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La saggezza

Saggi - Agosto 20, 2024

La saggezza della Chiesa cattolica non appartiene a intellettuali, professori universitari, ingegneri o filosofi.
È la scienza della vita, dell’esperienza vissuta, della tradizione, del peso degli anni, degli errori, delle correzioni e delle felici scoperte.
La saggezza della Chiesa Cattolica, per i cristiani, è l’onniscienza di Dio, ma anche per coloro che non praticano la fede è un tesoro insondabile di conoscenza.
Nel bel mezzo del mese di agosto, quando tutta l’Europa si trasforma in una calda estate, ricorre la festa dell’Assunzione della Vergine Maria.
La Chiesa cattolica celebra questa festa in onore di Maria in Oriente dal VI secolo e a Roma dal VII secolo.
La festa si celebra il 15 agosto.
Questa festa fu istituita quando l’Europa era ancora una società agricola.
Il 15 agosto la maggior parte del grano era già stato raccolto e i campi riposavano in attesa delle semine autunnali.
Anche l’uva non era stata raccolta nella maggior parte dell’Europa.
E che dire dell’ulivo, che rimaneva al sole in attesa delle prime piogge autunnali per gonfiarsi e dare buoni frutti.
Le famiglie erano insieme, nelle case, a godersi forse i pochi giorni dell’anno in cui potevano riposare; una lunga giornata di sole e di bel tempo.
Il 15 agosto, la Pasqua era già lontana e i propositi di una vita santa e la speranza per la vita futura erano forse già stati strappati dalle anime di molti cristiani fedeli.
Era anche lontana la festa del Natale, così cara e sentita, quando la cristianità celebrava la nascita del Salvatore, che invitava nuovamente alla gioia, alla speranza e al desiderio di santità.
E a metà anno, la Chiesa propone di celebrare, ancora una volta, il trionfo sulla morte.
Credere nella vita futura non è facile, ma lo è ancora di più se ci viene dato l’esempio di qualcuno che l’ha raggiunta.
Il fatto che Gesù Cristo, Figlio di Dio, sia risorto dai morti, se posso dirlo, non ha alcun merito.
Egli è Dio.
Onnipotente.
Se ha creato tutto, può distruggere tutto.
Se ha creato la vita, può resuscitare se stesso dalla morte.
Ma se qualcuno che non è Dio, ma umano, completamente ed esclusivamente umano, come la Vergine Maria, viene portato in Paradiso, è una grande consolazione.
Soprattutto quando si lavora dall’alba al tramonto per avere il pane da mettere in bocca.
Il 15 agosto è un giorno di festa per tutta la cristianità.
È la festa dell’Europa.
L’Europa non è più una società agricola ma centinaia di villaggi si vestono a festa in piena estate per celebrare, ancora una volta, il trionfo sulla morte.
Ora le feste popolari si riempiono di turisti, curiosi, molti dei quali ignorano completamente il significato della festa religiosa, che un tempo era una festa della civiltà.
La Chiesa fu saggia e fece coincidere questo grande giorno con il riposo di milioni di contadini, soddisfatti o meno dei loro raccolti.
Se erano stati buoni, ringraziavano Dio; in caso contrario, pregavano il cielo per avere buone piogge, neve a tempo debito, niente gelo.
Le nostre vite non dipendono più dai ritmi del sole e abbiamo diritto a ferie annuali, riposo settimanale e forse sette o otto ore al giorno. Se il lavoro è eccessivamente duro o pericoloso, ci sono delle integrazioni salariali.
Ma non ce ne sono per le popolazioni rurali.
Non ce ne sono per gli agricoltori e gli allevatori che ogni mattina guardano il cielo per vedere se pioverà o meno.
Ecco perché non diamo importanza alla pioggia o all’avere l’acqua calda tutti i giorni; non ringraziamo Dio e non gli chiediamo molte cose, se non quando ci sono malattie, dolori o contrattempi.
La saggezza della Chiesa è eterna.
Infatti, questa festa dell’Assunzione della Vergine Maria arriva per la maggior parte degli europei quando ci stiamo godendo le vacanze.
Meritate o meno.
E con essa un buon momento per meditare, per qualche minuto, sulla vita e sulla morte. Stiamo per morire.
Forse con un cellulare Apple in mano, con la nostra app di Amazon pronta a eseguire quell’ordine di acquisto che in condizioni normali non faremmo e con il desiderio di comprare una Tesla solo perché il vicino, o il capo, o il collega ne hanno una, è più difficile pensare che si sta per morire.
Ma è vero.
Certus an, incertus quando, dicevano i saggi latini.
Se sai che morirai domani, vivrai la giornata di oggi in modo diverso.
Decenni fa, prima della Prima Guerra Mondiale, l’Europa viveva ancora sapendo che sarebbe morta domani.
Ed è per questo che viveva in modo diverso.
Questa verità inconfutabile, con tutte le sue conseguenze, ha colorato l’intera esistenza europea.
Dalla vita familiare alla pratica religiosa, dalla politica all’economia, dalla cultura all’arte.
I valori europei, i politici lo ripetono ogni giorno, sbattendoceli in faccia.
Il valore europeo è sapere che domani morirai, che ci sarà un processo, che sarai giudicato con amore e che tua madre, la Vergine, è in cielo ad aspettarti.