360 milioni di cittadini europei si preparano al voto. Dal 6 al 9 giugno, infatti, gli elettori dei 27 Stati dell’UE si recheranno alle urne per rinnovare il Parlamento del Vecchio Continente. Rispetto a cinque anni fa, è cambiato sia il numero degli aventi diritto – visto che nella scorsa tornata votarono anche gli abitanti del Regno Unito, usciti poi ufficialmente dall’Europa il 31 gennaio 2020 – sia il contesto geopolitico. Peseranno moltissimo sulle decisioni dei cittadini del Vecchio Continente gli strascichi della pandemia, il conflitto russo-ucraino, le crisi energetiche e climatiche, gli ingressi irregolari in Europa ed il problema dei flussi migratori incontrollabili (secondo il rapporto di Frontex, nei primi due mesi del 2024 hanno messo piede all’interno dei confini europei, in maniera irregolare, 31.200 persone; la rotta più battuta è diventata quella occidentale, con 12.100 migranti che hanno lasciato le coste della Mauritania per approdare sulle coste delle Isole Canarie), il green deal da rivedere o riformare e la perdita di competitività delle imprese europee rispetto a Stati Uniti e Cina. In ballo non c’è soltanto la composizione politica degli emicicli di Strasburgo e di Bruxelles, bensì il futuro dell’Europa, con le sue priorità da affrontare e con nuovi temi che dovranno essere inseriti al centro dell’agenda politica delle Commissioni.
L’attesa sta per finire, così come la campagna elettorale. Gli occhi degli analisti politici si stanno posando soprattutto su alcuni Paesi che avranno un ruolo chiave nel determinare i nuovi equilibri continentali. Tra questi c’è sicuramente l’Italia. I prossimi 8 e 9 giugno – nello “Stivale” si vota sabato 8 dalle 14:00 alle 22:00 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23:00 – 47 milioni di aventi diritto saranno chiamati ad eleggere 76 rappresentanti, ossia il 10,55% dei 720 eurodeputati.
Fratelli d’Italia si presenta come partito leader. Rispetto al 2019 – quando da quinta forza politica del Paese riuscì ad eleggere il Co-Presidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, Nicola Procaccini (eletto nella Circoscrizione dell’Italia centrale), il Capodelegazione FdI-ECR Carlo Fidanza (Circoscrizione Nord-Ovest), Sergio Antonio Berlato (Circoscrizione Nord-Est), Pietro Fiocchi (Circoscrizione Nord-Ovest), Chiara Maria Gemma (Circoscrizione Sud), Giuseppe Milazzo (Circoscrizione Isole), Denis Nesci (Circoscrizione Sud), Vincenzo Sofo (Circoscrizione Sud) e Raffaele Stancanelli (Circoscrizione Isole) – ha altri numeri, un altro peso politico e istituzionale e oltre 580 giorni di buon governo. Il lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, tanto a livello nazionale quanto internazionale, ha ridato credibilità alla Nazione. Che l’Italia, grazie alle direttive, alle linee di indirizzo e alle politiche del governo Meloni, conti molto di più in Europa è un fatto assodato. Anche la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, candidata come “spitzenkandidaten” dal Partito Popolare Europeo, in occasione del dibattito tra i candidati designati ad insediarsi a Palazzo Berlaymont ha ribadito di aver lavorato molto bene con il Primo Ministro italiano. Il vento è cambiato e a sottolinearlo ci ha pensato anche Nicola Procaccini.
“Obiettivamente – ha dichiarato a margine del Premio Città di Roma il Co-presidente del Gruppo ECR, nonché candidato di Fratelli d’Italia per le Europee nella circoscrizione dell’Italia centrale alla posizione numero 2, proprio dietro il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – in Europa non si guarda più all’Italia con pregiudizio, lo stesso che aveva accompagnato la nascita di questo governo guidato dal Premier Giorgia Meloni. Oggi, la situazione è diversa e lo si può vedere anche dal modo e dai toni utilizzati dai più importanti organi d’informazione europei per raccontare il nostro Paese. Se il più autorevole giornale tedesco ammette di aver sottovalutato gli italiani o se uno dei più considerevoli quotidiani britannici si interroga per capire come ha fatto l’Italia a fare ciò che la Gran Bretagna poteva solo sognarsi, senza considerare che tutti i giorni ci sono attestati di questo tenore a sottolineare proprio il cambio di prospettiva, vuol dire che finalmente l’Italia viene vista in una posizione forte, credibile e solida. È arrivato il momento in cui bisogna consolidare questo posizionamento. Ora o mai più”.
