Nel corso del mandato legislativo 2019-2024 si è verificato un cambiamento sismico nell’arena internazionale, come ad esempio un contesto geopolitico sempre più instabile e volatile, caratterizzato dal ritorno della politica delle grandi potenze, dalla competizione USA-Cina, dalla guerra in Ucraina e dai conflitti in Medio Oriente. Con questi cambiamenti, anche la stessa Unione Europea si è trasformata. In particolare, l’Unione Europea è diventata sempre più consapevole della necessità di sviluppare un’autonomia strategica in ambito geopolitico, anche nel campo della difesa. L’UE ha compiuto progressi sostanziali in questa direzione e ora è una priorità assoluta per la maggior parte degli Stati membri e dei partiti politici dell’UE.
Infatti, per le prossime elezioni europee, uno dei 10 impegni del manifesto dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) è quello di potenziare le capacità di difesa europee, nel rispetto delle competenze degli Stati membri. In particolare, l’ECR si impegna a rafforzare l’industria della difesa europea, a continuare a sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa, a migliorare la cooperazione UE-NATO e a rafforzare la base industriale, tecnologica e di difesa dell’Europa per garantire che gli Stati membri siano in grado di sviluppare e produrre una gamma completa di capacità militari in quantità sufficienti e con breve preavviso.
Anche il PPE ha iniziato a rendersi conto dell’importanza della difesa e della sicurezza, ma una forte presenza dell’ECR nel Parlamento europeo dopo le prossime elezioni di giugno è fondamentale per garantire che il PPE (che probabilmente continuerà a presiedere la Commissione europea), mantenga la giusta rotta in termini di difesa. In particolare, c’è il rischio che partiti come Rinnova Europa, che fa parte della grande coalizione di von der Leyen e di cui fa parte il presidente francese Macron, cerchino di allontanare l’UE dai suoi forti legami transatlantici con gli USA e la NATO. Il disprezzo di Macron nei confronti dell’America e della NATO è ben noto. Più a sinistra dello spettro, il falso “pacifismo” e le deliranti opinioni “antimilitariste” della Sinistra e dei Verdi/EFA, così come la loro tacita simpatia per i nemici dell’Occidente, siano essi Russia, Cina o Iran, sono ben noti. Per questi motivi, una forte presenza dell’ECR è essenziale per garantire che l’Europa continui a dare priorità a una politica di difesa coerente e lungimirante che rafforzi le capacità militari e la prontezza militare dell’Europa, assicurando al contempo che la forte relazione transatlantica con gli Stati Uniti e la NATO nel suo complesso sia alimentata e rafforzata a beneficio di tutte le parti.
Per quanto riguarda le priorità specifiche nel campo della difesa nel prossimo mandato, alcuni indizi utili possono essere trovati nelle “Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza e la difesa dell’UE” che il Consiglio dell’UE ha approvato il27 maggio 2024. In questo documento, gli Stati membri riconoscono che “l’ordine internazionale basato sulle regole è sempre più messo in discussione da potenze revisioniste e regimi autoritari, mentre le tensioni internazionali sono in aumento”, ma riconoscono anche che “il ruolo dell’UE come attore di sicurezza e difesa è stato significativamente rafforzato”. A questo proposito, gli Stati membri hanno concordato 5 priorità principali nel campo della difesa per il prossimo mandato legislativo dell’UE.
La prima priorità che continuerà a dominare l’agenda dell’UE in termini di difesa è la guerra in Ucraina. Il Consiglio ha sottolineato il continuo sostegno dell’UE all'”indipendenza, sovranità e integrità territoriale” dell’Ucraina e, a questo proposito, si è impegnato a mantenere tutto il sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico necessario all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario. Ad esempio, gli Stati membri hanno sottolineato l’importanza di accelerare e rafforzare le ulteriori consegne di materiale militare in base alle esigenze più urgenti dell’Ucraina, come munizioni, artiglieria, missili o droni, affrontando al contempo le necessità dell’Ucraina a medio e lungo termine. È evidente che il ritorno della guerra nel continente europeo è stato e continuerà a essere la principale priorità dell’UE nel prossimo mandato legislativo e gli Stati membri devono essere all’altezza della sfida. L’Ucraina si trova in una fase critica della guerra e la sua capacità di sconfiggere l’invasione di Putin dipende dall’assistenza degli alleati occidentali.
