Il governo spagnolo è coinvolto in un grave scandalo di corruzione che coinvolge diversi ex ministri del Partito Socialista dei Lavoratori (PSOE), fino al primo ministro Pedro Sánchez e ai suoi familiari più stretti.
Il cosiddetto caso “Koldo” dimostra fino a che punto Sánchez e i suoi alleati sono disposti a spingersi per preservare il loro potere, anche se ciò significa calpestare lo stato di diritto.
Il partito conservatore VOX ha preso una posizione decisa chiedendo l’imputazione dello stesso Sánchez e di diversi suoi ministri. Il Partido Popular (PP), partito di centro-destra, sta accennando a una possibile mozione di sfiducia e attualmente sta portando avanti un’indagine sul caso al Senato.
Il caso Koldo è stato una rivelazione schiacciante dei meccanismi interni dell’amministrazione di Sánchez.
Victor de Aldama, noto come il “presunto faccendiere” di questo scandalo, è comparso volontariamente davanti al Tribunale Nazionale e ha testimoniato dettagli scioccanti che coinvolgono alti funzionari del Partito Socialista (PSOE).
Aldama ha fornito le prove della distribuzione di buste contenenti ingenti somme di denaro contante; personaggi di spicco come José Luis Ábalos, membro del Parlamento spagnolo, Santos Cerdán, segretario organizzativo del PSOE, e Koldo García, consigliere di Ábalos, avrebbero ricevuto tangenti.
Ancora più grave, Aldama ha suggerito un collegamento diretto con Pedro Sánchez e Begoña Gómez, la moglie di Sánchez, legando ulteriormente questa amministrazione al cuore della corruzione.
Marta Castro, coordinatrice legale nazionale di VOX, ha sottolineato che “la persona indagata ha fornito dettagli sul suo coinvolgimento che corroborano le indagini dell’Unità Operativa Centrale” (in spagnolo Unidad Central Operativa, UCO).
Ha inoltre sottolineato l’importanza di chiamare a rispondere tutte le parti responsabili: “Chiederemo al tribunale di indagare fino in fondo, in modo da scoprire tutte le responsabilità penali che possono corrispondere a questo governo corrotto”.
Pedro Sánchez ha sempre dimostrato di essere disposto a fare di tutto per mantenere la sua presa sul potere. Dalle discutibili alleanze con le fazioni radicali agli scandali come il caso Koldo, la sua amministrazione è stata costellata di controversie che hanno eroso la fiducia dei cittadini.
Le accuse di commissioni illegali durante la pandemia – quando i cittadini spagnoli erano più vulnerabili – sono particolarmente gravi.
Il coinvolgimento di Begoña Gómez nel caso è un altro elemento allarmante, secondo Aldama, Gómez si è incontrata con Javier Hidalgo, l’ex-CEO di Globalia, legato al controverso salvataggio della compagnia aerea Air Europa.
Ciò solleva seri interrogativi sul fatto che la famiglia del Primo Ministro abbia beneficiato direttamente di traffici illeciti durante la pandemia, macchiando ulteriormente la reputazione già danneggiata del governo.
Il Caso Koldo ha fatto luce anche sul ruolo di figure come Santos Cerdán.
VOX ha chiesto la sua apparizione come testimone per chiarire come il denaro sarebbe confluito nelle casse del PSOE. Come ha giustamente osservato Castro, “queste e altre incognite devono essere indagate, la questione non può rimanere nella sfera di Ábalos”.
Gli alleati di Sánchez, nel frattempo, continuano a proteggerlo, dimostrando la loro complicità in questa vergognosa vicenda.
Il loro rifiuto di sostenere le richieste dell’opposizione evidenzia la mancanza di volontà politica di affrontare la corruzione endemica che ha afflitto l’amministrazione Sánchez.
Il caso Koldo non è solo un incidente isolato, ma fa parte di un più ampio schema di scandali sotto la guida di Sánchez.
Dalla cattiva gestione delle risorse per la pandemia ai discutibili affari finanziari, questo governo ha dimostrato un palese disprezzo per la trasparenza e la responsabilità.
La creazione di sette società in Portogallo da parte di Victor Aldama, presumibilmente per incanalare i profitti fuori dalla Spagna, è un esempio di quanto gli individui legati al governo si siano spinti a sfruttare le loro posizioni.
Questo scandalo arriva sulla scia di altre controversie che hanno coinvolto i ministri di Sánchez, come Fernando Grande-Marlaska e Teresa Ribera – la vicepresidente della Commissione Europea recentemente nominata – che sono stati coinvolti in accuse separate di cattiva condotta.
Questo flusso costante di scandali solleva una domanda fondamentale: per quanto tempo ancora il governo Sánchez resterà al potere senza dover affrontare gravi conseguenze?
Ad aggiungere benzina al fuoco dell’amministrazione di Sánchez è la recente rivelazione dello scandalo della fuga di notizie di Alberto González Amador, fidanzato della Presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso.
Secondo una notizia esclusiva del quotidiano nazionale ABC, informando che Moncloa ha orchestrato la fuga di informazioni riservate su Alberto González Amador. Le informazioni sarebbero state trasmesse attraverso la cerchia ristretta di Sánchez a Juan Lobato, leader del PSOE di Madrid.
La fuga di notizie ha tutte le caratteristiche di un’operazione politica calcolata. I dettagli di un’e-mail inviata dall’avvocato di González Amador all’ufficio del procuratore sarebbero stati trasmessi a Juan Lobato da Pilar Sánchez Acera, all’epoca capo dello staff del direttore del gabinetto di Pedro Sánchez, per armare il PSOE di Madrid contro Ayuso, un rivale chiave.
Ayuso l’ha definito un “caso orchestrato dall’ufficio del premier per distruggere un’avversaria politica attraverso il suo fidanzato”. Sebbene Lobato abbia ammesso di aver ricevuto le informazioni, le sue dichiarazioni contraddittorie – inizialmente negando il ruolo della Moncloa prima di ammettere la presenza di un’e-mail – aumentano i sospetti sulle tattiche del PSOE.
Insieme al caso Koldo, questa fuga di notizie sottolinea il crescente uso del potere da parte di Sánchez per la manipolazione politica, minacciando l’integrità democratica della Spagna.
Il caso Koldo ci ricorda i pericoli di un potere incontrollato. L’amministrazione di Pedro Sánchez ha superato ogni limite etico, privilegiando il guadagno personale rispetto al servizio pubblico.