
Arriva puntuale, in un quadro geopolitico veramente complesso, la nettezza della posizione italiana grazie all’intervento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla convention CPAC dello scorso 21 febbraio. L’evento più atteso del movimento conservatore statunitense ha consentito al Premier di fare il punto su quanto sta accadendo su scala globale e di ribadire l’impegno dell’Italia nel voler trovare soluzioni che possano prevedere una sinergia tra l’Europa e gli USA. Nonostante, nei giorni precedenti, i colloqui tra Russia e USA a Riyadh abbiano messo in seria discussione l’appoggio degli Stati Uniti all’Ucraina, considerando anche delle esternazioni esplicite di Donald Trump relative alla condotta e alla persona di Zelensky, definito “un comico mediocre, un dittatore”. Parole forti che non hanno lasciato indifferenti né lo stesso numero uno ucraino, che per il bene del Paese si sarebbe detto pronto alle dimissioni, a patto che l’Ucraina sia ammessa nella NATO, né l’Europa, che cerca di rispondere camminando in un equilibrio molto precario. Tuttavia, le posizioni – o meglio, gli equilibri – stanno cambiando rapidamente. Lunedì 24 febbraio sono accadute diverse cose che lasciano intendere un nuovo stravolgimento: Trump e Macron si sono incontrati e hanno discusso in favore di una pace che, stando alle fonti ufficiali, non delegittimi l’Ucraina e che sia duratura. Specificatamente, il tycoon ha riferito: “Usa e Francia hanno combattuto insieme in diversi conflitti e insieme metteremo fine alla sanguinosa guerra in Ucraina” e ha inoltre aggiunto che i timori di una terza guerra mondiale non sono così infondati; motivo per cui la collaborazione deve restare un punto fermo per avviare i paesi coinvolti verso la stabilità. Il G7 del 24 febbraio ha rappresentato l’occasione adatta per gettare nuove basi, un modo per capire come far funzionare i nuovi ingranaggi per i quali pare che gli USA non vogliano andare contro la Russia e puntare comunque a una riaffermata pace con l’Ucraina. Da annoverare anche le parole di Putin che, secondo quanto riportato dalla Tass, avrebbe aperto all’Europa; dunque, una partecipazione ai negoziati completa. Non è dato sapere se nell’equazione sia prevista la presenza di Zelensky. A questo punto tutte le strade sono pensabili, ma forse non percorribili. Ad ogni buon conto, il leader americano, a fine giornata, ha anche riferito ai media di aver parlato con entrambe le parti e che presto ci saranno aggiornamenti interessanti.
Infine, Trump ha dedicato parole importanti a Giorgia Meloni, affermando fondamentale l’alleanza con l’Italia e ritenendo il Premier italiano un grande leader.
CPAC: le premesse
Parole di stima, dunque, che Trump aveva già espresso in passato, ma che assumono un peso specifico diverso dopo l’intervento di Meloni alla CPAC. Come si diceva, la convention si è tenuta in un periodo politicamente fragile in cui tutto il mondo è in allerta. Non ha aiutato il saluto di Bannon, ex consigliere di Donald Trump, interpretato come nazista. Il fatto, smentito dallo stesso Bannon, che ha giustificato il saluto come “consueto” quando si confronta con il suo pubblico, ha fatto sì che Jordan Bardella non prendesse parte alla convention, reputando il gesto come volontario e consapevole. Meloni è intervenuta ore dopo, andando subito al sodo e bypassando tutte le questioni collaterali alla manifestazione. Il Presidente del Consiglio italiano ha messo subito in chiaro che l’Italia è un Paese in crescita e che, se è vero “che l’Occidente non può esistere senza l’America, per meglio dire le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in Centro e Sud America, anche quei Paesi non esisterebbero senza l’Europa”. Dunque, non è ammissibile pensare a una scissione, a un cambiamento tanto radicale da non vedere più popoli come quelli citati con una comunione di intenti.
L’intervento di Meloni alla CPAC
Un intervento molto intenso quello di Meloni che, da remoto, dallo scranno di Palazzo Chigi, ha ripercorso le tappe dal suo insediamento fino alle delicatissime questioni politiche attuali che vanno a riguardare alleanze, cooperazioni e scissioni. Il premier ha ricordato il sospetto delle opposizioni, secondo cui un governo conservatore in Italia avrebbe messo il Paese in seria difficoltà, visto come una Nazione isolata. “Si sbagliavano”, ha detto Meloni, definendo la narrazione “falsa”, perché ad oggi “l’Italia prospera”. Una prosperità che si riflette nei numeri: come quelli dell’occupazione, “livelli record”, ma anche nell’economia e in una politica fiscale che è “tornata sulla buona strada”. Non ha mancato di riferire sul lavoro svolto relativamente ai flussi migratori illegali, “diminuiti del 60% durante l’ultimo anno”. Si è poi espressa sul concetto di libertà, riferendo di come le politiche adottate e le misure messe in atto abbiano consentito maggiore libertà all’intero popolo italiano.
Il messaggio per Trump
[referring to the opponents and all those who see the disconnect as irremediable between the US and the EU]Per giorni si sono susseguite voci di un distacco, quasi impossibile da sanare, tra UE e USA. Meloni, tuttavia, ha voluto ricordare quanto l’alleanza con gli Stati Uniti sia importante e si è detta pienamente sicura di avere Trump dalla parte dell’Europa. Sulla questione ha detto: “io lo conosco, è forte ed efficace, scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l’Europa come distante, lontana, persa, io vi dico che non è così”. Meloni crede perciò nell’alleato Trump e crede nella possibilità di arrivare a sedersi a un tavolo in cui sia una comunicazione fitta e ferrata a portare a una tregua vera e duratura. Questo passaggio lega perfettamente con quello relativo, invece, alla guerra in Ucraina. Secondo Meloni, l’Europa è molto consapevole di dover proteggere la propria sicurezza, anche perché avrebbe nel proprio DNA le abilità necessarie per non lasciarsi sopraffare. Ha infatti fatto riferimento alle invasioni controllate e ai dittatori rovesciati. “Un popolo orgoglioso [Ukraine] si batte per la propria libertà contro un’aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership”. Un fattore che Meloni vede come fondamentale nella propria politica, e che ha voluto evidenziare durante il proprio intervento, è quello della protezione dei valori occidentali. Il Premier ha infatti spiegato che, dal proprio punto di vista, una sinistra radicale vorrebbe andare a “cancellare la nostra storia, mimare l’identità che ci appartiene, dividere nazionalità, ideologia e genere”. Perciò il suo, ma più in generale dei conservatori del mondo, è un auspicio che vede i cittadini protagonisti di un futuro in cui la radici ci sono ancora, in cui i valori, in cui questa corrente di pensiero crede, vengano preservati a fronte di cambiamenti estremi. Altresì ha detto che in nessuno modo lei, o i suoi colleghi conservatori, possono rappresentare una minaccia per la democrazia, anzi. “I cittadini continuano a votarci perché semplicemente le persone non sono ingenue come si tende a credere. Votano per noi perché difendiamo la libertà. Le sue parole accorate sono state premiate con una standing ovation a cui Meloni ha risposto che la CPAC “ha capito prima ancora di tanti altri che la battaglia politica per i valori di noi conservatori non si combatte solo negli Stati Uniti. È una battaglia del mondo occidentale: io credo ancora nel mondo occidentale, non solo nei confini geografici, ma come civiltà”.
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