Fin dalle prime ore del governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il settore scolastico ha inteso dare importanti segnali di evoluzione, crescita e strutturazione. Dalla valorizzazione delle materie STEM – un processo che passa attraverso l’implementazione di una serie di iniziative volte all’inserimento massiccio delle ragazze nei programmi di materie scientifiche – all’istituzione del Liceo del Made in Italy e alla pluralità di attività che coinvolgono anche aspetti sociali, come l’alfabetizzazione emotiva e la sensibilizzazione concreta su fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo.
Un’ultima ma altrettanto importante novità riguarda la possibilità di tenere aperte le scuole durante il periodo estivo; già lo scorso settembre il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva annunciato che il governo avrebbe lavorato in questa direzione per proporre un piano adeguato. Nelle scorse settimane, Valditara ha quindi firmato un decreto che stanzia oltre 400 milioni di euro per finanziare le attività di inclusione e potenziamento delle competenze per il periodo di sospensione estiva delle lezioni. Il provvedimento, che riguarda gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e alle scuole paritarie non commerciali riconosciute dallo Stato.
Le risorse, che ammontano a 80 milioni di euro in più rispetto al precedente progetto biennale, consentirebbero l’attivazione di corsi che potrebbero coinvolgere, a seconda delle proposte delle scuole, tra 800.000 e 1,3 milioni di studenti, per 1,714 milioni di ore di attività aggiuntive.
Scuole aperte in estate in Italia: in cosa consiste il progetto
Come ha spiegato il titolare del dicastero di Viale Trastevere, il Piano Estivo ha l’obiettivo di strutturare “una scuola che sia un punto di riferimento per gli studenti e le famiglie anche in estate, con attività sportive, ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore“. Si fa, quindi, riferimento a una misura totalmente inclusiva che dovrebbe rappresentare un’esperienza di arricchimento e crescita personale per bambini e ragazzi. Andrebbe altresì a sostenere le famiglie, o meglio i genitori, in un periodo complesso come quello estivo, senza dover necessariamente ricorrere ad altri stratagemmi per tenere occupati figlie e figli durante il giorno. Dunque, un doppio vantaggio che riguarda l’intero nucleo familiare.
Il “Programma nazionale scuola e competenze 2021-2027”.
Il testo informa che i fondi, ovvero i 400 milioni citati all’inizio, fanno parte del “Programma Nazionale Scuola e Competenze 2021-2027” e dovrebbero consentire di sostenere progetti che prevedono attività ricreative, sportive, musicali, teatrali e a tema ambientale, ma anche il potenziamento disciplinare. Gli insegnanti avranno facoltà di decidere di aderire ai vari progetti su base volontaria e potranno essere retribuiti nei limiti delle risorse disponibili per i moduli didattici attivati.
Va ricordata anche l’esperienza del PON (Programma Operativo Nazionale) 2014-2020, con i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) all’estero.
Con avviso pubblico del 23 febbraio 2024 sono stati messi a disposizione degli istituti tecnici e professionali 140 milioni per attività di formazione per competenze trasversali e di orientamento attraverso esperienze all’estero, da realizzare nell’anno scolastico 2023-2024, durante il periodo estivo e con la possibilità di svolgere in anticipo dei percorsi di formazione linguistica in aula, come specificato nella nota ministeriale relativa al Piano Estate.
Un progetto che coinvolge anche le associazioni sportive, il terzo settore ed enti locali.
Va aggiunto che nell’ambito dell’autonomia organizzativa di cui dispongono – come si legge in una nota ministeriale dell’11 aprile scorso – le istituzioni scolastiche potranno arricchire ulteriormente l’offerta del Piano Estate, singolarmente o in collaborazione, grazie ad alleanze tra scuola e territorio con enti locali, università, associazioni sportive, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, nonché attraverso il coinvolgimento attivo delle famiglie e delle loro associazioni.
I progetti potranno prevedere che siano le scuole stesse a gestire le attività o che siano le autorità locali o altri attori locali a organizzarle e gestirle all’interno degli edifici scolastici, in alcuni casi con il contributo delle famiglie degli studenti coinvolti.
PNRR: fondi destinati a STEM
Un altro fattore interessante che potrebbe entrare in gioco nella realizzazione del piano – e che, quindi, consentirebbe di ottenere un ulteriore plafond – riguarda l’utilizzo delle risorse del PNRR destinate alla lotta all’abbandono scolastico e al superamento delle disparità territoriali. Il Ministero, poi, spiega che nella disposizione del piano vanno a inserirsi anche i 600 milioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il potenziamento delle competenze STEM: un tema che, come si anticipava in apertura, resta molto caro a questo Governo.
Scuole in Europa: quante rimangono aperte durante il periodo estivo?
L’Italia si sta muovendo in questa direzione e, analizzando il rapporto Eurydice “The organisation of school time in Europe”, che fornisce una panoramica dei giorni scolastici annuali per tutti i paesi europei inclusi nel programma Erasmus+, il Bel Paese si avvicinerebbe a Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Paesi Bassi, alcuni cantoni svizzeri, Liechtenstein e Norvegia: tutti luoghi che vedono meno di otto settimane di riposo, anche se il processo rimane lungo e complesso. Si parte da una base di 13 settimane, che l’Italia condivide con paesi come Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo, Islanda e Albania.
Esiste anche una via di mezzo, ovvero i paesi in cui la pausa è compresa tra le 8 e le 10 settimane: ci riferiamo a Svezia, Finlandia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Slovenia, Croazia, Lussemburgo e Cipro.
Avvicinandosi al range italiano, quindi contando da 10 a 12 settimane, ci sono Spagna, Estonia, Ungheria, Romania, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia, Bulgaria e Turchia.
Un parterre che non è del tutto uniforme, anche a causa di variabili che devono essere prese in considerazione, come le variazioni delle interruzioni contate durante l’anno scolastico, gli approcci all’insegnamento, i programmi perseguiti e le attività extracurriculari in cui sono coinvolti i giovani studenti. In breve, le variabili sono numerose. Ma attenendosi alla decisione di moderare la pausa, rimane la volontà di collaborare con le famiglie e offrire supporto.
Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito: “Il nostro obiettivo? Fornire un punto di riferimento“
In questo senso, Valditara ha specificato ai media nelle ultime ore: “Le scuole hanno già ricevuto una nota ufficiale e il denaro è già disponibile. Si tratta di 400 milioni a cui vanno aggiunti i 600 per le STEM e i 750 per la formazione e l’inclusione. Si tratta quindi di cifre davvero imponenti a cui si aggiungono le risorse stanziate per i programmi estivi dell’Erasmus per i giovani. Un piano significativo mai realizzato prima. Quando terminano la scuola, gli studenti perdono un punto di riferimento perché le loro famiglie sono famiglie di lavoratori, che magari non possono permettersi la casa al mare e l’albergo in montagna o altre attività di svago per i loro figli. L’obiettivo è fornire un punto di riferimento“.
Bisogna anche considerare che ci sono pro e contro sia di una vacanza estiva più lunga che di una più breve. Ma in generale, come ha chiarito Valditara, l’obiettivo è quello di trovare un equilibrio che permetta ai ragazzi di avere una “casa” estiva, attrezzata in modo da poter continuare il loro processo di apprendimento e di crescita, e ai genitori di poter portare avanti il loro lavoro senza preoccupazioni.