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La Romania entra in Schengen dopo 20 anni di attesa

Costruire un’Europa conservatrice - Gennaio 3, 2025

Bene, bene, bene, guarda un po’ chi è riuscito finalmente a partecipare alla festa di Schengen: la Romania! Dopo aver indugiato per anni sulla soglia, stringendo l’invito e aspettando il cenno del buttafuori, la Romania è entrata nel club senza frontiere dell’Unione Europea a partire dal 1° gennaio 2025. L’Area Schengen è quella zona europea esclusiva in cui le frontiere interne sono di fatto inesistenti. È la sezione VIP dell’Europa, dove puoi passare da un paese all’altro senza esibire il passaporto come un turista smarrito. La Romania, insieme al suo partner in attesa, la Bulgaria, dal 2007 guardavano alla corda di velluto di Schengen con un misto di speranza ed esasperazione. Le loro domande di adesione a Schengen sono state bollate come “in sospeso” più volte di quante se ne possano contare, a causa di preoccupazioni legate alla corruzione, allo stato di diritto e, siamo onesti, a un pizzico di dramma politico. Ma ecco che le cose sono cambiate. Dopo una serie di piroette diplomatiche e un processo di allentamento graduale che ha visto l’abolizione dei controlli alle frontiere aeree e marittime, nel marzo 2024 è stato eliminato l’ultimo ostacolo: i controlli alle frontiere terrestri. L’Austria, l’ultima a tenere il veto più stretto di un tamburo, ha finalmente allentato la presa, permettendo a Romania e Bulgaria di ottenere la piena adesione a Schengen. I festeggiamenti sono stati grandiosi come ci si aspetterebbe da un paese che ha aspettato per quasi due decenni. I fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo e, in una mossa carica di simbolismo, i ministri degli Interni di entrambe le nazioni si sono riuniti sul Ponte dell’Amicizia sul fiume Danubio per alzare cerimoniosamente la barriera di confine. Cosa significa tutto questo per il rumeno medio? Tanto per cominciare, i viaggi spontanei in Europa sono diventati molto più facili. Non dovrai più armeggiare con i passaporti a ogni posto di blocco o sopportare lo sguardo gelido dei funzionari di frontiera. È il pass veloce per viaggiare in Europa. Dal punto di vista economico, si tratta di un momento di grande successo. Una più facile circolazione di beni e servizi significa che il commercio può fluire come un buon vino rumeno, stimolando l’economia e potenzialmente attirando investimenti. Anche il turismo dovrebbe subire un’impennata, dato che i viaggiatori possono ora includere la Romania nelle loro escursioni europee senza il fastidio dei controlli alle frontiere. Ma non lasciamoci trasportare troppo da questa vittoria. L’Area Schengen, pur essendo un simbolo di unità e libertà, ha le sue sfide. Negli ultimi anni alcuni paesi membri hanno ripristinato i controlli alle frontiere in risposta alle pressioni migratorie e alle preoccupazioni per la sicurezza. La Romania dovrà rimanere vigile, assicurandosi di rispettare gli standard che derivano dall’appartenenza a Schengen. Inoltre, sebbene l’eliminazione dei controlli alle frontiere sia una pietra miliare significativa, non si tratta di una bacchetta magica che risolverà istantaneamente tutti i problemi di fondo. La Romania deve ancora affrontare sfide interne, tra cui l’instabilità politica e le disparità economiche, che richiedono attenzione al di là del riconoscimento di Schengen. Questa vittoria accende anche i riflettori su questioni critiche come il traffico di droga e la tratta di esseri umani. Con l’eliminazione dei controlli alle frontiere, i trafficanti potrebbero vedere l’opportunità di sfruttare le nuove rotte aperte, sfruttando la posizione della Romania come porta d’accesso tra l’Europa orientale e occidentale.

Il transito senza soluzione di continuità di merci e persone, pur essendo un tratto distintivo di Schengen, potrebbe inavvertitamente favorire le reti criminali riducendo gli ostacoli alle attività illecite. Nel grande arazzo dell’integrazione europea, l’adesione della Romania a Schengen è sicuramente un filo colorato, simbolo del progresso e dell’incessante ricerca dell’unità. È una testimonianza della resilienza e della determinazione del paese a essere riconosciuto come un attore di pari livello sulla scena europea. Alla Romania, finalmente entrata nel club di Schengen, che sorseggia il dolce sapore della libertà senza confini. Che questo nuovo capitolo sia pieno di opportunità, crescita e forse un po’ meno burocrazia. Dopotutto, la Romania se l’è guadagnato, vediamo come lo userà.