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Senza Dio, la vita è peggiore

Saggi - Agosto 4, 2024

Politici, filosofi, giornalisti, commentatori radiofonici e televisivi, poeti, fanno a gara per spiegare quale sia il vero segno distintivo del nostro tempo.
Qual è il tratto caratteristico, quello che ci differenzia da qualsiasi altra epoca della storia.
La maggior parte delle volte, però, queste opinioni non sono altro che l’espressione della più cruda propaganda al servizio di coloro che hanno costruito il nostro mondo e che dedicano tutto il loro tempo, tutto il loro potere e tutto il loro denaro a far sì che non cambi.
Questo non è il nostro tempo, perché è sempre stato così.
Alcuni dicono che si tratta di diversità.
Ma poi la notizia successiva in televisione ci mostra un pugile italiano che si ritira dalle competizioni olimpiche perché il Comitato Olimpico Internazionale, molto eterogeneo, ha permesso, contro l’esperienza accumulata dalla Federazione Pugilistica Internazionale, a una donna con chiari segni cromosomici maschili di battere donne senza segni cromosomici maschili.
La diversità non significa essere battuti su un ring di boxe.
Altri dicono che ciò che è tipico dei nostri tempi è la pietà per l’immigrato clandestino che assalta i confini delle nazioni occidentali.
Poi giri la pagina del giornale e leggi che in Spagna gli immigrati clandestini hanno sgozzato due spagnoli a Valencia in meno di 30 ore.
Li hanno sgozzati.
E che in Austria una famiglia di immigrati siriani può ricevere fino a 6.000 euro al mese, compresa l’assistenza abitativa.
Seimila euro che escono dalle tasche della classe media e operaia dei lavoratori austriaci, compresi gli immigrati che vivono e lavorano pacificamente in Austria.
La misericordia non può andare contro la giustizia; allora non si tratta più di misericordia, ma di suicidio programmato.
Credo che questo sia il vero segno dei tempi.
E lo scrivo da donna cattolica, è l’assoluta scomparsa di Dio dalla scena pubblica.
La politica si fa senza Dio.
L’economia è fatta senza Dio.
Le città sono progettate senza Dio.
Si fa a meno di Dio nella politica internazionale; si evita Dio nelle politiche sociali e culturali.
Questo non accade in Europa da migliaia di anni.
La politica, l’economia, la società, la cultura, l’arte, la pubblicità o la propaganda escludono Dio.
Consapevolmente.
Volontariamente.
Ciò che è veramente caratteristico del nostro tempo è il trionfo istituzionale di un ateismo violento ed escludente.
Persino i cattolici, i cristiani in generale, hanno rinunciato alla presenza pubblica di Dio.
Con poche eccezioni in ogni paese, politici, filosofi, poeti, commentatori radiofonici e televisivi esprimono le loro opinioni e agiscono come se Dio non esistesse.
Il dibattito pubblico esclude domande come: cosa penserebbe il Dio creatore, il Dio Padre e misericordioso, il Dio buono e personale, degli aumenti delle tasse, delle frontiere non protette, dell’uso di droghe tra i giovani, dei crimini importati da culture non cristiane, dell’hijab, dei quartieri multiculturali, della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici o del fatto che nelle università europee siano ammessi discorsi pubblici a favore del terrorismo di Hamas?
Abbiamo costruito un mondo politico in cui Dio non conta più quando si tratta di progettare politiche educative, urbane, culturali o fiscali. Molti pensano che sia sbagliato che i cristiani diano il 10% alla Chiesa, ma che vada bene che il 60% sia versato allo Stato.
Molti criticano i cristiani per aver denunciato la sessualizzazione bestiale della nostra società, ma in nome della pietà verso gli immigrati e la diversità, corrono a chiudere le piscine quando l’islamismo si manifesta perché le ragazze europee indossano costumi da bagno nelle piscine comunali.
La caratteristica dei nostri tempi è che le élite al potere sono in lotta aperta contro il cristianesimo.
E così facendo, ci stanno portando alla totale devastazione di ciò che abbiamo ereditato dai nostri genitori e nonni.
È nostro dovere, come se non ce ne fossero altri, ribaltare la situazione.
Dobbiamo parlare molto di Dio e portare la fede e le esigenze della fede nel dibattito sociale.
In questo modo otterremo per noi stessi una società più sana e per i nostri figli un futuro che le élite al potere negano loro.