Diario europeo: Reykholt, aprile 2022
Nella mia recente opera in due volumi, Twenty-Four Conservative-Liberal Thinkers, definisco il liberalismo conservatore in base a quattro principi: proprietà privata, libero scambio, governo limitato e rispetto delle tradizioni (evoluzione, non rivoluzione). Questi principi esistevano già prima che quattro pensatori britannici, John Locke, David Hume, Adam Smith ed Edmund Burke, ne presentassero la difesa sistematica in libri fondamentali. Ad esempio, argomenti a favore della proprietà privata e del governo limitato si trovano in due eminenti scrittori del XIII secolo che potrebbero essere definiti “proto-liberali”, il cronista islandese Snorri Sturluson (1179-1241) e il filosofo italiano San Tommaso d’Aquino (1225-1274).
Una conferenza a casa di Snorri
La mia interpretazione di Snorri come pioniere nordico del pensiero classico liberale e conservatore ha suscitato molto interesse in Islanda, dove tutti conoscono le opere di Snorri; parte integrante e molto apprezzata del patrimonio islandese, sono lette e discusse in tutte le scuole: Edda, un trattato sulla mitologia nordica, Heimskringla, la storia dei re norvegesi e la Saga di Egil, la storia di un poeta-guerriero islandese del X secolo dalle dimensioni eccezionali. Sono stato quindi invitato a tenere una conferenza il 19 aprile 2022 a Reykholt, il luogo in cui Snorri visse e scrisse la maggior parte delle sue opere. Qui fu ucciso nel 1241 per ordine del re Haakon IV di Norvegia, arrabbiato con lui per aver resistito ai tentativi di rendere l’Islanda, Commonwealth indipendente dal 930, tributaria della Norvegia. Il poeta argentino Jorge Luis Borges, ammiratore dell’antica letteratura islandese, ha scritto una nota poesia sull’esecuzione di Snorri.
Reykholt si trova a circa un’ora e mezza di auto da Reykjavik e ospita una chiesa, una scuola, un hotel e un’istituzione dedicata alla memoria di Snorri. Il nome islandese del luogo sarebbe in inglese “Smoke Forest”, perché vi si trovava sia una foresta (holt in islandese), ora in gran parte scomparsa, sia alcune sorgenti termali che emettevano fumo. Vi si trova anche una statua di Snorri (raffigurata sopra). Nel mio intervento ho sottolineato che non è una novità considerare Snorri Sturluson come un critico del potere reale. Questo è stato già sostenuto da alcuni studiosi, ad esempio dai professori Sigurdur Lindal, Birgit Sawyer e Magnus Fjalldal. Ma quello che ho fatto nel mio libro è stato collocare Snorri nella tradizione politica conservatrice-liberale, accanto all’Aquinate. Avevano in comune la duplice idea che i re non erano meno dei loro sudditi secondo la legge e che potevano essere deposti se infrangevano il contratto sociale implicito, nel caso di Snorri come determinato da usi e convenzioni e nel caso dell’Aquinate come determinato dalla legge naturale. Snorri si spinse oltre e sostenne nell’Heimskringla, in un famoso discorso che mise in bocca a un contadino islandese, Einar di Thvera, che era meglio per gli islandesi non avere un re ma la legge.
Nuovi approfondimenti
Nel mio intervento ho aggiunto diverse considerazioni al resoconto del pensiero di Snorri contenuto nel mio recente libro. Ad esempio, nel Libro degli Islandesi, composto da Ari il dotto nel 1120, si fa riferimento al conflitto insito in Scandinavia tra contadini pacifici e parsimoniosi da un lato e re bellicosi e scialacquatori dall’altro. Questo era l'”eccezionalismo islandese” che si poteva vedere anche nelle opere di Snorri. Ancora una volta, il racconto di Snorri nell’Heimskringla dei quattro “spiriti protettori” dell’Islanda era una sottile intimazione al re norvegese Haakon IV di non invadere l’Islanda, come aveva intenzione di fare per un certo periodo, dopo le schermaglie tra i mercanti norvegesi e i contadini islandesi alla fine del 1210. Ho detto al pubblico che ritenevo molto probabile che Snorri avesse originariamente scritto la saga di Olav il Grasso (995-1030), il primo re norvegese a cercare di prendere il controllo dell’Islanda, e che avesse poi aggiunto le saghe dei predecessori e dei successori del re. Ho anche suggerito che Snorri potrebbe aver composto lui stesso alcune delle poesie della Saga di Egil, la prima vera saga degli islandesi.
Un’altra considerazione vale per l’Edda di Snorri. È che gli dèi pagani, gli aesir, erano più simili a una comunità di uguali che a una tirannia in cui un solo dio aveva il potere assoluto. Gli dèi si riunivano e deliberavano, come fanno i giudici, e non prendevano ordini indiscussi dal loro re riconosciuto, Odino o Wutan. In modo forse primitivo, questo era un po’ come la regalità che Aristotele contrapponeva alla tirannia, o la monarchia che Montesquieu contrapponeva al dispotismo.
Il mio intervento è stato seguito da una vivace discussione, con commenti acuti da parte dello psichiatra Ottar Gudmundsson, autore di un libro in islandese sulla personalità di Snorri e dei suoi contemporanei dal punto di vista medico, e del reverendo Geir Waage, ex parroco di Reykholt, appassionato lettore e interprete della letteratura islandese antica.
Il mio antenato
È un fatto insignificante ma divertente che io, come quasi tutti gli islandesi, possa vantare Snorri Sturluson come antenato. L’Islanda è unica nel suo genere in quanto disponiamo di registrazioni ragionevolmente accurate della maggior parte degli islandesi nel corso dei secoli, a partire dall’insediamento del Paese da parte dei vichinghi norvegesi nell’874, e di una banca dati ben progettata gestita da una società privata, deCode Genetics. Sono il ventiduesimo in linea di successione di Snorri. Si noti che la maggior parte degli islandesi non ha nomi di famiglia: sono solo figli o figlie dei loro padri. Snorri era per esempio figlio di Sturla, come io sono figlio di Gissur. Il lignaggio si svolge in questo modo:
Snorri Sturluson (1179-1241)
Thordis Snorradaughter (1205 circa)
Einar Thorvaldsson (1227-c. 1286)
Ragazza senza nome Einarsdaughter (1250 circa)
Erik Sveinbjornsson (1277-1342 circa)
Einar Eriksson (1320-1382 circa)
Bjorn Einarsson il Pellegrino (1350-1415 circa)
Kristin Bjornsdaughter (1374-1468)
Solveig Thorleifsdaughter (1415-1479 circa)
Jon Sigmundsson l’uomo di legge (1455-1520)
Helga Jonsdaughter (1511 ca. – 1600 ca.)
Thord Thorlaksson (1543-1638)
Thorlak Thordson (1615 circa)
Gudmund Thorlaksson (1650 ca. – 1687)
Thorlak Gudmundsson (1682 circa)
Steinthor Thorlaksson (1728-1813)
Bjarni Steinthorsson il ricco (1761-1841)
Kolfinna Bjarnadaughter (1785-1863)
Bjarni Snaebjornsson (1829-1894)
Asta Bjarnadaughter (1864-1952)
Holmfridur S. Jonsdaughter (1903-1967)
Asta Hannesdaughter (1926-2000)
Hannes H. Gissurarson (nato nel 1953)