazie a quelle esperienze che oggi Giorgia Meloni governa la nazione. È anche grazie a questa lotta tra bene e male che oggi i conservatori sono così apprezzati. Grazie, professore. Come direbbe lei: “Il mondo è davvero pieno di pericoli, e ci sono molti luoghi oscuri; ma ci sono ancora cose belle, e nonostante l’amore sia ovunque mescolato al dolore, cresce forse più forte”.

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