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Lotta al crimine organizzato: le nuove priorità per l’Europa

Legale - Giugno 28, 2024

Nel maggio del 2021 il Consiglio europeo ha definito le 10 priorità per l’Unione Europea, nella lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità, per il ciclo EMPACT 2022-2025. Nel 2022 le priorità pensate dall’Unione Europea hanno portato a 9.922 arresti all’interno degli Stati membri, al sequestro di oltre 180 milioni di euro, di 62 tonnellate di sostanze stupefacenti e all’apertura di 9.262 inchieste Sono state inoltre identificate 4.019 vittime della tratta di esseri umani e arrestati 3.646 trafficanti di migranti (fonte dati: https://www.consilium.europa.eu/). Numeri interessanti, ma che di certo non possono essere sbandierati come traguardi, soprattutto se si pensa all’enorme volume d’affari legato alla tratta di esseri umani sulle rotte dei migranti in direzione delle coste mediterranee d’Europa. Il prossimo anno, con la scadenza del ciclo EMPACT 2022-2025, le priorità messe nero su bianco dalle cancellerie europee dovranno necessariamente essere aggiornate, probabilmente seguendo il trend di uno scenario internazionale profondamente mutato e che fa fronte a sfide completamente diverse. L’instabilità alle porte d’Europa apre nuovi canali di migrazione e di flussi criminali, così come opportunità e rischi legati all’utilizzo delle nuove tecnologie – prima fra tutte l’intelligenza artificiale, senza dimenticare le criptovalute – aprono nuovi e diversificati scenari d’indagine.

Priorità per l’Europa 2022-25

Partiamo dall’analisi di quanto posto dall’Europa come priorità in termini di lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità per il ciclo EMPACT 2022-2025. Come abbiamo già avuto modo di richiamare, si tratta di 10 differenti priorità che puntano a coprire tutte le declinazioni di criminalità e di atti criminali all’interno del panorama europeo.

Si parte con il contrasto alle reti criminali ad alto rischio. L’obiettivo in questo caso è quello di procedere all’individuazione e alla eliminazione di tutte quelle reti criminali caratterizzate dall’uso di violenza, armi da fuoco, corruzione, intimidazione e riciclaggio dei proventi criminali attraverso sistemi finanziari sommersi o paralleli. Qualcosa che nel nostro paese purtroppo conosciamo e contrastiamo da fin troppo tempo con la lotta alle mafie. Una materia per la quale molte cancellerie europee potrebbero guardare agli asset proposti dal Governo italiano durante i vertici internazionali.

Tema assolutamente centrale, soprattutto con molte scadenze elettorali alle porte in grandi scenari internazionali, è il contrasto agli attacchi di natura informatica. Purtroppo, la declinazione della priorità avanzata dall’Unione Europea non sembra guardare agli scenari internazionali e al comportamento criminale di alcuni Paesi nei confronti dei processi democratici occidentali. Ad esempio, non si fa riferimento alle fake news e all’ingerenza straniera sui social alla vigilia delle più importanti tornate elettorali L’obiettivo per questa seconda priorità è, infatti, più legato al contrasto ai singoli criminali che organizzano attacchi informatici, con particolare attenzione verso quanti offrono online dei servizi di natura criminale. Uno sguardo che forse, in questo caso, andrebbe allargato al sistema.

La terza e la quinta priorità sono purtroppo strettamente collegate dal punto di vista dei fenomeni che puntano a scardinare. Riguardano la lotta alla tratta degli esseri umani, o meglio lo smantellamento delle reti criminali che su questa attività prosperano, e il contrasto al traffico di migranti. In particolare si guarda allo sfruttamento dei minori e a tutto il sistema di minaccia alle famiglie rimaste in patria cui sono spesso soggette le vittime della tratta. Un’attività che sempre più spesso utilizza anche canali informatici, soprattutto per il reclutamento di nuove vittime. Per quanto riguarda i migranti, si cerca di colpire la rete che svolge funzioni di collegamento e di favoreggiamento dei flussi migratori illegali lungo tutto il percorso di migrazione, dai luoghi d’origine dei migranti fino alle coste europee.

La quarta priorità riguarda un fenomeno terribile che purtroppo è ancora presente anche all’interno dei confini europei: lo sfruttamento sessuale di minori online e offline. In questo settore si punta a combattere la produzione e la diffusione di materiale pedopornografico, con una particolare attenzione allo sfruttamento online.

