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Sánchez lancia l’iniziativa “Memoria democratica” in un contesto di maggiore polarizzazione

Politica - Gennaio 9, 2025

Il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez inizierà la sua agenda politica per il nuovo anno con un evento significativo per commemorare il 50° anniversario della morte del dittatore Francisco Franco.

L’evento inaugurale si terrà l’8 gennaio presso il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e darà il via a una serie di oltre cento attività previste per il 2025 sotto il tema “España en Libertad” (“Spagna in libertà”). Lo scopo di questo programma è quello di commemorare la transizione democratica della Spagna e di sottolineare la trasformazione che il Paese ha vissuto negli ultimi 50 anni di democrazia.

L’evento inaugurale, presieduto da Sánchez, sarà il punto di partenza di una serie di eventi che si terranno nel corso dell’anno in varie località della Spagna. Secondo fonti della Moncloa, la residenza ufficiale del premier spagnolo, gli inviti all’evento sono stati estesi anche a Re Felipe VI.

Si tratta di una questione di particolare importanza per la Casa Reale, in quanto la partecipazione del Re provocherebbe probabilmente critiche da parte di molti monarchici. In questo contesto, l’evento di Sánchez fa parte di un’agenda commemorativa più ampia che ha suscitato un notevole dibattito nella scena politica spagnola.

L’annuncio di questo programma commemorativo ha suscitato una serie di reazioni da tutto lo spettro politico. Alberto Núñez Feijóo, leader dell’opposizione e del Partito Popolare (PP), ha espresso la volontà di celebrare i risultati della transizione della Spagna verso la democrazia. Tuttavia, ha respinto quello che percepisce come un tentativo di “dividere” la società spagnola. Feijóo ha affermato che la commemorazione del governo mira a esacerbare le tensioni politiche e ad approfondire le divisioni, invece di concentrarsi sull’unità nazionale.

D’altra parte, Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid, ha criticato duramente l’evento organizzato da Sánchez, accusando il governo di tentare di provocare disordini attraverso iniziative di questo tipo.

Ayuso sostiene che gli eventi previsti sono una provocazione deliberata e una strategia per “bruciare le strade”, riferendosi ai gruppi radicali che, secondo lei, tendono a emergere nei momenti di debolezza del governo. Questa controversia si inserisce in un contesto politico in cui la memoria storica rimane una questione profondamente divisiva in Spagna.

Nel suo discorso del dicembre 2024, Pedro Sánchez ha difeso la necessità di commemorare la democrazia raggiunta dopo la morte di Franco, avvenuta 50 anni fa.

Il presidente ha sottolineato l’importanza di ricordare le vittime del colpo di stato militare, della guerra civile e della dittatura, nonché di onorare le persone che hanno contribuito alla transizione democratica. Secondo Sánchez, questi atti sono volti a rafforzare la democrazia spagnola e a riaffermare i valori stabiliti dopo la fine del franchismo.

Uno dei pilastri centrali di questo programma commemorativo sarà la Legge della Memoria Democratica, che mira, tra le altre cose, a garantire il riconoscimento delle vittime del franchismo.

Sánchez ha sottolineato la necessità di imporre limiti alle leggi regionali che non rispettano questo quadro, in particolare quelle che, a suo avviso, “equiparano vittime e carnefici”. Questa posizione è stata fortemente criticata da partiti come il PP e Vox, che hanno accusato il governo di utilizzare la memoria storica per scopi politici e di promuovere una visione polarizzata della storia della Spagna.

Sánchez ha messo in guardia dalla persistenza di slogan pro-Franco che si sentono ancora al Congresso, suggerendo che ciò sottolinea la necessità di continuare a promuovere il consolidamento della democrazia. A suo avviso, questi eventi commemorativi offrono un’opportunità per rafforzare i valori democratici e garantire che la Spagna rimanga fedele ai principi di libertà e giustizia.

Il governo spera che questi eventi contribuiscano a rafforzare l’unità e i valori democratici, anche se non è chiaro se riusciranno a raggiungere questo obiettivo data l’attuale polarizzazione politica.