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Uno sguardo al futuro dell’ECR tra Roma e Varsavia

ECR a Atreju - Dicembre 16, 2024

Sono giorni importanti sotto il profilo degli appuntamenti per gli esponenti più in vista dell’ECR. Tra gli “Study days ECR” organizzati a Varsavia e la convention “Atreju” di Fratelli d’Italia a Roma, le occasioni di incontro e di dibattito sicuramente non mancano.

GLI OBIETTIVI DEGLI INCONTRI
Si tratta di occasioni interessanti principalmente per fare il punto e per capire quali mosse mettere in campo per incidere maggiormente sulla nuova Commissione di Von Der Leyen, soprattutto se si considera il peso che ECR ha assunto all’interno del Parlamento Europeo, oltre a quello che la sua Presidente Meloni (seppur uscente) sta ottenendo a livello internazionale. Intanto partiamo dai numeri a Strasburgo, dove il gruppo conta attualmente 78 eurodeputati, presidenti e vicepresidenti di Commissioni di ambiti importanti come Agricoltura o Bilancio. Un peso specifico non indifferente, anche a fronte delle iniziative intraprese sul dibattito internazionale. Ma c’è anche da considerare il ruolo, sempre a livello internazionale, assunto dalla stessa Presidente di ECR e Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni. E il duplice elogio, arrivato in questi giorni, assume un peso maggiore se si guarda al posizionamento delle due testate che lo hanno certificato. Sono infatti Politico e The Economist a sancire gli ottimi risultati della Premier Meloni in Europa e sul fronte interno. Da Politico, infatti, arriva l’appellativo di leader politica più potente dell’Unione Europea, mentre da The Economist l’elogio si concentra sulla performance economica dell’Italia, che si posiziona al quarto posto tra i Paesi membri dell’Unione Europea. Un riconoscimento che è sicuramente legato allo scenario complesso in cui Giorgia Meloni si è trovata ad operare in oltre due anni di Governo. Naturalmente pesano i rapporti con il prossimo Presidente degli Stati Uniti e con il suo braccio destro Elon Musk, ma anche il posizionarsi in questi anni dei conservatori in Europa sotto la sua presidenza. È indubbio, inoltre, che nonostante a luglio a Strasburgo votò contro la Von Der Leyen, il suo rapporto con la Presidente ha permesso all’Italia di ottenere sei vicepresidenze nella nuova Commissione, un risultato sul quale l’estate scorsa difficilmente si sarebbe potuto scommettere a cuor leggero.

I TEMI E GLI INCONTRI DI VARSAVIA
Sono molteplici e tutti interessanti e attuali i temi dei panel che sono stati organizzati dall’ECR per le giornate di studi a Varsavia. Dal dibattito sulla famiglia e il modello sociale dell’Europa (all’interno del quale sono intervenute la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, e l’eurodeputata di Fratelli d’Italia Chiara Gemma), fino al panel sul Green Deal europeo e le sue ripercussioni sul settore agricolo. Senza dimenticare temi come la competitività dell’Unione Europea a livello internazionale, nuove tecnologie e social media, fino al sistema delle infrastrutture in Europa, passando anche per la complessa vicenda delle frontiere esterne dell’Unione e dei flussi migratori.

IL GREEN DEAL E L’AGRICOLTURA EUROPEA
Tra gli animatori del panel dedicato al Green Deal e allo stretto collegamento che questa politica dell’Unione Europea avrà nei prossimi anni sul settore dell’agricoltura, era presente il capo delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza. Il tema del Green Deal è stato affrontato sotto l’ottica di uno dei settori più importanti per l’Unione Europea, quello agricolo e, successivamente, della trasformazione alimentare. Per Fidanza, infatti, sarebbe necessario rivedere alcuni elementi centrali dell’accordo UE-Mercosur, così da limitare lo sbilanciamento a sfavore dell’agricoltura europea. In questo caso, infatti, il prezzo più alto negli accordi di libero scambio viene pagato proprio dai prodotti – e quindi dagli agricoltori – europei. Un’approvazione di questo accordo, secondo Fidanza, è infatti impossibile al momento, senza che si intervenga con delle misure mitigative, cioè delle compensazioni, che mettano al riparo gli agricoltori da questo dislivello. È ancora una volta il superamento del Green Deal ideologico e lontano dalla realtà dei fatti il punto focale. Non si tratta solo dei danni che si potrebbero causare al settore dell’automotive con l’imposizione maniacale della tecnologia elettrica – fra l’altro solo parzialmente controllata dall’Unione Europea – ma anche di guardare al nostro cibo e ai nostri agricoltori. Il punto comune in questo caso, perlomeno tra le fila della delegazione di Fratelli d’Italia, sembra essere quello richiamato in varie occasioni anche dalla premier Meloni: raggiungere prima di tutto una neutralità energetica attraverso un mix energetico che rispetti le specificità di ogni Paese membro dell’Unione Europea, anche puntando sui biocarburanti e sull’energia nucleare.

