L’Udienza Nazionale di Spagna ha condannato al carcere Mohamed Ali Duas, deputato della città autonoma di Ceuta, nell’ambito di un’operazione di contrasto al narcotraffico che ha interessato l’entroterra spagnolo e i territori nordafricani. Duas fa parte del partito politico “Movimento per la Dignità e la Cittadinanza” (MDyC), un’organizzazione di sinistra legata alla coalizione progressista SUMAR del vice primo ministro Yolanda Díaz. Le autorità spagnole hanno arrestato in totale nove persone, tra cui il fratello del deputato, suo nipote e due membri della Guardia Civil spagnola. A un amico intimo di Duas coinvolto nei presunti crimini è stata concessa la libertà vigilata. Gli uomini sono stati accusati di appartenenza a organizzazioni criminali, narcotraffico e corruzione. Sono stati anche accusati di reati contro la salute pubblica. Duas aveva scontato una pena negli anni ’90 per un altro reato legato alla droga. Il deputato è anche un dipendente pubblico del sistema carcerario spagnolo. L’Audiencia Nacional ha dichiarato che l’indagine rimane aperta, ma i dettagli rimarranno segreti al momento. Si prevedono altri arresti nelle prossime settimane, man mano che l’indagine progredisce. La leader del MDyC, Fátima Hamed, ha annunciato che il partito riunirà il suo Comitato Esecutivo questa settimana per discutere della questione. Finora, sia Hamed che il MDyC hanno dichiarato di non essere a conoscenza della situazione. Ceuta è un territorio spagnolo situato sulla costa del Nord Africa. È uno dei due confini terrestri della Spagna con il Marocco (l’altro è la città autonoma di Melilla) ed è uno dei principali punti critici delle dispute diplomatiche tra i due paesi. Secondo le autorità di polizia, l’indagine è iniziata quasi un anno fa, quando è stato catturato un camion che trasportava circa 1.500 chili di hashish in una località vicina alla città meridionale spagnola di Malaga. I rapporti preliminari suggeriscono che l’operazione prevedeva l’uso di una rete di camion per distribuire la droga una volta raggiunta la penisola dopo il viaggio via mare dal Nord Africa. I risultati di questa operazione evidenziano il crescente problema del traffico di droga a Ceuta. Il 3 febbraio, la Polizia Nazionale ha arrestato una donna che stava per imbarcarsi su un traghetto diretto ad Algeciras. La donna intendeva usare le sue tre figlie (di 4, 8 e 17 anni) come muli per trasportare la droga sulla terraferma. Le autorità hanno trovato quasi 7 chili di hashish con loro. Hanno anche arrestato la figlia di 17 anni. Il commercio di hashish è un problema a livello continentale con implicazioni per la salute pubblica di diversi Stati membri dell’UE. Lo scorso novembre, un’operazione congiunta delle autorità spagnole e marocchine ha sequestrato circa 5 tonnellate di hashish nelle isole Canarie spagnole. Un grammo di hashish costa circa 7 euro e un chilo può arrivare a 2.000 euro. La maggior parte dell’hashish consumato nell’UE (80%) proviene direttamente dal Marocco e dalla costa spagnola. L’hashish marocchino è stato trovato in Spagna e Portogallo, fino a paesi come la Norvegia. La città marocchina di Tanger, che dista meno di due ore di auto da Ceuta, è diventata il centro logistico del commercio di hashish e il covo delle organizzazioni criminali marocchine che traggono profitto da questa attività illecita. Il traffico di droga rappresenta un tributo elevato, soprattutto per le autorità spagnole.
Quasi un anno fa, due guardie civili sono morte in mare mentre cercavano di fermare una delle cosiddette “narco-imbarcazioni” che attraversano lo stretto di Gibilterra. Il governo spagnolo ha raggiunto accordi diplomatici con il Marocco per contrastare il traffico di droga, dopo che il primo ministro socialista Pedro Sánchez ha visitato il re Mohamed VI lo scorso anno. Tuttavia, i continui casi di attività criminale e le infinite detenzioni e sequestri di droga da parte della Spagna sollevano dubbi sull’efficacia del Marocco e sull’integrità delle sue autorità nel combattere le bande che controllano la maggior parte del lucroso commercio.