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È finalmente giunto il momento che l’architettura tradizionale ritorni in Europa?
Uno dei modi più incisivi in cui l’ideologia modernista ha rimodellato l’Europa nel corso del XX secolo è la ristrutturazione letterale del nostro ambiente costruito. Si tratta di una tendenza che, a differenza di molti altri cambiamenti culturali o demografici, può essere vista praticamente in ogni angolo del continente e che ci ricorda il nostro posto nel tempo.
Ma l’apprezzamento del pubblico per l’architettura modernista è in declino. Come idea, il nascente modernismo del XX secolo aveva lo scopo di portare standard, comfort e razionalità nella vita umana, un rimedio ai mali della società industrializzata, come le baraccopoli, l’urbanizzazione derattizzante e la confusione degli scopi della vita. Gli elementi di superfluità, irrazionalismo e simbolismo antiquato vennero eliminati mentre gli ambienti urbani venivano pianificati in modo pesante, ma allo stesso tempo accurato, in base alle esigenze economiche. Il nuovo domani era già qui.
Poiché la visione modernista non è stata all’altezza delle sue promesse, i suoi resti fisici hanno perso sempre più il simbolismo che si prefiggevano. In un’epoca caratterizzata dal pessimismo e dalla recessione economica, è naturale che le persone cerchino qualcosa di più appagante per l’anima e tradizionalmente estetico rispetto a qualcosa che serva a ricordare quella che alla fine è stata un’illusione di perfetta ingegneria sociale.
Il fenomeno dell’architettura “postmoderna” che cercava di abbandonare la rigida razionalità è apparso già negli anni ’80, un periodo che per molti versi ha rappresentato una secessione culturale ed economica dall'”alta modernità” dei primi anni ’70. La storia del ritorno dell’architettura tradizionale, alternativamente chiamata classica, non era però ancora iniziata. Diversi gusti del modernismo, di cui il post-modernismo è solo uno, hanno continuato a succedersi per decenni. Ma sembra che nel nostro periodo di generale revival conservatore e tradizionale, la diffusione di scatole di cemento e vetro nei nostri paesaggi urbani si stia finalmente avvicinando al capolinea.
I diversi paesi europei, e persino le singole città, hanno un rapporto diverso con la distruzione del patrimonio architettonico tradizionale e l’ascesa del modernismo. Per i più colpiti dalla Seconda Guerra Mondiale, lo spianamento delle piazze dei centri storici può essere paragonato a una ferita di guerra, come la perdita di un arto. Gli edifici modernisti che lentamente ma inesorabilmente iniziarono a prendere il loro posto erano come protesi che, oltre alla loro presunta funzione migliorativa, segnavano anche l’inizio di una nuova era. Nel caso dei paesi del blocco orientale, questa nuova era era spesso sinonimo di occupazione sovietica e non sorprende quindi che paesi come la Polonia siano in prima linea nel revival architettonico tradizionalista in Europa. Oggi c’è un maggiore impulso nazionalistico a prendere le distanze dal periodo di dominazione straniera.
Le città non toccate dalla guerra sono state spesso sottoposte alle stesse ristrutturazioni moderniste, per mano di politici progressisti con l’intento, come già detto, di migliorare gli standard di vita e abbracciare un presunto futuro luminoso. Oggi questi progetti visionari sono spesso associati ad atteggiamenti politici progressisti, gli stessi che nell’Europa occidentale sono sempre più sotto accusa per i fallimenti sociali degli ultimi decenni. In questo contesto, il revival architettonico classico fa parte di un più ampio spostamento politico verso il conservatorismo.
Il motivo esatto per cui l’architettura tradizionale sta guadagnando terreno a scapito dell’egemonia modernista non si riduce a una sola di queste due circostanze, ma è probabile che siano il motivo per cui stiamo assistendo a questo revival in questo momento. Vale la pena ricordare, ad esempio, che i restauri classici di città devastate dalla guerra come Varsavia, Dresda e Berlino sono iniziati già sotto i regimi controllati dai sovietici. Oggi non è raro che anche i movimenti politici convenzionalmente progressisti accettino il ritorno dell’architettura classica, di cui esistono alcuni esempi notevoli in Svezia. A un certo livello la bellezza dell’estetica tradizionale parla a tutti e senza dubbio inizia a manifestarsi la stanchezza per il modernismo senza identità e senza anima.