IL TEMA DELLE FRONTIERE ESTERNE
Interessante, oltre che centrale nel panorama internazionale e nell’attualità legata alla Siria, è il dibattito sulle frontiere esterne all’Unione Europea e sui flussi migratori, oltre alle politiche sulla richiesta di asilo. Su quest’ultimo tema, proprio in questi giorni stiamo vedendo un allineamento delle cancellerie europee sulla sospensione delle procedure di verifica delle richieste di asilo per i rifugiati provenienti dalla Siria, proprio a fronte del mutato assetto del Paese e della situazione tuttora in divenire. È in questo frangente che è intervenuto nel dibattito il copresidente del gruppo ECR al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, puntando a delineare quali siano gli elementi centrali dell’approccio conservatore al fenomeno. In prima battuta ci deve essere una rigorosa governance del fenomeno, soprattutto sulla selezione di chi ha diritto all’asilo o meno. Per Procaccini, infatti, è utile mettere assieme tutte le misure necessarie ad evitare un’escalation degli arrivi. L’esempio portato è quello della Polonia dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Con l’accoglienza di milioni di ucraini è stato svolto un servizio meraviglioso e generoso, ma dall’Unione Europea questo sforzo non sembra essere stato capito fino in fondo. Il dibattito non può quindi che tornare alla specificità italiana, con l’approccio ad esternalizzare il tema dell’immigrazione, partendo però dalla lotta al traffico di esseri umani. Una politica che si attua con il coordinamento e la collaborazione delle nazioni di partenza o di transito dei migranti, con l’obiettivo ultimo di mettere insieme politiche più ampie che possano creare in questi luoghi i presupposti per vedere garantito il diritto a non emigrare, fino alla realizzazione di centri di accoglienza fuori dai confini dell’Unione Europea, per permettere comunque la valutazione sul diritto all’accoglienza del migrante.

ATREJU E IL FUTURO DELLA PRESIDENZA DI ECR
La convention Atreju a Roma è invece il palcoscenico di quello che si può definire come il primo passo verso l’avvicendamento alla presidenza dell’ECR. La Presidente Meloni con molta probabilità lascerà la presidenza del gruppo che, quasi sicuramente, sarà guidato dall’ex premier polacco Mateusz Morawiecki. A quanto pare, il passaggio di consegne vero e proprio dovrebbe avvenire in tempi brevi, probabilmente già a partire dal prossimo mese, in modo che la delegazione dell’ECR che sarà presente all’insediamento di Donald Trump sarà già composta dal nuovo Presidente. L’Inauguration day è fissato per il 20 gennaio prossimo, quindi i tempi per procedere a questo passaggio sono abbastanza stretti, soprattutto se si considerano le regole decise con lo statuto dell’ECR: 15 giorni devono passare tra la convocazione del Council e l’elezione del nuovo presidente. La candidatura può essere presentata da chiunque della famiglia dei conservatori, ma il peso di Fratelli d’Italia e dei polacchi del PiS potrebbe facilmente chiudere la partita in breve tempo. Ad ogni modo, in chiusura di Atreju ci sarà l’occasione per un primo scambio di battute, una sorta di primo passaggio di consegne, dato che Morawiecki sarà presente al Circo Massimo a conclusione della sessione dedicata proprio ai conservatori dell’ECR; poco prima dell’intervento, fissato per le ore 12:00, della Presidente Meloni. Giorgia, che ricopre questo incarico dal 2020, prima donna italiana alla guida di un partito in Europa, ne ha sicuramente tracciato il percorso in questi anni, ampliandone la legittimazione e il peso nelle istituzioni europee.

Photograph: Alexandros Michailidis / Shutterstock.com ID 2222046149.