La seconda priorità evidenziata dal Consiglio è quella di “spendere di più e meglio insieme” per garantire “la disponibilità di prodotti per la difesa”. A questo proposito, il Consiglio sottolinea la necessità di garantire che la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) sia “in grado di soddisfare le esigenze delle forze armate degli Stati membri” e di “sviluppare capacità di nuova generazione e all’avanguardia ed essere all’avanguardia nell’innovazione tecnologica”. Si tratta di un obiettivo fondamentale per l’UE, dato che negli ultimi decenni l’Europa ha chiaramente dormito in termini di spesa per la difesa nonostante le sfide alla sicurezza non manchino, come l’annessione russa della Crimea nel 2014 e la crescente volontà della Russia di impegnarsi in una guerra ibrida contro i paesi europei. In ogni caso, meglio tardi che mai, come si suol dire. Ora che l’Europa si è finalmente svegliata, è essenziale investire nella base tecnologica e industriale della difesa europea, promuovere le industrie di difesa nazionali, promuovere l’acquisto congiunto di materiale militare e adottare standard più armonizzati per le armi e le attrezzature militari per consentire una maggiore interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri. Gli eserciti europei si stanno militarizzando e stanno diventando più assertivi, quindi se l’Europa non aumenta le proprie scorte militari e non rafforza la propria base industriale di difesa, non avrà le capacità operative e l’efficacia necessarie.
La terza priorità è aumentare la capacità dell’UE di agire in ambito internazionale, anche in regioni come il Mar Rosso, il Sahel o il Medio Oriente. Inoltre, il Consiglio sottolinea l’importanza di “rendere pienamente operativa la capacità di dispiegamento rapido dell’UE (RDC dell’UE) entro il 2025” e di svolgere “ulteriori lavori per raggiungere la piena capacità operativa della capacità di pianificazione e condotta militare (MPCC) entro il 2025”, e sottolinea l’importanza che gli Stati membri “attuino l’impegno di mobilità militare” per garantire la capacità di inviare forze militari su larga scala con breve preavviso all’interno dell’UE.
La quarta priorità è rafforzare la resilienza dell’UE e garantire l’accesso ai settori strategici. Nell’ambito di questo pilastro, il Consiglio sottolinea l’importanza di “rafforzare la prevenzione, l’individuazione, la deterrenza, la resilienza e la risposta alle minacce ibride, alle FIMI, alle minacce informatiche e alle attività maligne che colpiscono l’UE” attraverso “l’operatività dell’EU Hybrid Toolbox e dell’EU toolbox per contrastare la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere”. Questo aspetto è particolarmente importante nel contesto della crescente minaccia rappresentata dai cyberattacchi russi e cinesi. Nelle sue conclusioni, il Consiglio sottolinea anche l’importanza strategica dello spazio, dell’aria e del mare, chiedendo all’UE di sviluppare un ruolo strategico maggiore in tutti e tre.
Infine, la quinta priorità è rappresentata dai partenariati dell’UE, che il Consiglio definisce un “pilastro indispensabile degli sforzi dell’UE per promuovere la pace e la sicurezza nel mondo” e per “sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole”. Tra le altre cose, gli Stati membri sottolineano la continua importanza del “partenariato strategico con la NATO sostenuto dal forte legame transatlantico”, che è “essenziale per la sicurezza e la stabilità euro-atlantica”.
In conclusione, porre la difesa come priorità in cima all’agenda europea per il prossimo mandato legislativo è fondamentale e, a giudicare dai manifesti dei partiti e dalle conclusioni del Consiglio citate, sembra che le istituzioni dell’UE se ne siano finalmente rese conto, dopo essersi trascinate per decenni e essersi attenute al presupposto errato che il “pacifismo” come mezzo piuttosto che come fine nelle relazioni internazionali avrebbe tenuto al sicuro gli europei. L’Europa deve quindi investire nella difesa come settore strategicamente e industrialmente importante. L’Europa deve continuare a sostenere adeguatamente l’Ucraina, aumentare la spesa per la difesa, rafforzare la base industriale europea della difesa per garantire che l’UE sia in grado di produrre un numero sufficiente di armi e materiali e che questi siano tecnologicamente avanzati, perseguire una maggiore interoperabilità, investire in acquisti militari congiunti e rispondere adeguatamente alle minacce informatiche.