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Corte dei Conti UE: “La giungla delle etichette nutrizionali inganna i consumatori”

Legale - Novembre 30, 2024

Per i consumatori europei è sempre più difficile decifrare le etichette nutrizionali degli alimenti.

Questa situazione, descritta come una “giungla” dalla Corte dei Conti dell’UE, non solo crea confusione, ma espone gli acquirenti al rischio di essere ingannati, con potenziali conseguenze per la salute. Secondo una relazione recentemente pubblicata dall’organo di controllo europeo, l’attuale quadro giuridico è carente e non fornisce le necessarie protezioni contro le indicazioni ingannevoli o non standardizzate.

Un sistema frammentato

Uno dei problemi principali evidenziati dalla Corte è la mancanza di un sistema di etichettatura comune a livello europeo. Attualmente gli Stati membri adottano approcci diversi, contribuendo a creare un panorama eterogeneo che confonde i consumatori. Ad esempio, la Francia utilizza il Nutri-Score, un sistema a semaforo che assegna una lettera e un colore agli alimenti in base alla loro qualità nutrizionale, mentre l’Italia utilizza la Batteria NutrInform, che presenta informazioni sotto forma di batterie che si “caricano” a seconda della percentuale di nutrienti giornalieri contenuti in una porzione. Questi due approcci, pur avendo lo stesso obiettivo – fornire informazioni utili e immediate – riflettono filosofie opposte. Il Nutri-Score favorisce un giudizio sintetico, che può essere troppo semplicistico, mentre la Batteria NutrInform fornisce maggiori dettagli, ma richiede una maggiore capacità interpretativa da parte del consumatore. La mancanza di una legislazione unificata genera confusione e mina la fiducia dei cittadini europei, che faticano a scegliere consapevolmente prodotti alimentari sani.

Slogan ingannevoli e controlli inadeguati

Oltre alla frammentazione, la Corte dei Conti dell’UE ha denunciato la diffusione di slogan e indicazioni che possono essere fuorvianti. Termini come “naturale”, “a basso contenuto di grassi” o “senza zuccheri aggiunti” non sempre rispettano gli standard definiti e sono spesso utilizzati a scopo puramente promozionale. Questa pratica, secondo la Corte, non solo confonde i consumatori, ma può anche portare a scelte alimentari dannose, soprattutto quando i messaggi ingannevoli nascondono un contenuto di zuccheri, sale o grassi superiore al previsto. I controlli sulle informazioni di etichettatura sono attualmente limitati e le sanzioni per le infrazioni sono insufficienti a scoraggiare i comportamenti scorretti. La Corte sottolinea che la mancanza di un’adeguata supervisione incoraggia gli abusi e indebolisce la fiducia dei consumatori nei sistemi di etichettatura.

L’urgente necessità di una legislazione armonizzata

In questo contesto, la Corte dei Conti dell’UE invita la Commissione europea ad accelerare la presentazione di una proposta legislativa per armonizzare il sistema di etichettatura nutrizionale a livello europeo. La proposta era inizialmente prevista durante la legislatura appena conclusa, ma è stata rinviata ed è ora tra le priorità della nuova Commissione von der Leyen. Un sistema comune potrebbe migliorare la chiarezza e la comparabilità delle informazioni nutrizionali, rendendo più facile per i consumatori europei comprendere il valore degli alimenti che acquistano. Tuttavia, la strada verso un accordo non è priva di ostacoli, poiché le differenze tra i sistemi attualmente in uso riflettono anche diverse visioni politiche e culturali su come informare i cittadini e promuovere una dieta equilibrata.

Gli interessi in gioco

Il dibattito sull’etichettatura nutrizionale è caratterizzato da notevoli interessi economici e commerciali. Un sistema come il Nutri-Score, ad esempio, viene percepito da alcuni come una penalizzazione dei prodotti tradizionali europei, come l’olio d’oliva o il formaggio, che potrebbero ricevere una valutazione meno favorevole nonostante siano parte integrante di una sana dieta mediterranea. D’altro canto, approcci più dettagliati come la Batteria NutrInform potrebbero risultare meno immediati per il consumatore medio, riducendone l’efficacia. È in gioco anche il ruolo dell’industria alimentare, che sta facendo pressioni per mantenere un certo grado di flessibilità nella presentazione delle informazioni. La standardizzazione potrebbe comportare costi significativi per le aziende, soprattutto per quelle che operano sui mercati internazionali.

L’impatto sulla salute pubblica

La mancata garanzia di etichette chiare e affidabili ha implicazioni dirette sulla salute pubblica. Secondo gli studi citati dalla Corte, i consumatori che non ricevono informazioni accurate tendono a sottovalutare i rischi associati al consumo eccessivo di alcuni nutrienti, come gli zuccheri e i grassi saturi, contribuendo all’aumento dell’obesità e delle malattie croniche legate all’alimentazione. Un sistema armonizzato potrebbe non solo promuovere scelte alimentari più consapevoli, ma anche ridurre le disuguaglianze tra i cittadini europei, garantendo un accesso paritario a informazioni di qualità indipendentemente dal paese in cui vivono. La relazione della Corte dei Conti dell’UE è un monito per la Commissione e gli Stati membri: è ora di superare le divisioni e adottare un sistema comune di etichettatura nutrizionale che protegga davvero i consumatori. Solo un quadro normativo chiaro e uniforme potrà garantire trasparenza, fiducia e salute a tutti i cittadini europei, promuovendo al contempo la competitività dell’industria alimentare nel rispetto dei requisiti di informazione e sicurezza.

 

Alessandro Fiorentino