Il cosiddetto Semestre Europeo è stato creato nel 2010 come procedura annuale non vincolante di soft law per gli Stati membri al fine di coordinare le rispettive politiche economiche. Per quanto riguarda le aree macroeconomica, fiscale e monetaria, ciò è abbastanza logico se nell’Unione Europea esiste una moneta quasi unica, l’euro. Tutte le nazioni europee che hanno aderito all’Unione monetaria rinunciano per definizione a una propria politica monetaria, che ora viene gestita da Francoforte. Ciò richiede che vengano considerate e curate le condizioni di base per mantenere la moneta unica a un livello che rifletta il potere economico e il mercato unico dell’Unione. Data la sua importanza, questo strumento di soft law può essere considerato piuttosto forte. Inoltre, negli ultimi anni il semestre europeo è stato esteso alla politica ambientale e, più recentemente, a questioni sociali più ampie. Perché questo sia necessario e come i diversi gruppi politici stiano reagendo a questa tendenza in seno al Parlamento europeo è, quindi, un esercizio necessario, soprattutto tenendo conto del fatto che sotto il titolo “sociale” molte competenze possono essere in pratica trasferite a Bruxelles, anche se formalmente sono di competenza degli Stati membri. Il Gruppo Popolare Europeo, attraverso un nuovo progetto di relazione redatto dalla deputata spagnola Maravillas Abadia Jover proprio all’inizio dell’attuale legislatura, chiede alla Commissione di includere nel semestre europeo raccomandazioni specifiche sull’accessibilità degli alloggi e di promuovere gli investimenti nell’edilizia abitativa, anche attraverso gli strumenti finanziari della Banca Europea per gli Investimenti. Ritiene inoltre che la revisione del quadro normativo dell’UE per il settore abitativo dovrebbe proteggere i proprietari di case da un’ulteriore diminuzione dell’offerta. Tuttavia, ciò presenta due evidenti difetti: in primo luogo, l’espressione “quadro normativo dell’UE per il settore dell’edilizia abitativa” è ambigua, in quanto il quadro normativo per il settore dell’edilizia abitativa appartiene principalmente agli Stati membri, mentre l’UE non ha alcuna competenza in materia al di là di un’unica menzione nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE; in secondo luogo, i proprietari di case non hanno bisogno di essere protetti dalla diminuzione dell’offerta, in quanto ne sono effettivamente avvantaggiati; chi deve essere protetto dalla diminuzione dell’offerta sono i cittadini degli Stati membri che desiderano diventare proprietari di case e a cui viene impedito l’accesso alla proprietà a causa della diminuzione dell’offerta. Il relatore del PPE chiede inoltre che il semestre europeo affronti l’impatto socioeconomico della solitudine sulla produttività e sul benessere promuovendo una strategia europea. Perché non promuovere gli Stati membri a sostenere la famiglia, invece di eludere l’appello per questa istituzione tradizionale, il fondamento della società come direbbe la conservatrice Dichiarazione di Praga? La signora Abadia Jover propone una carta europea per le famiglie numerose, anche se, in base alla sussidiarietà, sarebbe meglio realizzarla a livello nazionale. La reazione dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), sotto forma di emendamenti presentati da tre dei sei membri della commissione per l’Occupazione e gli Affari Sociali dell’ECR, gli onorevoli Maląg, Teodorescu ed Elena Donazzan, è quella di chiedere alla Commissione di effettuare controlli sulla competitività di ogni nuova proposta legislativa, tenendo conto dell’impatto complessivo della legislazione europea sulle imprese e su altre politiche e programmi dell’UE.
Nel frattempo, l’altro grande gruppo politico che sfida la tendenza centralista, il gruppo dei Patrioti per l’Europa, chiede alla Commissione di non far ricadere l’onere della conversione dell’efficienza energetica delle case sulle famiglie e di porre l’Europa all’avanguardia nella ricerca e nell’innovazione a livello globale, soprattutto nelle tecnologie dirompenti, al fine di raggiungere l’obiettivo di una spesa del 3% del PIL in R&S entro il 2030. In particolare, sono state le delegazioni ungherese e francese di quest’ultimo gruppo, rappresentate da Pál Szekeres e Mélanie Disdier, a cercare di correggere la bozza di relazione in questa direzione. Fonte dell’immagine: Wikipedia