Nel contesto migratorio dell’Unione Europea, gli scorsi mesi hanno presentato un’inversione significativa rispetto a quelli precedenti di fine 2023 precedenti, con un considerevole calo degli attraversamenti irregolari delle frontiere, rappresentando un terzo in meno rispetto a dicembre. Tuttavia, questa cifra è più o meno allineata con i dati dello stesso periodo dell’anno precedente. L’ultimo bollettino (fornito da Frontex ndr) conferma questi dati, evidenziando anche che la maggior parte delle principali rotte migratorie ha registrato un declino mensile, che varia dal -71% nel Mediterraneo centrale al -30% nei Balcani occidentali.
Un fatto significativo è l’inversione di questa tendenza nei flussi migratori provenienti dall’Africa occidentale. Questa regione ha rappresentato quasi la metà di tutti gli attraversamenti irregolari delle frontiere registrati nel mese di gennaio. È evidente che vi sia un nuovo dinamismo in questa rotta migratoria, che può essere attribuito a una serie di fattori, tra cui le condizioni socioeconomiche nella regione, i cambiamenti politici, e le politiche migratorie sia dell’UE che dei paesi di origine, non sempre allineate fra loro, come dovrebbero.
Un confronto con i dati degli anni precedenti può fornire ulteriori informazioni sulla situazione attuale e, ad esempio, se guardiamo all’anno precedente, notiamo un drammatico aumento degli attraversamenti irregolari delle frontiere dell’Africa occidentale. Questo suggerisce che potrebbe esserci una tendenza in corso di crescita dei flussi migratori provenienti da questa regione in particolare ma,allo stesso tempo, è importante considerare che il contesto globale e le condizioni regionali possono variare notevolmente di anno in anno, influenzando in maniera rilevante i pattern migratori.Inoltre, è interessante notare che mentre la rotta migratoria dell’Africa occidentale ha visto un aumento significativo, altre rotte principali hanno registrato un calo, in alcuni casi inaspettato, nei numeri di attraversamento. Questo potrebbe essere il risultato di una varietà di fattori, inclusi gli sforzi delle autorità di frontiera europee per contrastare l’immigrazione irregolare, nonché le condizioni socio-politiche nei paesi di origine e di transito lungo queste rotte.
Un’altra considerazione importante è il ruolo delle politiche dell’UE e dei suoi Stati membri nel gestire i flussi migratori. Nel corso degli anni, infatti, l’UE ha implementato una serie di misure volte a controllare e gestire l’immigrazione, comprese politiche di confine più rigorose, accordi di riammissione con i paesi terzi, e programmi di sviluppo economico e sociale nei paesi di origine per affrontare le cause profonde dell’immigrazione. Tuttavia, l’efficacia di tali politiche può variare e può essere oggetto di dibattito. Mentre, quindi, il calo degli attraversamenti irregolari delle frontiere dell’UE a gennaio può essere un segnale di stabilità temporanea, l’aumento dei flussi migratori dall’Africa occidentale indica che il panorama migratorio rimane dinamico e soggetto a cambiamenti imprevisti che vanno monitorati con estrema attenzione, soprattutto in periodi di forte instabilità geopolitica internazionale. È essenziale seguire attentamente l’evoluzione della situazione e adattare politiche relative al contesto, per affrontare in modo efficace le sfide migratorie in Europa.
Per quanto ancora difficile possa restare il contesto migratorio internazionale, il segnale di flessione registrato nell’ultimo mese, rappresenta comunque un passo in avanti verso un controllo migratorio più efficace. La collaborazione tra paesi confinanti sarà necessaria affinché ci possa essere un flusso di migranti più regolare e soprattutto facilmente gestibile ed evitare così, il collasso dell’infrastruttura d’accoglienza di molte nazioni europee.
Il calo delle affluenze, così come il recente accordo sulla gestione delle crisi migratorie, sono indubbiamente frutto del lavoro della Premier italiana Giorgia Meloni, che sin dal suo insediamento ha lavorato per far si che le dinamiche passate fossero riviste e corrette. In particolare l’attenzione è data ai paesi di partenza, con accordi anche bilaterali volti a consentire il blocco delle partenze. Anche il così detto Piano Mattei italiano ha avuto il plauso di molti europei. Il sostegno politico ed economico ai paesi africani è l’elemento primario per eliminare l’origine dei flussi. Far venir meno la necessità di espatriare contribuendo allo sviluppo economico dei paesi d’origine è orma l’obiettivo non solo italiano ma anche europeo