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Evoluzione dell’istruzione negli Stati membri

Cultura - Agosto 27, 2024

Nel 2023, la Commissione Europea ha analizzato la situazione dell’istruzione e della formazione nei rispettivi Stati membri.
Questo monitoraggio include diversi elementi, come le retribuzioni del settore dell’istruzione, i bassi livelli di rendimento in diverse materie (lettura, matematica e scienze) o il livello di istruzione secondaria superiore.
Nel caso dell’Italia, il rapporto sottolinea che i dirigenti scolastici sono relativamente ben pagati; d’altro canto, l’abbandono scolastico è in calo (attualmente è all’11,5%, mentre l’UE è al 9,6%).
L’alfabetizzazione degli alunni italiani di quarta elementare è superiore alla media dell’UE (537 punti contro 527).
Per quanto riguarda la Polonia, i bassi risultati in lettura, matematica e scienze (rispettivamente 14,7%, 14,7% e 13,8%) rimangono ben al di sotto della media UE (rispettivamente 22,5%, 22,9% e 22,3%).
Il governo conservatore in carica fino al 2023 ha destinato il 4,9% del PIL alla spesa pubblica per l’istruzione, leggermente al di sopra del 4,8% dell’UE; se si analizza questo dato come quota della spesa pubblica totale, il divario è ancora più a favore dei dati nazionali della Polonia, con il 9,8% contro il 9,4% dell’Unione.
Se passiamo a un altro Stato membro con un governo conservatore, l’Ungheria, il suo livello di istruzione secondaria superiore supera la media dell’UE di poco, ovvero 83,7% contro 83,6%.
Come nel caso della Polonia, la spesa pubblica per l’istruzione in Ungheria, secondo la politica decisa dal partito Fidesz, supera di gran lunga i dati generali dell’Unione: 4,9% del PIL nazionale (come la Polonia) e 9,8% della spesa pubblica totale, ancora una volta pari alla controparte polacca e superiore alla media dei 27 Stati membri.
E gli Stati membri con governi di sinistra?
Hanno risultati migliori nel campo dell’istruzione, come di solito si vantano?
L’istruzione è una vera priorità per loro e quali sono i loro risultati, il loro livello di efficienza?
Concentriamoci innanzitutto sul più radicale di essi, ovvero la Spagna, gestita dalla coalizione socialista-comunista al potere.
I bassi risultati in lettura e matematica (23,2% e 24,7%, rispettivamente) superano la media dell’UE (22,5% e 22,9%, rispettivamente).
Gli scarsi risultati nelle materie scientifiche (21,3%) sono migliori di quelli dell’Unione (22,3%); tuttavia, è interessante notare che negli ultimi dieci anni sono diminuiti di oltre tre punti percentuali, passando dal 18,2% del 2012 all’attuale 21,3%.
Durante questo periodo, la Spagna è passata da un governo di centro-destra a quello guidato da Pedro Sanchez fino ad oggi.
Gli investimenti nell’istruzione mostrano livelli più bassi, sia rispetto ai due paesi precedenti che alla media dell’UE.
Inoltre, un quarto degli insegnanti non ha un lavoro stabile, nonostante l’Unione Europea abbia ripetutamente ammonito la Spagna a ridurre i contratti temporanei nel settore pubblico all’8% entro il 2025, un obiettivo già impossibile da raggiungere.
Gli studenti spagnoli di quarta elementare ottengono risultati inferiori agli altri (521 punti rispetto ai 527 dell’Unione).
Il tasso di occupazione dei diplomati della formazione professionale è tra i più bassi dell’UE.
Infine, confrontiamo i casi precedenti con le due maggiori economie dei 27 Stati membri, quelle di Germania e Francia.
Il rapporto avverte che le scuole tedesche devono far fronte a una grave carenza di insegnanti, soprattutto nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
In parte, ciò è dovuto al fatto che la professione di insegnante in Germania manca di appeal, nonostante i salari relativamente buoni. Oltre un quarto degli insegnanti (28%) non consiglierebbe ai giovani di intraprendere la professione a causa dell’elevato carico di lavoro e della generale mancanza di prestigio.
In contrasto con la mancanza di insegnanti e in particolare di insegnanti STEM, la Germania ha la più alta percentuale di laureati STEM tra tutti i laureati, l’11% in più rispetto alla media UE.
Per quanto riguarda la Francia, gli insegnanti menzionano anche i bassi stipendi, le condizioni di lavoro e il basso prestigio percepito come le principali difficoltà del loro lavoro.
Per coprire i posti vacanti vengono assunti più insegnanti a tempo determinato, ma spesso senza lo stesso livello di qualifica.
Il livello di scarsi risultati in lettura e scienze è aumentato negli ultimi dieci anni.
Fonte dell’immagine: Spazio Europeo dell’Educazione