Il candidato premier spagnolo, Alberto Nuñez Feijóo del Partito Popolare (PP, EEP), ha fatto la sua mossa: in cambio di un voto favorevole o di un’astensione da parte del Partito Socialista di sinistra (PSOE, S&D) nel voto di investitura, è disposto ad accorciare il suo mandato presidenziale a due anni se entrambi i partiti approveranno sei importanti leggi.
La risposta, schietta e scontata, della controparte di sinistra è stata un assordante no. Inoltre, il leader del PSOE, Pedro Sánchez, ha criticato i tentativi di Feijóo e lo ha esortato a rinnovare il Consiglio Generale della Magistratura entro la fine dell’anno. Quest’ultimo scontro lascia la politica spagnola nello stesso stato di confusione che si era prefissata di risolvere, e sembra improbabile che la situazione cambi prima della scadenza di fine settembre.
Una settimana dopo che il re Felipe VI ha invitato Feijóo a formare un governo, il candidato ha incontrato il suo rivale socialista Sánchez nel Parlamento spagnolo e ha presentato una nuova formula di governo “in nome della centralità, affinché la lista più votata possa governare il nostro Paese, come è stato consueto negli ultimi 45 anni”.
La nuova proposta prevede che Feijóo diventi il prossimo presidente della Spagna per un breve mandato di due anni in cui entrambi i partiti approveranno sei “patti di Stato” o leggi bipartisan incentrate sulla rigenerazione democratica, il benessere sociale, la ripresa economica, la politica familiare, la politica territoriale e la gestione delle acque. Il governo guidato da 15 ministeri terminerà quando questi sei patti si concretizzeranno o se passeranno 24 mesi. In questo caso, saranno indette nuove elezioni generali, a meno che i partiti firmatari non accettino di continuare la legislatura per portare avanti questi patti o di concordarne di nuovi.
La prima proposta di “atto di Stato” si concentra sulla “rigenerazione della democrazia”, attraverso la quale si propone una legislazione che garantisca l’indipendenza della magistratura dal governo. Il secondo patto si concentra sul benessere sociale, chiedendo una riforma per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, la stabilità e la qualità del sistema educativo, la parità di genere e la sostenibilità del sistema pensionistico. In terzo luogo, il candidato dell’ala di centro propone un nuovo patto incentrato sulla ripresa economica, il cui perno è la protezione delle persone più vulnerabili e della classe media, oltre ad aiutare i giovani a combattere le difficoltà. Il quarto e il quinto accordo si concentrano sulle politiche familiari per migliorare la conciliazione e garantire l’accesso alle risorse idriche. Il sesto e ultimo patto propone un nuovo modello di finanziamento a livello autonomo e locale che garantisca la parità di accesso ai servizi.
Il tentativo di trovare una via di mezzo ha incontrato l’apprensione del partito di sinistra di Sánchez. Nella conferenza stampa successiva all’incontro, la rappresentante del partito e ministro ad interim dell’Istruzione e della Formazione professionale, Pilar Alegría, ha respinto la possibilità di dare seguito alla proposta. In particolare, la portavoce ha sostenuto che il Feijóo non ha la credibilità per portare avanti l’iniziativa. Da parte sua, Sánchez si è limitato a sviare ricordando al leader del PP di concentrarsi sul rinnovo del Consiglio Generale della Magistratura entro la fine dell’anno. Il rinnovo del CGPJ è stato ostacolato da uno stallo politico che ha paralizzato le nomine a questo organo giudiziario.
Membri del PP, come la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, hanno criticato apertamente la decisione presa dal PSOE, sottolineando che Sánchez sta dicendo “no” in modo assoluto al partito che detiene il maggior numero di voti, ma dirà sì a qualsiasi richiesta avanzata dagli indipendentisti. Allo stesso modo, il presidente del PP nei Paesi Baschi, Carlos Iturgaiz, ha criticato il PSOE e il suo presidente in carica, per aver “solo orecchie per gli indipendentisti”. Da parte sua, il presidente del partito conservatore Vox, Santiago Abascal, ha scelto di non discutere il patto fino al voto di investitura che si terrà il26 e27 settembre.