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Transizione verde: la differenza tra percezione e azione

Ambiente - Ottobre 4, 2024

Cosa pensano i cittadini dell’Unione Europea del cambiamento climatico, del Green Deal europeo e, più in generale, delle politiche legate alla transizione verde che potrebbero incidere profondamente sulla quotidianità dei Paesi membri? Ma soprattutto, a fronte di queste politiche e delle ideologie che le guidano e raccontano, come agiscono nella vita di tutti i giorni? Sono domande complicate alle quali però sarebbe utilissimo dare una risposta, soprattutto se si vuole andare incontro alla volontà e alle aspettative dei tanti cittadini europei veramente attenti alle dinamiche ambientali e alla protezione del pianeta e delle sue risorse più preziose. Purtroppo, rispondere a questi quesiti è molto complesso: una qualche interpretazione delle dinamiche che si innestano tra i cittadini dei Paesi membri dell’UE l’ha provata a delineare un recentissimo studio dell’ECR Party dal titolo “Balancing Ambition and Reality. A Sober Examination of Challenges in the EU’s Green Transition”. REALISMO, OGGETTIVITÀ E COMPORTAMENTO
Il report dell’ECR Party ha l’obiettivo di cercare un percorso che sia realistico e oggettivo nel dibattito sulla transizione verde in Europa, rintracciando nella realtà dei fatti, dei dati e degli indicatori delle politiche economiche e industriali dell’Unione Europea, una linea da seguire che sia al riparo dalle ideologie fini a se stesse. Rappresenta un tentativo di riportare il dibattito dalla partigianeria delle segreterie e delle cancellerie alla sobrietà della quotidianità dei cittadini europei; un’analisi che non può non partire dai dati e dalle aspettative socio-economiche di ogni Stato membro. Lo studio pubblicato dall’ECR Party punta, quindi, a costruire una valutazione del Green Deal dell’Unione Europea – oltre alla transizione verde in senso più ampio – concentrandosi sui comportamenti reali dei cittadini e cercando un difficile equilibrio tra l’ambizione degli obiettivi che sono stati posti per i prossimi decenni e la realtà dei fatti.
IL GREEN DEAL E LE POLITICHE EUROPEE
Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo al green deal e alle politiche europee legate alla transizione verde? Forse prima di proseguire con l’analisi delle dinamiche e delle percezioni che guidano l’agire dei cittadini dell’UE, conviene sottolineare alcuni aspetti fondamentali delle politiche europee in fatto di ambiente e di transizione verde attualmente al centro del dibattito nei Paesi Membri. Partendo dal Green Deal, bisogna sottolineare come il Consiglio sia arrivato all’approvazione nel maggio 2021, dopo un accordo provvisorio raggiunto dal Parlamento europeo appena un mese prima. Si parte dalla concezione che i cambiamenti climatici e il degrado dell’ambiente rappresentino ad oggi una gravissima minaccia per l’ecosistema continentale e mondiale. L’obiettivo proposto è, quindi, quello di attivare una profonda trasformazione all’interno dei Paesi membri per portare l’Unione ad essere un’economia moderna, competitiva e molto efficiente. Sul fronte dei dati e degli obiettivi immediatamente misurabili, l’idea del Green Deal Europeo è quella di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, tenendo conto dei livelli inziali del 1990. Successivamente, l’attenzione è per il processo che dovrebbe portare il continente europeo, entro il 2050, ad essere ad impatto climatico zero seguendo il principio della neutralità climatica. Per quanto riguarda i finanziamenti, ricordiamo che circa un terzo dei 1.800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa NextGenerationEU, assieme al bilancio settennale dell’Unione Europea, saranno destinati a finanziare proprio il Green Deal. Sono quindi state avanzate dalla Commissione Europea una serie di proposte trasformative dell’economia dell’Unione, soprattutto in materia di trasporti, clima ed energia.
