I telefoni e i dispositivi mobili dovranno avere etichette di efficienza più precise.
Secondo il Financial Times, l’UE ha avviato le procedure per le modifiche relative ai requisiti degli smartphone e dei dispositivi mobili in generale, per garantire un ciclo di vita più lungo per i dispositivi tecnologici e scongiurare il rischio di obsolescenza programmata, previsto dalla maggior parte delle aziende di telefonia mobile.
Il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, presenterà la proposta di direttiva già dopo la pausa estiva. Il commissario francese ha spiegato quanto sia necessaria una legislazione in merito per contrastare la malsana abitudine, imposta dalle case di produzione negli ultimi anni, di cambiare smartphone al massimo ogni 3 anni. Questa durata dei dispositivi tecnologici non è ammissibile, né per una mera questione economica, né per la cura dell’ambiente che non può più essere considerata una previsione marginale nel mondo della produzione di massa.
La richiesta della Commissione Europea prevede che almeno 15 componenti, tra cui batterie e altri elementi essenziali per il funzionamento degli smartphone, possano rimanere disponibili come pezzi di ricambio per almeno 5 anni dalla data di immissione sul mercato del relativo oggetto, oltre a una durata della batteria di almeno 500 ricariche complete senza che i segnali di deterioramento attualmente previsti facciano aumentare la vendita di nuove batterie o l’acquisto di un nuovo smartphone da parte dell’utente. I caricabatterie poi, secondo le nuove direttive, dovranno essere, entro il 2024, compatibili con quasi tutti gli smartphone già presenti sul mercato, in modo da evitare l’accumulo di tali accessori difficili da smaltire.
Ogni smartphone dovrà avere un’etichetta di efficienza energetica, come quelle già utilizzate per la maggior parte degli elettrodomestici in commercio, in cui dovrà essere indicata la durata minima della batteria e la resistenza testata alle cadute, in modo da evitare brutte sorprese agli acquirenti con un dispositivo tecnologico che supera, come spesso accade, le migliaia di euro e che potrebbe avere problemi di funzionamento già dopo i primi mesi di utilizzo. Le misure allo studio comprenderanno l’affidabilità, la facilità di smontaggio per facilitare la sostituzione dei singoli elementi, gli incentivi per le riparazioni, l’accesso ai pezzi di ricambio critici e l’aumento del riciclaggio.
L’intenzione di Bruxelles sarà anche legata all’eliminazione delle pratiche commerciali sleali, estendendo la lista nera delle pratiche vietate nel mercato dell’UE. Con la nuova normativa, quindi, i produttori di dispositivi tecnologici non potranno più omettere l’eventuale presenza di caratteristiche tecniche, come software e applicazioni interne, volte a degradare deliberatamente il dispositivo per facilitarne la sostituzione. Le qualità ecologiche dei prodotti non possono essere più ostentate se non adeguatamente testate. Non potranno più esibire marchi legati alla sostenibilità se non riconosciuti dalla comunità europea e se non sono giustificati da specifici test di laboratorio e non potranno omettere la possibilità che il dispositivo smetta di funzionare con l’uso di parti di ricambio non originali.
Le nuove norme non avranno come obiettivo solo quello relativo alla durata dei dispositivi elettronici ma, aumentando il loro ciclo di vita, contribuiranno a ridurre le emissioni di CO2 di circa 10 milioni di tonnellate, un risultato possibile solo, ad esempio, con l’eliminazione di 5 milioni di auto dalla strada.
Nel convincere l’Europa a rendere più stringenti le normative relative alla possibilità di rigenerare gli smartphone, si sta diffondendo anche la tendenza ad acquistare cellulari ricondizionati, ovvero dispositivi di seconda mano che vengono rimessi sul mercato dopo essere stati accuratamente puliti e disinfettati e dopo aver subito una serie di controlli talmente specifici da poter permettere all’azienda che li vende di fornire una nuova garanzia che può anche superare i 2 anni tipici di un prodotto nuovo. La scelta di un telefono cellulare ricondizionato è stata la scelta migliore per un’utenza sempre più vasta, anche in Italia, invece di acquistare un oggetto che altrimenti sarebbe costato fino a 3 volte tanto. La proliferazione di siti web che offrono telefoni cellulari ricondizionati a prezzi relativamente molto vantaggiosi ha permesso di valutare il mercato degli smartphone di seconda mano, da qui al 2024, in circa 65 miliardi di euro ed entro il 2027 potrebbe crescere fino al 10% in più.