L’Italia, insomma, è pronta a prendersi la scena e a ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno delle Istituzioni continentali.
“Credo che il punto di equilibrio sia destinato a spostarsi a destra”, ha aggiunto Procaccini. “Credo che già oggi si possa dire che la Commissione europea, essendo espressione dei governi e non del Parlamento, sarà di centrodestra, così come il Consiglio Europeo. Credo altresì che i Conservatori, grazie a Fratelli d’Italia in particolare, possano essere protagonisti. Ci sono degli elementi oggettivi. Penso che l’Italia, proprio attraverso Fratelli d’Italia, possa avere un ruolo di capofila nelle istituzioni europee che forse non ha mai avuto fino ad oggi. Fino ad ora, ci hanno sempre considerato come il fanalino di coda, ci chiamavano il “Malato d’Europa”, oggi invece possiamo contare su un governo solido, stabile, che sta ottenendo risultati importanti. Tutto questo, oltre ad alimentare l’ottimismo, sta creando anche un effetto positivo in giro per l’Europa e sta conferendo una notevole spinta morale anche alle altre forze conservatrici”.
Per le Europee il movimento politico del Premier italiano ha stilato un manifesto nel quale viene rivendicata la difesa dell’identità dei popoli e delle Nazioni del Vecchio Continente. Fratelli d’Italia vuole che l’Europa si dimostri un gigante politico in grado di ricoprire un ruolo da protagonista nello scenario internazionale e che sia capace di affrontare le sfide del nostro tempo, come la politica estera, la difesa, la sicurezza dei confini esterni, la regolamentazione dei flussi migratori, il mercato unico e l’energia. Il modello proposto è quello di un’Europa confederale che rispetti i principi di sussidiarietà e proporzionalità sanciti dai trattati istitutivi dell’UE e che lasci le politiche nazionali alle competenze dei singoli governi. Nel programma per le Europee di Fratelli d’Italia sono elencati i 15 punti focali che dovranno cambiare l’Europa. Dal settore del lavoro, con investimenti sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione, alla giustizia e alla lotta alla criminalità, si passa alla difesa della categoria degli agricoltori, della sovranità alimentare e della natura – ma senza eco-follie, alla salute e ad una sanità efficiente al servizio della persona, alla crescita demografica come chiave del futuro, alla centralità dell’economia e alle azioni per contrastare la concorrenza sleale, fino alla protezione dei confini europei (centrale sarà anche lo sviluppo del Piano Mattei per l’Africa) e alla capacità dell’Europa di garantire la pace e l’indipendenza energetica (l’Italia può e deve essere un hub energetico per l’Europa). Cruciali sono pure le strategie per un continente più competitivo sul piano industriale, ma anche le linee di indirizzo per la cosiddetta economia del mare, le indicazioni volte a garantire le pari opportunità e a contrastare ogni forma di violenza di genere e i dettami inerenti all’intelligenza artificiale.
“Diciamo che in Europa c’è da cambiare più di qualcosa, perché, alla fine, il consuntivo di questi ultimi cinque anni è stato pressoché disastroso sotto diversi punti di vista”, ha continuato Procaccini, copresidente dell’ECR. “In particolare, mi viene in mente questo approccio furioso alla transizione verde che ha creato problemi di ogni tipo in termini di produzione e di economia, ma soprattutto a livello sociale e pure in termini di conservazione dell’ambiente. L’idea è quella di rinnovare molto, è opportuno modificare proprio le basi e difendere l’idea originale dell’Europa, che è una confederazione di Nazioni libere e sovrane e non il super Stato federalista che le sinistre vorrebbero imporre, spogliando ogni Paese delle sue competenze per darle a Bruxelles. Questo è un progetto che contrastiamo fortemente e sono convinto poi che lo avverseranno anche i cittadini italiani ed europei. Tutto ciò mi fa essere ancora più fiducioso sulle elezioni che sono ormai imminenti”.
La campagna per le Europee di Fratelli d’Italia si chiuderà il prossimo 1° giugno, a Roma, con il discorso del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. A fare da sfondo al comizio finale sarà la centralissima Piazza del Popolo, che per l’occasione sarà gremita da sostenitori provenienti da ogni angolo del Paese. Tutti uniti dalla volontà di cambiare l’Europa.