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I giudici dell’UE come lupi, sia austriaci che spagnoli

Ambiente - Agosto 20, 2024

Con uno scarto di un paio di settimane, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso due sentenze sulla protezione dei lupi.
Nella prima, una miscela di leggi dell’UE e un’interpretazione espansiva da parte dei giudici del Lussemburgo ha già reso molto difficile per l’amministrazione tirolese proteggere i propri allevatori.
Ora, il 29 luglio, il tribunale dell’Unione si oppone nuovamente alle precedenti misure del governo di centro-destra di Castiglia e León per proteggere il bestiame in Spagna e si schiera ancora una volta a favore dei lupi.
Il relatore è stato lo stesso in entrambi i casi.
I fatti sono i seguenti: Tra il 2019 e il 2022, il governo regionale ha autorizzato la caccia di 339 lupi.
Subito dopo, l’Associazione per la Conservazione e lo Studio del Lupo Iberico (ASCEL) ha impugnato il governo regionale e la questione è giunta all’Alta Corte di Giustizia di Castiglia e León a Valladolid.
Il 30 giugno 2022, questa Corte ha chiesto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di pronunciarsi sulla compatibilità delle misure spagnole con la Direttiva Habitat dell’Unione Europea, che prevede un doppio standard di protezione del lupo, ovvero la possibilità di una protezione cosiddetta rigida, in cui non è consentita la caccia se non in deroga eccezionale, oppure una protezione generale, in cui la caccia può essere potenzialmente regolamentata.
Va tenuto presente che anche nell’ambito del regime generale di protezione del lupo e di altre specie, la Corte dell’UE lo interpreta come se consentisse una restrizione della caccia piuttosto che un’estensione della stessa.
Questo costituisce un primo difficile ostacolo per la protezione del bestiame che dovrebbe essere affrontato in futuro, ovviamente attraverso una revisione legislativa; lo status attualmente privilegiato del lupo concesso dal diritto derivato dell’UE rende la caccia, nell’interpretazione dei giudici dell’Unione, un male minore da ridurre al minimo nel migliore dei casi.
Comunque sia, torniamo alla sentenza citata.
Secondo una relazione depositata dal governo socialista-comunista spagnolo presso la Commissione europea, tra il 2013 e il 2018 lo stato di conservazione della popolazione di lupi è stato giudicato scarso e sfavorevole nelle tre diverse aree geografiche della Spagna in cui è possibile trovare i lupi, che comprendono la regione di Castiglia e León.
Poiché il governo regionale non ha tenuto conto di tale relazione nell’elaborazione delle misure per la caccia al lupo, la CGUE le considera incompatibili con la Direttiva Habitat.
Forse la sentenza sarebbe stata diversa se la relazione del governo nazionale spagnolo sullo stato di conservazione della popolazione di lupi fosse stata più favorevole – uno scenario da non scartare in futuro, se la caccia ai lupi verrà ulteriormente bloccata.
La Corte richiede sempre che non vi siano dubbi o rischi per la popolazione di lupi a breve, medio e lungo termine, ma come sanno gli allevatori, ci sono ben due esemplari che braccano le loro povere pecore e anche gli esseri umani sono stati talvolta minacciati dai canes lupi.
Si dovrebbe prevedere un secondo pacchetto di misure legislative per evitare nuove sentenze a favore del lupo, questa volta non solo a Bruxelles, ma anche a livello nazionale.
Nel caso della Spagna, il governo di sinistra ha approvato un’ordinanza ministeriale del 2021 in cui si dichiara che i lupi sono sottoposti a un livello di protezione rigoroso in tutto il paese; in altre parole, si va oltre il livello di protezione standard previsto dalla Direttiva Habitat.
Non c’è motivo per cui questo debba continuare ad essere il caso. Ciò che colpisce in tutta la vicenda è che non una sola riga della sentenza è dedicata a bilanciare la misura della protezione dei lupi con quella della salvezza del bestiame; come se il settore primario dell’Unione Europea non meritasse alcuna considerazione.
Fonte dell’immagine: El Confidencial