COSA NE PENSANO I CITTADINI DELL’UNIONE EUROPEA
Non possiamo dimenticare che l’Unione Europea è soprattutto espressione dei suoi cittadini, delle nazioni e dei Governi che gli stessi europei scelgono con il loro voto. Quindi risulta quantomeno necessario analizzare il comportamento dei singoli per comprendere quale sia lo stato d’animo in relazione alle questioni della transizione verde e del Green Deal. È il Report dell’ECR Party a richiamare i dati forniti dalla Commissione europea in merito proprio alle azioni per il clima. Secondo questi dati, infatti, sarebbero oltre tre quarti (78%) gli europei che riconoscono la rilevanza delle questioni ambientali. In particolare, ne evidenziano l’importanza soprattutto sotto il profilo dell’impatto che queste hanno o potrebbero avere in futuro sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. Sempre dalla Commissione arriva poi un’ulteriore conferma che attesta come circa quattro intervistati su cinque (84%) sarebbero d’accordo nel ritenere che la legislazione ambientale dell’UE sia assolutamente necessaria per garantire la protezione dell’ambiente nel loro Paese, che altrimenti sarebbe a serio rischio. Posizioni importanti che, qualora venissero prese come dati certi, riferirebbero di una propensione assoluta e senza ombre o ripensamenti all’attuazione delle politiche ambientali europee o, quantomeno, a dei principi e a delle buone pratiche che qualsiasi cittadino dell’Unione Europea potrebbe mettere in pratica autonomamente e su base quotidiana. Ma le cose potrebbero cambiare radicalmente se si passasse dalle affermazioni alle azioni, cioè dalle ideologie alle iniziative reali intraprese dai singoli cittadini nel quadro della transizione verde. Persino sulla volontà, in futuro, di intraprendere comportamenti virtuosi, la situazione cambierebbe radicalmente.
COSA FANNO I CITTADINI DELL’UNIONE
I dati forniti dalla Commissione Europea e richiamati nel report dell’ECR Party sono interessanti soprattutto perché riflettono un sostegno ideale e generale al concetto di azione in ambito ambientale. Allo stesso tempo, però, non richiamano azioni concrete e nemmeno la volontà che queste vengano effettivamente intraprese in un prossimo e imminente futuro. Si tratta, quindi, di posizioni assolutamente importanti ma dettate dall’ideologia piuttosto che dalla sobrietà e dalla realtà dei fatti. La situazione, infatti, cambia radicalmente quando si arriva a chiedere ai cittadini dell’Unione Europea di esprimersi su aspetti specifici del Green Deal o delle politiche inerenti al clima più in generale. In questi casi le opinioni sono molto diverse e variegate rispetto al quasi plebiscito dettato dall’ideologia. Il report utilizza in questo caso i dati di una rilevazione condotta dall’OCSE in 20 tra i maggiori paesi emettitori di anidride carbonica. In questo caso quello che si rileva è una sostanziale differenza tra il riconoscimento del cambiamento climatico come un problema di rilevanza mondiale e urgente, e la reale volontà di intraprendere delle azioni concrete per contrastare fattivamente questo fenomeno. Tra le domande effettuate c’è la concreta volontà di adottare comportamenti specifici finalizzati alla diminuzione delle emissioni di gas serra, come ad esempio la riduzione degli spostamenti con auto private, e la diminuzione dei gradi del riscaldamento all’interno delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. Una disponibilità che tra i cittadini – non solo europei – sembra molto più limitata rispetto alle posizioni ideologiche. L’esempio più importante riguarda proprio la disponibilità alla limitazione alla guida, che arriva a superare il 50% soltanto nei Paesi dove il tasso di persone che guidano è comunque molto basso. Basti pensare che, come richiama lo studio, in Paesi storicamente sensibili alle tematiche ambientali, come la Danimarca o la Francia, solo nel 33% e nel 32% dei casi gli intervistati hanno espresso la loro disponibilità a limitare l’uso dell’auto privata. Una situazione molto simile anche per la limitazione del riscaldamento o del raffreddamento dell’abitazione. Solo nel 33% dei casi i cittadini danesi sono disponibili, in Germania il 36% e in Francia il 39%.
SOBRIETÀ E REALISMO NELLE POLITICHE EUROPEE
Anche le indagini condotte dalla Commissione europea rilevano una dissonanza tra la percezione del problema e la volontà di agire per arginarlo. Un sondaggio dell’Eurobarometer del 2023 rivela un divario tra queste due posizioni, con circa il 77% dei cittadini dell’UE pronti a riconoscere che il cambiamento climatico sia un problema enorme, ma con solo il 58% che si dice pronto ad adottare energie rinnovabili, a migliorare l’efficienza energetica e ad accelerare la transizione verde. La dipendenza dall’energia e dalle emissioni gioca sicuramente un ruolo cruciale in queste dinamiche e l’approccio ideologico alla transizione verde di certo non aiuta nella creazione di una vera volontà di cambiamento tra i cittadini europei. Anche le politiche del Green Deal e le altre iniziative intraprese a livello comunitario dovranno di certo fare i conti con la sobrietà all’interno di questo dibattito, così come richiamato dallo stesso studio presentato dall’ECR Party.