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Persone con disabilità nell’UE

Salute - Febbraio 7, 2025

L’11 dicembre 2024, la Direzione Generale per le Politiche Interne del Parlamento Europeo ha pubblicato uno studio sui dati statistici relativi alle persone con disabilità, che la commissione per l’Occupazione e gli Affari Sociali aveva precedentemente richiesto in questo stato iniziale della legislatura 2024-2029.

Secondo lo studio, circa il 7,2% delle persone di età pari o superiore ai 16 anni che vivono in famiglie private ha dichiarato una disabilità grave e circa il 19,6% ha dichiarato una disabilità moderata. Sommando le due percentuali, si può stimare un tasso di disabilità nell’Unione Europea di quasi il 30%. Lo studio include tra le disabilità gravi le limitazioni della vista, dell’udito e della deambulazione, ma non tiene conto delle limitazioni della parola.

Una ripartizione per Stato membro mostra che la definizione di persone con disabilità varia molto da nazione a nazione. Al primo posto, la Lettonia ritiene che il 34% della sua popolazione soffra di una qualche forma di disabilità, mentre la Bulgaria è all’ultimo posto con appena il 10%. In particolare, per quanto riguarda le disabilità gravi, la Spagna è al primo posto con il 10% della sua popolazione considerata in questa situazione difficile, mentre la Bulgaria è in fondo alla classifica con il 2,2%.

Le persone con disabilità che vivono in istituti rappresentano tra lo 0,7% e lo 0,8% della popolazione dell’Unione Europea. Questa bassa percentuale è in linea con la tendenza generale alla cosiddetta politica di deistituzionalizzazione.

Per quanto riguarda l’istruzione, i bambini con una decisione ufficiale di necessità educativa speciale rappresentano circa il 4,2%, sebbene vi sia una grande variabilità tra gli Stati membri. Anche in questo caso, possiamo osservare una differenza significativa se confrontiamo le nostre varie nazioni: in Lettonia, oltre il 15% dei minori è sottoposto a educazione speciale, mentre in Lussemburgo la cifra non raggiunge nemmeno l’1%.

Circa il 22,2% dei giovani con disabilità di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato la scuola, rispetto all’8,4% dei giovani senza disabilità. In Romania, la sorprendente percentuale è superiore al 65%, seguita dall’Ungheria con il 46%.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il divario occupazionale dei disabili ammonta al 22% nell’Unione Europea nel 2023. Circa il 51% delle persone con disabilità ha un’occupazione, ben al di sotto del tasso di occupazione del 73% delle persone senza disabilità. Ancora una volta, i 27 Paesi dell’UE presentano situazioni diverse, con la Repubblica Ceca che impiega quasi il 67% delle persone con disabilità e la Bulgaria che ne impiega appena il 27%.

Nei paesi scandinavi e baltici non esistono sistemi di quote per l’assunzione di persone con disabilità; in quelli in cui esistono, la quota di occupazione dei disabili varia dal 3% al 6%.

D’altra parte, il 28,8% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o esclusione sociale, rispetto al 18% delle persone senza disabilità. Lo Stato membro con il più alto rischio di povertà o esclusione sociale per le persone con disabilità è l’Estonia (38%, ovvero oltre un terzo del totale); il rischio più basso si registra in Slovacchia (13%).

Circa il 5,3% delle persone di età compresa tra i 16 e i 64 anni ha ricevuto una pensione di invalidità, ma ci sono grandi differenze tra gli Stati membri; l’Estonia e il Belgio sono al primo posto, rispettivamente con il 13% e il 12%, mentre Grecia e Slovenia offrono meno del 2%. È interessante notare che la percentuale media di persone che ricevono una pensione di invalidità è inferiore alla percentuale di persone che dichiarano una grave disabilità.

In termini di competenze digitali, l’81,2% delle persone con disabilità utilizza Internet, contro il 93,4% delle persone senza disabilità. La nazione dell’Unione con il più alto utilizzo di Internet da parte delle persone con disabilità è l’Irlanda (ben il 100%); all’altro capo dello spettro si trova la Bulgaria (53%).

Fonte dell’immagine: Commissione europea, Occupazione, affari sociali e inclusione