Si punta poi al traffico di stupefacenti e alle reti criminali che si occupano di questo. In tale senso, anche visti i flussi internazionali e la natura delle sostanze presenti sul mercato europeo, non ci sono distinzioni tra i vari stupefacenti, avviando le attività di contrasto a 360 gradi. Una battaglia, questa, che non può perdere forza soprattutto in relazione al contesto europeo.

Frodi, oltre a reati economici e finanziari, sono poi una priorità che si declina non soltanto online, ma anche in relazione alle accise, alla proprietà intellettuale, alla contraffazione di merci o al riciclaggio di proventi. Si tratta di elementi importanti sui quali è però necessaria anche l’armonizzazione delle legislazioni, soprattutto per procedere alla persecuzione di reati che possano coinvolgere diversi stati membri. Un impegno che, nella nuova conformazione che sta prendendo l’Europa dopo le elezioni del 2024, non potrà di certo essere abbandonato.

Si parla poi di criminalità ambientale, oltre che di reati contro il patrimonio, quindi rapine e furti organizzati, anche legati a beni di lusso (come veicoli) oppure al commercio illegale di beni culturali, fino al traffico di armi da fuoco e alla fornitura di documenti falsi, come elemento trasversale a tutte le altre priorità.

 

Il nuovo assetto europeo e le sfide per la sicurezza

La formazione del nuovo Parlamento Europeo dopo le elezioni di giugno 2024, con i pesi e contrappesi mutati rispetto al precedente panorama politico, non potrà prescindere anche dai temi della sicurezza e della lotta alla criminalità. Le richieste che arrivano dai popoli europei sono chiare e anche le cancellerie dovranno tenere conto di quanto i cittadini europei vanno chiedendo a gran voce. Soprattutto viste le crisi scoppiate ai confini dell’Unione Europea con la guerra in Ucraina, in Medioriente con Gaza e principalmente sul fronte Sud dell’Europa con l’immigrazione attraverso il Mediterraneo. La lotta alla criminalità organizzata, con la conclusione del ciclo EMPACT 2022-2025, dovrà quindi vedere un nuovo assetto e nuove priorità di intervento. Naturalmente, compito dell’Italia sarà quello di cercare di far prevalere un approccio che il nostro Paese ha sviluppato nella lotta alla mafia e al terrorismo. Si può parlare di quello che lo stesso Governo del Premier Meloni ha ribattezzato come “modello Italia”. Alla Base non può mancare il concetto di cooperazione tra gli Stati membri nella lotta al crimine all’interno dei confini dell’Unione Europea. Bisogna essere pronti e preparati – anche a livello di forze dell’ordine – per affrontare tutte quelle minacce che possono provenire da reti criminali che ormai operano su livello transnazionale. Non ci si trova più di fronte a criminalità locali, ma a delle vere e proprie multinazionali del crimine organizzato. In questo modo, oltre alla certezza del diritto e della pena – lavorando ancora una volta sull’armonizzazione dei sistemi degli Stati membri – anche attraverso diversi confini, si deve puntare ad aumentare la sicurezza dei cittadini dell’Unione Europea. Bisogna ricordare che su questi temi la legislazione italiana rappresenta una vera e propria avanguardia, soprattutto nella lotta al crimine organizzato.

Sono quindi abbastanza chiari i punti su cui si dovrà puntare nella costruzione delle priorità per il prossimo ciclo EMPACT. In prima battuta deve essere centrale l’impegno tra gli Stati membri dell’Unione nel facilitare lo scambio di informazioni tra le varie procure nazionali. A tal proposito, una delle proposte avanzate dal Governo italiano è quella di procedere all’uniformazione del sistema di elaborazione dei dati. In questo modo sarà più facile incrociare le informazioni e venire a capo dei fili intessuti dalle reti criminali. Elemento successivo a questo non può che essere la garanzia, sul piano civile, dell’assolvimento degli obblighi in uno qualsiasi degli Stati dell’Unione. Non si può, infatti, pensare che attraversato un confine si possa godere di trattamenti differenti. Infine, uno dei punti molto sentiti e portati con forza all’attenzione dell’Unione Europea da parte del Governo italiano, è quello del contrasto all’integralismo religioso e al terrorismo di matrice islamista Una questione molto sentita anche dal resto delle cancellerie europee e che potrebbe segnare un punto importante nella lotta alla criminalità per i prossimi cicli EMPACT.