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La relazione annuale della Commissione europea sullo Stato di diritto

Legale - Agosto 3, 2024

Qualche settimana fa la Commissione europea (in carica) ha presentato la relazione annuale sullo stato di diritto nell’Unione per l’anno 2023.
Questa relazione annuale, uno dei documenti più attesi dall’establishment di sinistra di Bruxelles, è stata utilizzata dal potere centrale della capitale belga per distribuire rimproveri e punizioni, premi e congratulazioni agli Stati membri, a seconda del colore politico del governo.
Come parte integrante di una più ampia strategia “in difesa dello stato di diritto”, la relazione annuale è servita, e serve, ad attaccare le nazioni che non si allineano alle maggioranze politiche della Commissione e del Consiglio, in particolare l’Ungheria e la Polonia negli ultimi anni.
Curiosamente, la Polonia, che è stata il bersaglio di tutte le recenti relazioni annuali, è praticamente scomparsa.
La Von der Leyen e la sua Commissione sono molto soddisfatti del governo di coalizione di Tusk, che ha tolto il governo al partito più votato, Diritto e Giustizia, e sembra che, magicamente, la Polonia, la sua costituzione e le sue leggi non siano più un problema per l’Unione.
L’Ungheria, invece, lo è.
L’Ungheria rimane il brutto anatroccolo.
L’Ungheria è l’agguato di Jünger nel grande falso consenso costruito dalle élite di Bruxelles, le élite del nuovo Partito Popolare Socialista Europeo.
Per quanto riguarda la Spagna, nonostante le gravi accuse di violazione sistematica dell’indipendenza giudiziaria e di violazione della Costituzione, nonostante le fondate denunce delle organizzazioni dei giudici e degli alti funzionari, la Commissione Von der Leyen si congratula con Sánchez.
Due anni fa, nella relazione annuale, si denunciava che il Consiglio Generale della Magistratura – un organo costituzionale indipendente concepito dalla Costituzione spagnola come organo di governo dei giudici e dei magistrati – non poteva essere rinnovato a causa delle interferenze del governo e dei partiti.
Tuttavia, quest’anno, poiché il Partito Popolare e il Partito Socialista spagnoli hanno raggiunto un accordo per la ripartizione di 10 giudici ciascuno nel suddetto Consiglio della Magistratura, la Commissione si congratula con il governo socialista. Si tratta di un grave scandalo.
Poiché il Partito Socialista e il Partito Popolare, Sánchez e Feijóo, sono ora uniti contro VOX, non è più contrario allo stato di diritto il fatto che, in violazione della lettera e dello spirito della Costituzione spagnola, i giudici in Spagna debbano essere governati da persone scelte dai partiti politici; in particolare, da due di essi, quelli che sostengono Von der Leyen, quelli che sostengono Sánchez, quelli che sostengono un’Europa sempre più povera e meno libera.
Non meno grave è che Von der Leyen e Reynders, il commissario alla giustizia, abbiano evitato nella relazione annuale un’analisi severa e completa della legge di amnistia approvata da Sánchez con i suoi partner separatisti per lasciare impuniti i gravi crimini commessi nel 2017 dai politici separatisti in Catalogna, che ha meritato il rifiuto unanime delle associazioni di giudici, magistrati, alti funzionari dello Stato, perché contraria alla Costituzione e allo stato di diritto in Spagna.
È chiaro che la Commissione Europea ha bisogno di una Spagna addomesticata, con un governo socialista sostenuto dalla falsa opposizione del Partito Popolare, e che i leader spagnoli del Partito Popolare si sono piegati a questa richiesta: Nuñez Feijoo, González Pons, Dolors Montserrat e Moreno Bonilla preferiscono il modello polacco di Tusk a quello italiano di Meloni e Tajani.
Questa sarà la battaglia della nuova legislatura: o si consolida il modello polacco e spagnolo del Partito Unico Totalitario, il Partito Popolare Socialista Europeo, o si recupera la strada della libertà politica e del pluralismo.
E per farlo, dobbiamo respingere la relazione annuale della Commissione europea sullo Stato di diritto.