Secondo lo studio del sito Certideal, specializzato nella vendita di prodotti tecnologici ricondizionati, il mercato è in espansione anche in Italia e regioni come Lombardia, Liguria e Lazio hanno il maggior numero di clienti tra i 20 e i 70 anni, che hanno scelto telefoni ricondizionati con una buona media di soddisfazione. Rispetto al 2020, infatti, nelle 3 regioni appena citate, la spesa per gli elettrodomestici ricondizionati è raddoppiata nel 2021 ed è in aumento.
Un altro fatto rilevante è che i marchi che subiscono il maggior numero di “rigenerazioni” sono quelli più rinomati anche perché hanno sicuramente la maggior parte del mercato e vengono scelti soprattutto per una questione di accettazione sociale da parte dei più giovani, che hanno imparato, nel tempo, ad accettare l’eventualità che il loro oggetto tecnologico alla moda sia un oggetto di seconda mano ma apparentemente completamente nuovo.
Con la battaglia contro l’obsolescenza programmata portata avanti dall’UE, i produttori di tecnologia di tutto il mondo dovranno adeguarsi a regole che potranno finalmente garantire trasparenza e correttezza all’utente medio che, altrimenti, si troverebbe a dover gestire spese impreviste per uno strumento, come lo smartphone, divenuto giustamente essenziale nella vita di tutti i giorni. Attualmente in ogni casa europea o quasi, i cassetti sono pieni di accessori, siano essi caricabatterie con cavo o auricolari o gli stessi telefoni cellulari, che non avranno più ragione di esistere e che dovranno, quindi, essere smaltiti in un modo o nell’altro e senza la certezza che la procedura sia eseguita secondo la legge. L’obiettivo primario è la capacità di riciclare ogni possibile elemento del dispositivo mobile per evitare che duri meno del tempo necessario ad ammortizzarne il costo. La possibilità di chiedere ai produttori di creare oggetti che possano essere utilizzati con gli stessi accessori, anche se di marche diverse, non sarà certo accettata di buon grado, ma è ormai necessario offrire un’economia di consumo che possa definirsi davvero ecologica.
Se gli smartphone e i tablet, così come gli smartwatch e i telefoni cellulari di vecchia generazione, avessero la possibilità di essere rigenerati in caso di danni o problemi hardware, con l’utilizzo di pezzi di ricambio sempre disponibili e riciclabili, il consumo energetico necessario per la loro produzione e il loro utilizzo si ridurrebbe di un terzo. Alcuni Paesi europei, come la Francia, hanno già avviato le procedure per adeguarsi ai più recenti standard ecologici legati alla tecnologia e la pressione sulle aziende più grandi è già notevole. In Italia la questione è stata appena presa in considerazione, ma l’aumento del mercato degli elettrodomestici ricondizionati fa ben sperare. L’Italia è attualmente all’undicesimo posto nel mondo, tra le nazioni più dipendenti dall’uso degli smartphone e prima in Europa, con un mercato in netta crescita nonostante il calo del mercato tecnologico globale dovuto alla pandemia e alla mancanza di offerta a causa della guerra in Ucraina. Questi dati suggeriscono che l’Italia potrebbe essere la prima nazione a beneficiare di un cambiamento così importante nella produzione e commercializzazione dei dispositivi mobili e, le aziende locali, potrebbero sfruttare le nuove opportunità di business internazionale che la nuova normativa potrebbe introdurre.
La tecnologia è attualmente uno dei principali settori economici del mondo e l’ottimizzazione della produzione dovrebbe essere un elemento chiave nella definizione della nuova era. L’Europa sta promuovendo un cambiamento che potrebbe essere epocale per l’intero mercato globale dei dispositivi mobili.
Autore: Alessandro Fiorentino
The text was translated by an automatic system