L’Italia ha detto no al MES. Il Parlamento italiano ha votato contro la riforma del fondo di salvataggio. La sinistra era già pronta, come sempre, a dichiarare il fallimento dello Stato italiano e della sua economia. Eppure, non è successo nulla del genere.
Il voto negativo del governo è stato espresso da Fratelli d’Italia e Lega, mentre Forza Italia si è astenuta. Tutto ciò non ha messo minimamente in discussione la stabilità del governo, che è stato sempre chiaro sulle sue posizioni in materia. Tuttavia, per un breve momento, è sembrato che il MES stesse per essere approvato, con vari esponenti della sinistra e giornalisti pronti a celebrare un possibile cambio di idea da parte della destra e una conseguente divisione all’interno della coalizione. E infatti il MES stava per essere approvato, ma come strumento per aprire una linea di credito per l’Italia e negoziare in Europa su questioni più importanti per il Paese.
Invece, Fratelli d’Italia e Lega non hanno mostrato alcuna esitazione quando si è trattato di votare. Sono stati perfettamente coerenti con quanto affermato in passato: il MES in Italia non sarà approvato da un governo di centro-destra. Inevitabilmente sono arrivate accuse e profezie di sventura: sfiducia da parte degli investitori, speculatori pronti a colpire l’Italia, l’Unione Europea che perde fiducia nell’Italia, e così via. Tutto falso. Senza entrare nel merito dell’economia reale, dove le recenti tendenze dei consumi e dell’inflazione dimostrano che l’Italia è un Paese vivace e non certo moribondo, anche i mercati hanno dimostrato la loro indifferenza alla decisione italiana. Lo spread, venerdì scorso, ha chiuso a 157 punti (non si vedeva dallo scorso giugno) e il rendimento dei BTP è al 3,5% (il più basso da agosto 2022). Per quanto riguarda il mercato azionario, l’indice FtseMib ha superato i 30.000 punti, il massimo dal giugno 2008.
“Non ho visto crollare le borse europee e non mi sembra che lo spread sia salito alle stelle”, ha commentato Marco Osnato, presidente FdI della Commissione Finanze della Camera. Ha attaccato: “Se Francia e Germania non l’hanno presa molto bene, è perché hanno qualche preoccupazione in più di noi sulla stabilità delle loro banche. Mi sembra normale”.
Anche Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha risposto durante un’audizione ai numerosi membri dell’opposizione che nei giorni scorsi lo hanno accusato e hanno chiesto le sue dimissioni. Tra l’altro, la richiesta di dimissioni non è una grande novità, visto che da quando la destra è salita al potere in Italia, la sinistra ha praticamente chiesto le dimissioni di tutti i suoi membri.
“Alcune cose vanno in qualche modo chiarite – esordisce Giorgetti -. Non ho mai detto in Parlamento, in sedi europee o in qualsiasi altra sede che l’Italia avrebbe ratificato il MES. Ho letto cose assurde e totalmente false. Nei forum europei ho ricordato che il Parlamento italiano, competente e sovrano in materia, aveva rinviato il voto in risposta a una richiesta dell’opposizione”. Ha concluso spiegando di aver già anticipato nelle sedi europee quale sarebbe stato il voto del Parlamento italiano, compreso il Movimento 5 Stelle.