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Politica economica e occupazione

Legale - Gennaio 27, 2025

La politica economica e l’occupazione sono disciplinate dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il Parlamento europeo e il Consiglio possono adottare un regolamento che stabilisce una procedura di indagine sulla politica economica degli Stati membri da parte del Consiglio e della Commissione (articolo 121); d’altro canto, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale, il Comitato delle regioni e un Comitato per l’occupazione interno al Consiglio collaborano per definire orientamenti annuali di cui gli Stati membri devono tenere conto nelle loro politiche occupazionali (articolo 148). Il 29 aprile 2024, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato un nuovo regolamento per garantire un coordinamento efficace delle politiche economiche e la sorveglianza di bilancio multilaterale, ovvero la procedura di indagine sulla politica economica degli Stati membri da parte del Consiglio e della Commissione, come previsto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Tale procedura, comunemente e legalmente nota come “semestre europeo”, mira a garantire una convergenza duratura dei risultati sociali degli Stati membri. In particolare, comporta la formulazione e l’attuazione di linee guida per l’occupazione per gli Stati membri, compresi i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali, e delle relative raccomandazioni specifiche per paese. Per tale formulazione e attuazione, il regolamento fa riferimento a un quadro di valutazione sociale e all’identificazione dei rischi per la convergenza sociale. Il Consiglio redige una relazione annuale sullo stato di avanzamento della situazione socio-economica degli Stati membri e rivolge loro delle raccomandazioni. Il Pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dalle tre istituzioni dell’UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) il 16 novembre 2017, esprime principi e diritti per il funzionamento del mercato del lavoro e dei sistemi di welfare nell’Unione europea. Ribadisce alcuni dei diritti già presenti nell’acquis dell’Unione, ma aggiunge anche nuovi principi che affrontano le sfide derivanti dagli sviluppi sociali, tecnologici ed economici. Prima di poter essere considerati giuridicamente vincolanti a livello europeo, devono essere inclusi nella legislazione secondaria. Con la procedura del semestre europeo, sono stati effettivamente inclusi, ma non sono chiaramente vincolanti, poiché il risultato della procedura di coordinamento è l’emissione di linee guida e raccomandazioni, non vincolanti per definizione (soft law). Per attuare i principi proclamati nel Pilastro europeo dei diritti sociali, il 4 marzo 2021 la Commissione europea ha proposto un piano d’azione con tre obiettivi principali da raggiungere entro il 2030: il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un’occupazione; il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare a corsi di formazione ogni anno; e dovrebbe esserci una riduzione di almeno 15 milioni del numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale.

Il quadro di valutazione sociale delinea inoltre diciassette misure come concretizzazione della convergenza sociale: partecipazione degli adulti all’apprendimento negli ultimi 12 mesi; quota di abbandoni precoci dell’istruzione e della formazione; livello di competenze digitali degli individui; tasso di giovani che non frequentano corsi di istruzione, lavoro o formazione; il cosiddetto divario occupazionale di genere; rapporto tra quintili di reddito; tasso di occupazione; tasso di disoccupazione; tasso di disoccupazione di lunga durata; crescita del reddito familiare lordo disponibile pro capite; tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE); tasso di rischio di povertà o di esclusione per i bambini; impatto dei trasferimenti sociali (diversi dalle pensioni) sulla riduzione della povertà; divario occupazionale dei disabili; sovraccarico dei costi abitativi; bambini di età inferiore ai 3 anni che ricevono un’assistenza formale per l’infanzia e necessità di cure mediche non soddisfatte autodichiarate. Di conseguenza, gli Stati membri devono tenere conto di questi orientamenti e raccomandazioni in materia di occupazione, compreso il quadro di valutazione sociale e i rischi per la convergenza sociale, quando prendono le loro principali decisioni in materia di politica sociale e occupazionale. Al Parlamento europeo viene concessa la partecipazione alla procedura del semestre europeo. Sono coinvolti anche i parlamenti degli Stati membri, i sindacati e i rappresentanti dei datori di lavoro. Fonte dell’immagine: Roxana Mînzatu